XIII. Una Pasqua da cantare!

Cantate inni a Dio, cantate inni, cantate inni al nostro re, cantate inni; perché Dio è re di tutta la terra, cantate inni con arte (Salmo 46). Il Tempo di Pasqua è il più lungo e intenso periodo liturgico in cui siamo chiamati a esultare e gioire nel Signore. È il tempo liturgico in cui vi è un’eccellenza e un’eccedenza del canto. Un tempo in cui il cantare di più e meglio (con arte) assume un compito costitutivo per celebrare più adeguatamente!
 
Cantare di più; anche aggiungendo qualche elemento che di solito non si canta: “Gloria” (tutto cantato, se possibile), l’“Amen” (al termine del “Per Cristo, con Cristo,…”), l’“Anamnesi” (la prima o la terza forma).
Cantare meglio; magari mettendoci un pizzico in più di entusiasmo e di voglia di cantare; magari pronunciando meglio le parole, quasi per masticarle e gustarle meglio…
Cantare sorridendo; sia perché i motivi per farlo ce li da la Pasqua, sia perché ci apre di più alla speranza, sia perché sorridendo i muscoli facciali si rilassano e si canta molto meglio…
Cantare più forte; soprattutto se siamo abituati a cantare a mezza voce; senza urlare, ma con un volume che esprime una maggiore convinzione in quel che facciamo…
Cantare più veloce; soprattutto le acclamazioni (Alleluia, Santo,…); le nenie e le lagne non aiutano a esprimere gioia ed esultanza; evitiamo quel difetto, troppo diffuso nelle nostre chiese, di “trascinare” i canti rendendoli insopportabili…
Cantare con gusto; mettendoci anche un po’ di leggerezza, per non appesantire lo stile e la voce; gustando il coinvolgimento di tutto il nostro corpo nell’atto del canto…
Cantare tutti; non solo il coretto o il solista (tranne che per le parti loro spettanti); gustiamo la bellezza di un’assemblea che canta…
Cantare canti conosciuti; per poter agevolmente cantare tutti; perché il cantare sia anche un esercizio di reciproca accoglienza; per rispettare le diverse sensibilità presenti nella Comunità…
Cantare canti nuovi; per esprimere la “novità della Pasqua”; magari un canto nuovo, all’ingresso o alla Comunione, da inserire come novità per quest’anno; o eseguito dal coro all’offertorio, o durante la Comunione o al congedo…
Cantare pensando; facendo attenzione alle parole che si stanno pronunciando, al loro contenuto, al loro significato…
Cantare pregando; senza dimenticare – dulcis in fundo – che tutte queste attenzioni non sono indirizzate verso il vuoto, ma sono il nostro colloquio con Dio, sono il nostro parlare a Lui con amore e riconoscenza. Un parlare che nel canto fatto bene diventa veramente un… “pregare due volte”.
Buon in-canto della Pasqua!
 
don Carlo Franco
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