Domenica 5 novembre 2006 – dalle ore 14.45 alle 19.00
TORINO – Parrocchia Santa Rita da Cascia
La consueta giornata diocesana degli Operatori Liturgici da quest’anno spostata a novembre segue e porta a compimento le precedenti giornate dedicate alle celebrazioni pasquali.
Un’occasione per riflettere sulla relazione tra Spirito Santo e Liturgia e per progettare con largo anticipo le iniziative liturgiche del tempo pasquale, spesso sacrificato rispetto alla Quaresima.
La consueta giornata diocesana degli operatori liturgici si è svolta nel pomeriggio di domenica 5 novembre 2006 presso la parrocchia S. Rita da Cascia, sul tema: Celebrare la Pentecoste.
Il tema prosegue e porta a compimento il cammino delle precedenti giornate, dedicate ad approfondire le celebrazioni della pasqua (Giovedì santo, Venerdì santo, Veglia pasquale).
Il largo anticipo con cui si propone una riflessione sul tempo pasquale (Pentecoste a novembre?) non deve preoccupare: non solo perché alcune delle proposte che sono state sviluppate nei laboratori hanno bisogno di una programmazione a lungo termine per poter essere attuate, ma pure perché la relazione tra Spirito santo e liturgia è fondamentale per ogni celebrazione.
Cosa fa lo Spirito santo nella vita della Chiesa e in particolare nella liturgia? Attraverso quali linguaggi si esprime la sua azione e la sua presenza? In che senso la Pentecoste porta a compimento il mistero pasquale? Sono domande impegnative, ma centrali per la spiritualità e per la liturgia di ogni comunità cristiana. Una comunità spirituale è una comunità in cui dimora e agisce lo Spirito santo, il quale soffia in molti modi seppure con un solo fine: quali sono questi modi e quale l’unico fine? Sono domande che abbiamo rivolto a don Andrea Bozzolo, docente salesiano di teologia dei sacramenti alla pontificia università salesiana di Torino, che ci ha aiutato a riflettere sulla relazione che c’è tra lo Spirito santo nella liturgia e lo spirito (cioè lo stile, la forma) della liturgia.
Al suo intervento sono seguiti – come di consueto testimonianze e laboratori: quanto alla prima, abbiamo ascoltato la testimonianza della Tenda della Parola, che da anni propone nella diocesi di Parma una veglia di Pentecoste ispirata al canto della Parola di Dio. Avevamo inizialmente pensato anche ad una riflessione sulla dimensione carismatica della liturgia, ma il tema è così delicato che avrebbe richiesto tutto un pomeriggio per la discussione: questo tema è quindi rimasto sullo sfondo, e non al centro.
Quanto ai laboratori, si è trattato di concretizzare gli spunti emersi dalla relazione, in rapporto ai diversi momenti celebrativi (veglia di pentecoste, celebrazioni del tempo pasquale, iniziative di pastorale liturgica) e ai diversi linguaggi della celebrazione (canto e musica, proclamazione della Parola, fiori). Proposte pratiche, racconti di esperienze, che hanno potuto arricchirsi delle riflessioni, ma soprattutto delle esperienze di ciascun partecipante: nella consapevolezza che il tempo pasquale è il tempo per eccellenza della comunità e della festa, della mistagogia (parola che indica l’arte di far entrare dentro il mistero di Dio attraverso la celebrazione dei misteri liturgici) e dunque della liturgia.
Alle numerose energie che spendiamo per preparare la Pasqua nel tempo quaresimale (iniziative di preghiera, riflessione, azione) è un peccato che non corrisponda una attenzione uguale, se non maggiore, al tempo pasquale, vissuto come il tempo della fioritura della gioia, della mietitura della fede, che porta nella comunità e nel mondo il frutto dello Spirito. Rischiamo di passare il tempo a preparare la pasqua, a prepararci alla fede e alla testimonianza, e poi non viverla nella sua pienezza! Dalla camera alta del Cenacolo alle strade del mondo, il cammino della Pentecoste è il cammino della gioia e della sorpresa, del coraggio e della novità: se non la si può organizzare a tavolino, ci si può disporre con sensi desti e animo attento.In questa sezione del sito diocesano viene messa a disposizione tutta una serie di materiali preparati in fase di progettazione della giornata oppure realizzati in occasione della stessa. Essi mantengono il carattere schematico tipico degli strumenti di lavoro; possono rappresentare degli spunti di riflessione o dei punti di partenza per concrete scelte pastorali.
