Cari amici,
«vacanza» è una parola che accende di solito la gioia negli occhi dei ragazzi che vanno a scuola, ma anche dei lavoratori che pensano alle prossime ferie. Ma tale parola vuol dire anche «mancanza»: vedi per esempio «sede vacante», «vacanza della legge»
Purtroppo questestate cè la sensazione che prevalga in molti questo secondo significato. Pen-siamo a tutti quelli che sono in «vacanza» per mancanza di lavoro o che comunque non faranno le ferie per mancanza di denaro. Quindi è molto problematico augurare questanno «buone vacanze». Potrebbe addirittura sembrare una sarcastica presa in giro
Tuttavia rimane vera anche unaltra prospettiva, che non vale solo per lestate ma per tutti i momenti. «Vacanza» può anche indicare più semplicemente un periodo di «tempo libero» (scelto o anche forzato), che essendo comunque «liberato» dalle preoccupazioni dello studio e del lavoro, può donare spazio per momenti di riflessione, preghiera, riposo, aggiornamento culturale e soprattutto «compagnia» serena e senza vincoli di impegni pressanti nella proprio famiglia, con gli amici e anche ritrovando rapporti che, nel nostro correre quotidiano, abbiamo trascurato (e certamente non ultimo, proprio quello con Dio).
Può anche significare maggior tempo a disposizione per aiutare chi sta peggio di noi (qualcuno cè sempre) in impegni di solidarietà attiva e ricca di umanità e amore per i più poveri e sofferenti. Allora, «buon tempo libero», chiedendo al Signore di saperlo sfruttare con questa intensità.
Torino, 1° luglio 2013
Mons. Cesare Nosiglia
Arcivescovo di Torino