Una donna dal volto sereno, che abbraccia una bambina. Così è rappresentata la figura straordinaria di Santa Gianna Beretta Molla: donna, moglie, madre, medico, ma soprattutto testimone del Vangelo. Santa Gianna Beretta Molla, beatificata nel 1994 dall’ormai santo Papa Giovanni Paolo II e proclamata santa il 16 maggio 2004, ha dato il nome alla chiesa del Gallo Praile a Venaria. Una comunità parrocchiale che si prepara il prossimo 8 dicembre a festeggiare il suo quindicesimo anno dalla fondazione.
Una comunità giovane che vive sull’esempio di questa santa che è stata una donna completamente calata nel nostro tempo, con i suoi problemi, le sue difficoltà, ma soprattutto la sua determinazione nell’essere fedele di Cristo e nel manifestarlo col suo impegno attivo nell’Azione Cattolica. Essa è stata modello da proporre non solo alle famiglie della nostra comunità, ma da far conoscere all’Italia. La storia di santa Gianna è più conosciuta nel resto del mondo che nel nostro paese. Polonia, Germania, Spagna e tanti altri paesi vedono la presenza di gruppi di donne e uomini che la invocano, ne prendono esempio e cercano di vivere alla luce della sua vita. Un esempio da imitare di ragazza impegnata nella ricerca della Verità di Dio, impegnata anche nella San Vincenzo al servizio dei poveri.
Gianna Beretta morì il 28 aprile del 1962, pochi giorni dopo aver dato alla luce Gianna Emanuela, nella consapevolezza per via di una grave forma tumorale all’utero, che difficilmente sarebbe sopravvissuta al parto. Oggi questa giovane comunità, dopo l’avvicendarsi di vari sacerdoti che han prestato servizio, in collaborazione con la comunità di Savonera, si sta impegnando a vivere sotto la luce e la protezione di santa Gianna, con i piedi per terra ma lo sguardo rivolto verso l’alto, cercando ogni giorno di comprendere e vivere il progetto di Dio su di noi.
Testo tratto da «La Voce del Popolo» del 9 novembre 2014