Bollette, quaderni, cibo: lUnità vicina alle famiglie
La Commissione Caritas dellUp fa il punto sugli aiuti messi in campo nel 2012 e sulle prospettive
Vorremmo condividere con il lettore alcune riflessioni fatte sul servizio della carità nelle sei parrocchie dellUnità Pastorale 14.
In primo luogo è doveroso ricordare che i quartieri Aurora e Barriera Milano sono storicamente luoghi di forte immigrazione in cui è in corso un profondo cambiamento socio-economico iniziato con labbandono del territorio da parte delle grandi industrie.
I nostri quartieri erano popolari allinizio del Novecento e tali sono rimasti, anche se, ai loro margini, si stanno sviluppando nuovi insediamenti.
Le parrocchie da sempre hanno una particolare attenzione per le fasce deboli, inizialmente con le Conferenze di San Vincenzo, il Volontariato Vincenziano e il Fraterno Aiuto Cristiano e, successivamente, con altre istituzioni quali i Centri dAscolto, i Banchi alimentari, gli «amici» degli ammalati, i volontari di accompagnamento
I volontari che, a diverso titolo, operano nellambito della carità sono circa 200 su una popolazione di circa 90 mila persone.
Dalle nostre comunità parrocchiali, in prevalenza tramite i Centri dAscolto, vengono accolte ogni anno 1.200 famiglie e singoli in condizioni di disagio, in prevalenza straniere (65%). I paesi di provenienza di queste famiglie non sono distribuiti sui territori parrocchiali in maniera omogenea e in alcuni casi si discostano dalle medie della città per maggiori concentrazioni (es. magrebini). In prevalenza (70%) provengono da Marocco e Romania, ma anche da Nigeria, Moldavia, Perù e altri paesi.
Prendendo a riferimento i dati del 2012 balza evidente un disagio che travolge quasi tutte le famiglie accolte: la mancanza di lavoro e, o il reddito insufficiente.
È un problema la cui soluzione è al di fuori della nostra portata e, naturalmente, da quel «primo» problema ne nascono tanti altri: la morosità negli affitti, nelle quote di riscaldamento, nelle rate dei mutui, nelle bollette per le utenze domestiche, nella refezione scolastica,
ma, quel che forse è peggio, il disagio economico mina le relazioni in famiglia, incrina larmonia tra le coppie, blocca i giovani che vorrebbero costruirsi una famiglia, rode la vita degli anziani.
Di fronte a tale scenario il «servizio della carità» cerca di ottimizzare le risorse a disposizione per rispondere alle richieste presentate nel 2012 ma anche per sostenere le 1.600 famiglie che da tempo sono «in carico» ai servizi per la carità.
Gli aiuti economici alle famiglie disagiate nel 2012 ammontano a 70 mila euro, distribuiti per il 30% a sostegno di spese per la casa, per il 40% a copertura di utenze domestiche e per il 30% di altre spese quali, medicine, alimenti, dotazioni
Le limitate risorse hanno consentito solo la copertura del 20% di quanto sarebbe necessario dalle richieste pervenute e documentate.
Grazie alla Fondazione Banco Alimentare ed alla disponibilità di grandi operatori commerciali (Caat e supermercati), in quasi tutte le parrocchie dellUnità Pastorale 14, si distribuiscono «borse viveri» come aiuto continuativo a 840 famiglie. Nel 2012 ne sono state consegnate oltre 8 mila (in media una borsa al mese per ogni famiglia).
Spesso i problemi presentati ci spingono ad accompagnare ed orientare alla rete le famiglie e i singoli che si rivolgono alle nostre Comunità, per poter accedere ad opportunità offerte da Ufficio Pio, Fondazione Operti, Associazioni, Consulenti
Nel 2012 ne abbiamo «orientate» e accompagnate una sessantina.
Un servizio di carità tradizionalmente radicato è la visita periodica a 300 ammalati da parte di volontari e o ministri straordinari della Comunione (3 mila visite anno) cui si è aggiunto negli ultimi anni anche un servizio di accompagnamento anziani a terapie, visite mediche ecc.
Spesso ci interroghiamo sul servizio di carità che svolgiamo passando attraverso momenti di sconforto, fiducia, rammarico, ottimismo, una continua altalena a cui ci costringono le situazioni di disagio che incontriamo tutti i giorni. Loccasione della Visita Pastorale del Vescovo Cesare sarà per noi un importante momento di verifica per volgere il timone verso la rotta giusta che deve percorrere la Comunità Parrocchiale in questo particolare servizio.
Abbiamo voluto rappresentare graficamente lo «spazio» che i servizi di carità pensano di coprire attualmente ma certamente sarà opportuno verificarne lespandibilità.
Ne viene fuori un quadro in cui alcuni servizi, come laccoglienza, lascolto, le visite, laccompagnamento, le borse viveri, sono svolte al meglio delle nostre possibilità e comunque coprono in maniera abbastanza soddisfacente le esigenze dei poveri del territorio.
Sul problema del lavoro non abbiamo alcuna possibilità dintervento che non sia la segnalazione di qualche lavoro occasionale (incontro domanda-offerta) o lassegnazione di qualche borsa lavoro attraverso le iniziative specifiche.
Le «direttrici» su cui si potrebbe intervenire con maggiore efficienza ed efficacia sono quelle del sostegno economico, dellorientamento alla rete inter-parrocchiale e con le associazioni, della relazione instaurata con le persone che vada oltre loccasionalità dellincontro e dellaiuto contingente.
Per fare questo occorre, secondo noi, sensibilizzare e coinvolgere di più le comunità parrocchiali attraverso progetti «mirati», incrementare la formazione dei volontari della carità, aumentare la capacità di fare «rete» sul territorio.
Tra le tante domande che ci rivolgiamo in Commissione ne abbiamo scelte alcune che vorremmo condividere con il lettore. Come fare perché il servizio di carità non sia delegato a pochi addetti ma diventi il «sentire comune» della comunità cristiana? Come «regalare il Vangelo» attraverso gli aiuti economici, la distribuzione delle borse viveri, le visite a casa
? Quali sono gli interventi che oggi con questo tipo di disagio si possono e si debbono mettere in campo come Comunità Cristiane? Quali possono essere i passi da fare per stimolare la collaborazione tra i servizi di carità a livello parrocchiale e di Unità Pastorale?
Commissione Caritas UP14
Testo tratto da «La Voce del Popolo» del 10 marzo 2013