Porte della Misericordia
Sarà cura dell’Ordinario del luogo stabilire in quale chiesa aprire la Porta della Misericordia che dovrà essere aperta in ogni diocesi ed eparchia del mondo (cfr. MV 3).
In aggiunta alla Porta della Misericordia scelta per la diocesi, gli Ordinari diocesani potranno disporre l’apertura di ulteriori Porte della Misericordia anche presso Santuari di particolare importanza, specie laddove si riscontri la felice circostanza per cui i molti fedeli che li frequentano possono sempre incontrare l’abbraccio misericordioso del Padre nella confessione (cfr. MV 3).
È bene che la possibilità straordinaria dell’indulgenza giubilare sia riconosciuta dai fedeli precisamente come un’opportunità fuori dal comune, e dunque vissuta come momento particolarmente forte per un cammino di conversione. Ciò avverrà anche attraverso la giusta valorizzazione di questo speciale segno che è la Porta della Misericordia.
L’apertura delle Porte della Misericordia
Dopo l’inizio solenne dell’Anno Santo – segnato dall’apertura della Porta Santa della Basilica di San Pietro in Vaticano il prossimo 8 dicembre – tutte le Chiese particolari apriranno la propria Porta della Misericordia in comunione con la Chiesa di Roma all’interno della celebrazione eucaristica per la terza domenica d’Avvento 13 dicembre 2015 (Domenica Gaudete). Il Papa, infatti, aprirà in quella domenica la Porta Santa della cattedrale di Roma, la Basilica di San Giovanni in Laterano. Ogni Chiesa particolare aprirà le altre Porte della Misericordia, ossia quelle eventualmente individuate presso i Santuari, sempre all’interno della celebrazione eucaristica per la terza domenica d’Avvento, che potrà essere presieduta da un delegato del Vescovo.
Uno speciale rito per l’apertura è stato predisposto da questo Pontificio Consiglio con l’approvazione della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. Esso è pubblicato all’interno del volume “Celebrare la Misericordia”, primo della serie di sussidi pastorali per il Giubileo della Misericordia. Il volume descrive compiutamente tutto ciò che è proprio del rito per la celebrazione di apertura della Porta della Misericordia, mentre per quanto non sia espressamente indicato valgono tutte le norme ordinarie, come confermato dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. Pertanto, ad esempio, il colore liturgico sarà il viola o il rosaceo, com’è previsto per la domenica Gaudete, e non si canterà il Gloria, come di norma in Avvento).
La serie di volumi, tra cui quello contenente il rito, è pubblicata in sette lingue (italiano, inglese, spagnolo, portoghese, francese, tedesco e polacco). Maggiori informazioni sono disponibili sul sito web ufficiale del Giubileo (www.im.va).
Chiese giubilari
Ciascuna delle quattro Basiliche papali in Roma (San Pietro in Vaticano, San Giovanni in Laterano, Santa Maria Maggiore e San Paolo fuori le Mura) ha una Porta Santa. Queste sono chiese giubilari, dove recarsi in pellegrinaggio per ottenere l’indulgenza adempiendo le condizioni previste. Sono tradizionalmente chiese giubilari anche le Basiliche di Terra Santa. Nel resto del mondo, sono da considerare chiese giubilari la chiesa e gli eventuali santuari in cui ciascun Ordinario locale avrà disposto l’apertura di una Porta della Misericordia.
Nel caso di Roma, alle quattro Basiliche papali si aggiungono le tre chiese che, insieme ad esse, compongono l’itinerario tradizionale delle “sette chiese”, vale a dire San Lorenzo fuori le Mura, Santa Croce in Gerusalemme e San Sebastiano fuori le Mura. L’importanza del pellegrinaggio in occasione del Giubileo suggerisce di riscoprire e praticare questo itinerario penitenziale lasciato ai romani da San Filippo Neri nel ‘500. Pertanto, anche il pellegrinaggio presso ognuna di queste chiese costituirà occasione per vivere l’indulgenza giubilare.
La diocesi di Roma ospita anche molte altre chiese e santuari importanti, mèta di pellegrinaggio di tanti fedeli che vi trovano sempre sacerdoti pronti ad accoglierli nella misericordia del Padre. Durante l’Anno Santo saranno chiese giubilari, dove recarsi in pellegrinaggio per ottenere l’indulgenza, anche il Santuario del Divino Amore e la chiesa di Santo Spirito in Sassia, nota anche come “Santuario della Divina Misericordia”.
Infine, le chiese che già stabilmente godono del privilegio dell’indulgenza per i fedeli che adempiano devotamente le condizioni previste, continueranno ad essere luoghi in cui ottenere l’indulgenza anche durante il Giubileo della Misericordia, secondo quanto è già determinato per ciascuno di questi luoghi.