Il largo anticipo con cui si propone una riflessione sul tempo pasquale (Pentecoste a novembre?) non deve preoccupare: non solo perché alcune delle proposte che sono state sviluppate nei laboratori hanno bisogno di una programmazione a lungo termine per poter essere attuate, ma pure perché la relazione tra Spirito santo e liturgia è fondamentale per ogni celebrazione.
Cosa fa lo Spirito santo nella vita della Chiesa e in particolare nella liturgia? Attraverso quali linguaggi si esprime la sua azione e la sua presenza? In che senso la Pentecoste porta a compimento il mistero pasquale? Sono domande impegnative, ma centrali per la spiritualità e per la liturgia di ogni comunità cristiana. Una comunità spirituale è una comunità in cui dimora e agisce lo Spirito santo, il quale soffia in molti modi seppure con un solo fine: quali sono questi modi e quale l’unico fine? Sono domande che abbiamo rivolto a don Andrea Bozzolo, docente salesiano di teologia dei sacramenti alla pontificia università salesiana di Torino, che ci ha aiutato a riflettere sulla relazione che c’è tra lo Spirito santo nella liturgia e lo spirito (cioè lo stile, la forma) della liturgia.
Al suo intervento sono seguiti – come di consueto testimonianze e laboratori: quanto alla prima, abbiamo ascoltato la testimonianza della Tenda della Parola, che da anni propone nella diocesi di Parma una veglia di Pentecoste ispirata al canto della Parola di Dio. Avevamo inizialmente pensato anche ad una riflessione sulla dimensione carismatica della liturgia, ma il tema è così delicato che avrebbe richiesto tutto un pomeriggio per la discussione: questo tema è quindi rimasto sullo sfondo, e non al centro.
Quanto ai laboratori, si è trattato di concretizzare gli spunti emersi dalla relazione, in rapporto ai diversi momenti celebrativi (veglia di pentecoste, celebrazioni del tempo pasquale, iniziative di pastorale liturgica) e ai diversi linguaggi della celebrazione (canto e musica, proclamazione della Parola, fiori). Proposte pratiche, racconti di esperienze, che hanno potuto arricchirsi delle riflessioni, ma soprattutto delle esperienze di ciascun partecipante: nella consapevolezza che il tempo pasquale è il tempo per eccellenza della comunità e della festa, della mistagogia (parola che indica l’arte di far entrare dentro il mistero di Dio attraverso la celebrazione dei misteri liturgici) e dunque della liturgia.
Alle numerose energie che spendiamo per preparare la Pasqua nel tempo quaresimale (iniziative di preghiera, riflessione, azione) è un peccato che non corrisponda una attenzione uguale, se non maggiore, al tempo pasquale, vissuto come il tempo della fioritura della gioia, della mietitura della fede, che porta nella comunità e nel mondo il frutto dello Spirito. Rischiamo di passare il tempo a preparare la pasqua, a prepararci alla fede e alla testimonianza, e poi non viverla nella sua pienezza! Dalla camera alta del Cenacolo alle strade del mondo, il cammino della Pentecoste è il cammino della gioia e della sorpresa, del coraggio e della novità: se non la si può organizzare a tavolino, ci si può disporre con sensi desti e animo attento.In questa sezione del sito diocesano viene messa a disposizione tutta una serie di materiali preparati in fase di progettazione della giornata oppure realizzati in occasione della stessa. Essi mantengono il carattere schematico tipico degli strumenti di lavoro; possono rappresentare degli spunti di riflessione o dei punti di partenza per concrete scelte pastorali.