Raggiungendo Lanzo per il collegio, don Bosco seppe che era in vendita la cartiera. L’acquistò dalla signora Varetto nel 1877, per poter produrre e fornire la carta alle tipografie di Torino, di S. Pietro d’Arena e di Nizza Marittima, utile per le pubblicazioni religiose e i libri per la scuola. Nella cartiera furono rinnovati diversi macchinari: rigatrici, cucitrici e taglierine. Le suore di Maria Ausiliatrice accolsero nel convitto le ragazze che lavoravano nella cartiera. Lo stabilimento fu venduto dai salesiani alla Società Bosso Giacomo, mantenendo il convitto e l’assistenza delle suore ad alcune lavorazioni. Anche l’attuale proprietà, Ahlstrom Turin Spa, volle conservare il ricordo di Don Bosco mantenendo la cappella e la stanza dove il Santo veniva a riposare. Sempre in Mathi Don Bosco acquistò una casa che doveva accogliere gli aspiranti al sacerdozio per la loro formazione: venivano chiamati Figli di Don Bosco.
La casa rimase dei Salesiani anche quando fu destinata all’accoglienza delle mamme anziane e malate dei sacerdoti salesiani accudite dalle suore di Maria Ausiliatrice. Le Suore si presero cura anche dell’asilo e dell’oratorio femminile. L’opera della casa Chantal terminò nel 1967, quando le suore lasciarono la casa, e divenne così «Casa di Riposo Chantal» parrocchiale. Fin dagli inizi l’Asilo Varetto, scuola materna, fu guidato dalle suore Salesiane. Ricostruito dopo la guerra, accolse anche il nido, come sostegno alle giovani mamme mathiesi. Nel 1983 le suore si ritirarono. Presso il Cotonificio Valle Susa nel 1917 fu aperto un convitto seguito dalle suore salesiane , in cui venivano accolte ragazze provenienti dal Veneto per lavorare nel cotonificio. Con l’aiuto dei cappellani salesiani presenti le ottime suore coltivarono anche molte vocazioni religiose. L’opera educatrice salesiana lasciò un grande segno di religiosità e di formazione cristiana nei mathiesi, che furono sempre devoti a Don Bosco.
Testo tratto da «La Voce del Popolo» del 28 dicembre 2014