Lasciatevi riconciliare con Dio

Il tempo quaresimale è un momento privilegiato per vivere il cammino di riconciliazione con Dio che non si stanca mai di attirare a sé i suoi figli. In molte comunità parrocchiali in questo tempo vi è l’uso di celebrare la riconciliazione comunitaria secondo il rito proposto nel rituale della penitenza al cap. II (Rito per la riconciliazione con più penitenti con la confessione e l’assoluzione individuale).

«Nella forma comunitaria della penitenza prevale l’aspetto ecclesiale e liturgico: si tratta di una vera celebrazione rituale, in cui un’assemblea di cristiani esprime e vive – attraverso canti, preghiere, letture e gesti – l’evento salvifico del perdono e della riconciliazione come “fatto di Chiesa”. In questo caso la “conversione” dei singoli viene integrata nell’azione liturgica di tutta la comunità ecclesiale, annunciatrice del perdono di Dio e al tempo stesso bisognosa della sua misericordia. La confessione e assoluzione individuale sono inquadrate nel contesto dell’ascolto comune della parola di Dio, dell’intercessione reciproca, dell’azione di grazia fatta insieme. Anche le “responsabilità collettive” – insieme al nuovo impegno comune che deve nascere dalla riconciliazione – sono messe maggiormente in evidenza da questo modo di celebrare la penitenza. Mentre non bisogna cercarvi il dialogo personale con il confessore, che allungherebbe troppo il rito stesso»
(da: D. Mosso, Confessare il peccato, celebrare il perdono, LDC, 2002).

Il rito della riconciliazione comunitaria prevede:

  • RITI INIZIALI: un canto, un saluto del sacerdote, una monizione (che introduce i presenti allo spirito della celebrazione e ne espone brevemente lo svolgimento), una orazione.
     
  • LITURGIA DELLA PAROLA: (si possono scegliere una o più letture, in questo ultimo caso è bene inserire tra le letture un salmo e una pausa di silenzio); – omelia – esame di coscienza (è un tempo di silenzio e di riflessione alla luce della Parola di Dio. Evitiamo di riempirlo con domande che rischiano di accentuare solo i sensi di colpa!).
     
  • RITO DELLA RICONCILIAZIONE: confessione generale dei peccati (il rito prevede alcuni testi o preghiere con i quali la comunità si riconosce peccatrice) – Padre nostro – confessione e assoluzione individuale.
     
  • RINGRAZIAMENTO (con un salmo o un canto) – RITO DI CONCLUSIONE. «Il sacramento della penitenza, se vuole rimanere tale, in un modo o nell’altro deve comunque essere celebrato, e non solo “amministrato” (=dare l’assoluzione…). In questo senso la prassi più significativa è sicuramente quella delle celebrazioni comunitarie della penitenza. Purché dette celebrazioni non si riducano di fatto a una somma di confessioni individuali con “preparazione” comune…Il che avviene quando si trasferisce di fatto nelle celebrazioni comunitarie lo stesso “stile” abituale delle confessioni individuali, dove il penitente “si racconta” più o meno diffusamente al confessore, e il confessore si dilunga nel discorso personale ad ogni penitente…Nelle celebrazioni comunitarie della Penitenza è importante tutto l’insieme dell’azione rituale: il fatto di riunirsi con altri cristiani, la proclamazione della Parola, i canti, l’omelia, le insegne ministeriali (camice e stola) dei “confessori”, i gesti (ad esempio l’imposizione delle mani) il ringraziamento e la conclusione» (D. Mosso, op. cit.).
     
  • Il rituale prevede anche la possibilità di celebrare delle celebrazioni penitenziali che non prevedono (e ovviamente, non sostituiscono) la confessione sacramentale. Queste ultime sono delle celebrazioni della Parola che possono bene preparare il momento della confessione sacramentale che di solito viene rimandata ad un altro momento della giornata o della settimana. È questa una forma che privilegia il momento comunitario dell’ascolto della Parola e aiuta la comunità a riconoscersi come popolo in cammino, sempre bisognoso di conversione, stimolando il superamento della visione individuale del peccato.
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