Il tempo della pandemia ci ha costretti da mesi a fare i conti con una serie di limitazioni liturgiche, con cui abbiamo imparato a convivere. Al tempo stesso, proprio nelle difficoltà e nelle limitazioni, non sono mancate le occasioni per riscoprire alcuni linguaggi, gesti, ministeri prima in ombra.
Tra le novità sorprendenti di questo tempo va certamente segnalata la possibilità concessa dai vescovi del Piemonte e della Valle di Aosta di celebrare, nel tempo di Avvento e di Natale, il sacramento della penitenza nella terza forma proposta dal Rito della Penitenza (1974). Questa forma, che era prevista dal Rituale per circostanze straordinarie, si caratterizza per la modalità rituale di una celebrazione comunitaria con la confessione e l’assoluzione generale. La storia un po’ travagliata di questa modalità celebrativa “di emergenza” ha visto, dopo una prima fase di apertura e sperimentazione nelle diverse chiese del mondo, una limitazione di cui si ha traccia nel Codice di Diritto Canonico, là dove ci si sofferma in dettaglio sulle condizioni del suo utilizzo (nn. 961-963, da leggere e interpretare con più calma).
Consultata la Penitenzieria, alcune Conferenze Episcopali Regionali, come quella veneta e piemontese, hanno permesso tale possibilità con alcune precisazioni: per un tempo limitato (fino al 6 gennaio), fuori della Messa, accompagnando il segno sacramentale con una adeguata catechesi che mettesse in rilievo la straordinarietà della forma adottata per il sacramento, e con l’invito a vivere non appena sarà possibile il sacramento stesso nella forma ordinaria e tradizionale della confessione individuale.
La realizzazione di questa possibilità ha sorpreso positivamente molte delle comunità che hanno sperimentato questa possibilità. Da un primo riscontro con parroci e fedeli, si registrano celebrazioni molto partecipate, soprattutto dalla fascia degli adulti, con qualche giovane e con intere famiglie presenti, in un clima di intensa preghiera e di disponibilità all’ascolto della Parola e all’esame di coscienza. Il timore che potesse apparire come una “scorciatoia” (ricevere l’assoluzione senza la confessione) è stato fugato da alcuni riscontri da parte dei fedeli. La dimensione comunitaria della riconciliazione con Dio nella Chiesa è certamente stata posta in nuovo rilievo. Si è ben coscienti che mancano alcuni elementi importanti dell’esperienza sacramentale della riconciliazione, quali la confessione individuale dei peccati, il colloquio conseguente, la dimensione della penitenza (che la teologia chiamava pure “soddisfazione”), che tuttavia rappresentava un punto debole già nella forma della confessione individuale. E tuttavia, in una stagione nella quale la crisi del sacramento della Penitenza è sempre più evidente, è chiaro che questa esperienza rappresenta un fatto positivo sul quale merita interrogarsi.
Da alcuni parroci, perciò, è giunto l’invito a non archiviare questa esperienza come una stranezza propria di questo tempo sventurato, di recensire in modo più puntuale le diverse situazioni, per verificare eventuali differenze (tra contesto urbano e contesto rituale, ad esempio). Soprattutto si chiede di approfondire le ragioni teologiche e pastorali che l’hanno giustificata e che possono giustificarla in un tempo come quello della prossima Quaresima che, si presume, sarà ancora di forti limitazioni. Per questo motivo, in accordo con il docente di Penitenza della Facoltà teologica, don Andrea Pacini, si è pensato ad un piccolo questionario che liberamente i parroci e le loro comunità possono compilare entro il 20 gennaio p.v. per aiutare l’ufficio liturgico ad una rilettura dell’esperienza.
Dopo aver raccolto i dati del questionario i parroci e le loro comunità sono invitate a partecipare ad un incontro in modalità on line di dialogo e approfondimento condotto dall’Ufficio Liturgico diocesano che si terrà
lunedì 8 febbraio 2021, dalle 11.00 alle 12.15 – piattaforma di Zoom
Interverranno don Paolo Tomatis, don Andrea Pacini e don Andrea Bozzolo S.D.B.
Sarà l’occasione per riflettere su una pratica pastorale in difficoltà, che pure ha trovato in questa esperienza una sorprendente ripresa di vitalità.
Partecipazione gratuita.
In allegato la locandina dell’incontro e, qui di seguito, la video registrazione dell’incontro.