Quest’anno il tema ricalcava una delle indicazioni del piano pastorale diocesano contenuto nella lettera dell’Arcivescovo «La città sul monte», quello dell’attenzione ai poveri a partire dallo sguardo che Papa Francesco ci ha consegnato nella sua lettera Evangelii Gaudium. Nel quarto capitolo del documento pontificio, intitolato «La dimensione sociale dell’evangelizzazione», si trova una intera parte (numeri 186 – 216) chiamata «L’inclusione sociale dei poveri». Proprio questo è il tema di fondo che si è voluto offrire alla riflessione di tutti, cercando di comprendere meglio come e in che modo ciascuno di noi possa essere strumento nelle mani di Dio per realizzare tale inclusione, abitando da credenti il mondo e le sue strutture. Di qui il titolo: «Abitare da credenti: strumenti di Dio per l’inclusione dei poveri».
Tre i passaggi che il convegno ha prposto. Si è partiti dall’approfondimento del mandato di inclusione dei poveri, nelle sue radici teologiche e pastorali (di cui ha parlato don Giovanni Perini, delegato regionale Caritas della nostra Regione) ma anche nel grido che proviene dalla dignità dei fratelli più in difficoltà. Mandato che è stato meglio declinato nel percorso della nostra Chiesa diocesana dal Vescovo Cesare (in allegato il testo del suo intervento).
A partire dalle riflessioni elaborate il centro di attenzione si è spostato poi sulla fonte della nostra vita credente, la Parola di Dio, che è stata ascoltata in modo orante in un piccolo momento di lectio curata da suor Rosanna Gerbino e impreziosita dal canto del coro della parrocchia torinese Santa Caterina da Siena. Infine l’ultimo passaggio ha aiutato a concretizzare il mandato a partire da alcune esperienze in atto nel nostro territorio, occasioni per riflettere e decidere come muoversi per il futuro.
L’obiettivo era che la mattinata fosse facilmente seguibile da tutti, puntando più su piccoli stimoli e testimonianze che su lunghe conferenze. La presenza del prof. Fabio Poles è stata di aiuto a legare bene insieme le varie suggestioni. Si è voluto anche presentare all’attenzione di tutti la figura di un santo arrivato a Torino nel 1717, oggi un po’ dimenticato, ma forse il primo tra i santi sociali di cui tanto andiamo fieri, perché ciaiuti ad abitare la città da strumenti di inclusione.
Come sempre la partecipazione non richiedeva prenotazione o iscrizione preventiva e non aveva costi (era comunque gradito ogni contributo liberale che si è voluto donare per sostenere le spese di organizzazione e per il piccolo break a metà mattinata).
Infine un suggerimento, soprattutto per i gruppi di carità. Per prepararsi al convegno e a possibili percorsi successivi l’invito a dedicare un po’ di tempo alla lettura calma dei numeri della Evangelii Gaudium sopra citati.
Per ulteriori informazioni: caritas@diocesi.torino.it o telefono 011.5156350 (nei giorni lavorativi, dalle 9 alle 12). È possibile consultare anche il sito web all’indirizzo www.caritas.torino.it in fase di rinnovo.
In allegato la locandina della Giornata e l’intervento dell’Arcivescovo.