IX. Giovedì Santo. Altare della reposizione

Terminata la celebrazione vespertina del Giovedì Santo il celebrante non scioglie l’assemblea con il consueto congedo. Anzi, al termine dell’orazione dopo la comunione si forma una processione che si snoda attraverso la chiesa fino al luogo preparato ad accogliere il pane eucaristico: la cappella della reposizione. Questo spazio è anche destinato ad ospitare l’adorazione dei fedeli, non tanto nel senso di “guardare l’ostia”, che dev’essere conservata nel tabernacolo chiuso, ma piuttosto di unirsi al cammino di Gesù il quale “avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine” (Gv 13,1). Un tempo di preghiera che può essere sostenuto e nutrito dalla lettura di alcuni brani di Vangelo, soprattutto i capitoli del vangelo di Giovanni dal 13 al 17.
Così compreso, il luogo della reposizione sarà uno spazio accogliente che invita a sostare, privilegiando nell’arredo uno stile che suggerisca calma, meditazione, silenzio, evitando derive luttuose ereditate da devozioni che interpretavano il luogo della reposizione soprattutto come un “sepolcro”.
Se la Quaresima è un invito a “togliere” per fare spazio al Signore, anche nell’arredo dello spazio della reposizione dovremo essere coerenti evitando ad esempio di sovraccaricarlo di oggetti più o meno evocativi degli eventi del Triduo pasquale, quasi si dovesse ambientare una sacra rappresentazione, ed anche evitando un eccesso “rumoroso” di fiori. Basteranno una o due composizioni accanto al tabernacolo, realizzate con i fiori preparati per le celebrazioni del Giovedì santo, e dunque bianche, a suggerire un’atmosfera di sobria e silenziosa calma. Come già suggerito altre volte, si potrà predisporre in luogo opportuno un contenitore adatto ad ospitare i fiori offerti dai fedeli, naturalmente dopo averli liberati dal cellophane e dai nastri.
Nella foto, due bouquets realizzati con lilium, garofani e foglie di palma chamaerops sono accostati in vasi di altezze diverse, mentre all’altro lato del tabernacolo i ragazzi che frequentano il catechismo hanno posto tre ciotole in cui durante la Quaresima hanno fatto germogliare il grano: un piccolo e delicato segno del loro cammino. A terra, un tappeto per chi desiderasse pregare inginocchiato o prostrato.
Daniela Canardi
 
 
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