Un Tavolo non per discutere astrattamente, non per considerare la disabilità un problema, ma al contrario per rendere protagonisti nell’azione pastorale coloro che spesso, per barriere architettoniche, per superficialità, per scarsa conoscenza di fatto viene escluso dalla vita delle nostre comunità. Questo è lo spirito con cui l’Arcivescovo istituendo nei giorni scorsi il «Tavolo diocesano per la pastorale della disabilità» ha voluto dare seguito a una riflessione che da tempo anima vari settori della pastorale e alle sollecitazioni di don Claudio Campa, parroco di San Massimo a Collegno che vive sulla sua pelle le fatiche di una malattia invalidante.
«L’Arcivescovo – spiega don Marco Brunetti, direttore dell’Ufficio di Pastorale della Salute – ha raccolto le nostre riflessioni che in realtà sono maturate anche in seguito ai suoi stimoli e penso ad esempio alle omelie pronunciate in occasione delle Messe al Cottolengo in cui ha esortato tutti all’accoglienza, al mettersi in ascolto».
È «ascolto» infatti la parola chiave del Tavolo che intende partire dal recepire le esigenze, i problemi, ma anche le risorse che la disabilità porta con sé e le tante esperienze che nelle parrocchie, nelle associazioni vengono portate avanti.
Gli Uffici pastorali che fanno parte del Tavolo sono Caritas, Salute, Sport, Scuola, Tempo libero, Catechistico, Tempo libero e Famiglia. «Ma il Tavolo – prosegue don Brunetti – non intende essere una realtà chiusa alla sola dimensione degli Uffici. Questo è il punto di partenza di un percorso articolato su più obiettivi che non esclude il coinvolgimento di persone enti o associazioni che possono mettere a disposizione la propria esperienza».
Tre fondamentalmente gli obiettivi del Tavolo: «anzitutto – prosegue don Brunetti – progettare e sviluppare iniziative rivolte alla formazione di operatori pastorali: dai catechisti, agli animatori…». Un’altra finalità sarà quella di realizzare specifici percorsi di inclusione e sociale e di superamento dei pregiudizi anche con attività che testimonino le potenzialità della persona disabile «perché – ribadisce – chi è portatore di una disabilità non per questo non ha potenzialità, non può assumere ruoli da protagonista».
No dunque alla logica dell’«assistito», anche se non mancherà per il Tavolo l’impegno a stimolare istituzioni ed enti competenti a garantire la necessaria assistenza alle persone disabili e alle loro famiglie.
Un percorso vasto, ma che parte già con alcune idee concrete che il Tavolo cercherà di mettere in campo a partire dal prossimo anno pastorale, tenendo anche conto dell’Ostensione della Sindone che nella sua organizzazione intende mettere al centro giovani, disabili e ammalati.
«Le proposte spaziano dall’istituire una giornata dedicata a conoscere la disabilità, a esercizi spirituali, a nuove modalità per favorire il coinvolgimento liturgico, alla realizzazione di un sito che sia uno spazio per promuovere iniziative, per diffondere sussidi pastorali, per stimolare il confronto e la riflessione».
«I poteri forti – aveva sottolineato mons. Nosiglia nel corso della sua ultima visita al Cottolengo rivolgendosi ai tanti disabili – vi considerano deboli e indifesi e spesso vi commiserano guardandovi dall’alto in basso ed ostentando le loro capacità e la loro normalità rispetto a ciò che considerano in voi carente, devono ricredersi di fronte alla forza della vostra fede».
Un Tavolo dunque per ribadire e incoraggiare l’espressione di una «forza» che ancora troppo spesso viene sottovalutata.
Federica BELLO
Testo tratto da «La Voce del Popolo» dell’8 giugno 2014