Varcata la Porta
Una volta varcata la Porta Santa o Porta della Misericordia, o che sia verificata una delle altre circostanze nelle quali Papa Francesco ha concesso che si possa ricevere l’indulgenza (ad esempio per i malati, i carcerati e per chiunque compia in prima persona un’opera di misericordia), oltre alle usuali condizioni che richiedono un cuore ben disposto perché la grazia possa portare i frutti sperati, i fedeli dovranno fermarsi in preghiera per compiere gli ultimi atti richiesti: la professione di fede e la preghiera per il Papa e secondo le sue intenzioni. Quest’ultima potrà essere almeno un Padre Nostro – la preghiera che Gesù stesso ci ha insegnato per rivolgerci come figli al Padre – ma possibilmente anche di più. In particolare, in considerazione dello spirito proprio di questo Anno Santo, si suggerisce di recitare la bella preghiera di Papa Francesco per il Giubileo, e di concludere il momento di preghiera con un’invocazione al Signore Gesù Misericordioso (ad esempio “Gesù Misericordioso, confido in Te”).
Giubileo della Misericordia: il significato liturgico pellegrinaggio diocesano in Cattedrale
Per tutti c’è una porta da passare per entrare nel Regno dei cieli: è la porta stretta del Vangelo di Gesù, che è venuto nel mondo per spalancare le porte dei cuori alla misericordia del Padre.
Come ricorda il Vangelo della porta stretta, per entrare nella misericordia occorre farsi piccoli e alleggerire il bagaglio di troppi ingombri. Così la porta della misericordia, che sarà aperta in cattedrale il prossimo 13 dicembre, è invito non solo a ricevere l’indulgenza della divina misericordia, ma pure a convertirci al Vangelo della misericordia. A questo scopo, anche a Torino, come a Roma, è stata pensata una seconda porta della misericordia, «la porta della carità», che sarà aperta al Cottolengo per tutti i malati e gli svantaggiati, e insieme a loro per tutti coloro che operano nell’ambito della carità, a ricordare che «la carità cancella una moltitudine di peccati» (1 Pt 4,8).
Per tutti è l’invito a farsi piccoli e mettersi in cammino per un pellegrinaggio di conversione interiore ed esteriore. Perché l’anima si muova e la vita cambi, la Chiesa ci propone un pellegrinaggio reale ed effettivo, nel quale metterci in marcia, insieme, verso una meta. La meta è la chiesa-madre della cattedrale, di fronte alla quale convergeranno processionalmente le diverse Unità pastorali della diocesi, in un programma che inizierà il 13 dicembre e impegnerà la prima parte dell’anno 2016. Pur senza la fatica e il rischio che contraddistingueva gli antichi pellegrinaggi, la proposta del pellegrinaggio richiede di uscire da se stessi, dalle proprie comodità, per unirsi ad altri fratelli e sorelle nella fede, contro il rischio di una fede troppo individuale, che ragiona così: «Tanto il pellegrinaggio posso farmelo anche da solo…».
Come avverrà il pellegrinaggio diocesano? A gruppi di tre o quattro unità pastorali ci si muoverà per raggiungere una delle chiese stazionali scelte attorno alla cattedrale di Tori- no. Lì, si ascolta la parola del Signore che annuncia il Giubileo della misericordia (Lc 4, 16-21). Da qui avrà inizio la processione verso la cattedrale, aperta dalla Croce e dal libro dei Vangeli, e accompagnata dal canto delle litanie. Arrivati sul sagrato della cattedrale, ecco il passaggio attraverso la porta della misericordia, che condurrà tutti i partecipanti a rinnovare con l’aspersione il dono del proprio battesimo. In chiesa si accoglierà l’annuncio della misericordia giubilare, che si poserà su ciascuno attraverso la celebrazione comunitaria del sacramento della Penitenza. I sacerdoti presenti al pellegrinaggio saranno invitati a comunicare la loro presenza ai vicari, così da garantire un numero sufficiente di confessori.
Al passaggio della porta sarà collegata la possibilità di attingere al dono speciale di grazia che è l’indulgenza. Attraverso il sacramento della Riconciliazione, invece, è la possibilità di sperimentare in modo personale e straordinario il dono della misericordia del Padre che si stende sulle ferite e sulle debolezze della propria vita. Il cammino di con- versione che ne scaturirà andrà alla ricerca di una delle opere di misericordia corporale e spirituale, così da proseguire il pellegrinaggio interiore della fede sulle vie di un amore più grande e di una speranza più forte.
Un Sussidio apposito, che sarà pubblicato on-line sul sito del- la diocesi, aiuterà a preparare e condurre i diversi momenti del pellegrinaggio, che necessiteranno di animatori del canto e della preghiera da scegliere nelle diverse Unità pastorali.
don Paolo TOMATIS
direttore dell’Ufficio liturgico diocesano