«Un clima positivo e propositivo, caratterizzato dal desiderio di raccontare e condividere la creatività dei territori» ha contraddistinto il secondo incontro dei referenti diocesani del «Cammino sinodale» svolto a Roma il 13-15 maggio 2022 in preparazione alla 76ª assemblea dell’episcopato, in programma a Roma il 23-27 maggio. Hanno partecipato 242 referenti laici, presbiteri e diaconi, religiosi e suore e 12 vescovi delegati dalle Conferenze episcopali regionali.
Racconta mons. Erio Castellucci, Arcivescovo di Modena e Vescovo di Carpi, vicepresidente Cei, che si occupa dell’iniziativa: «La nota dominante è l’ascolto. È questo a dare sostanza al ‘Cammino sinodale’: dobbiamo lasciarci ferire dalle domande e vedere cosa emerge dalla raccolta dei sogni e delle critiche. Dobbiamo essere una Chiesa ‘camper’, che sa muoversi e accogliere, senza fissarsi sul terreno». Francesco parla di «Chiesa ospedale»; Castellucci di «Chiesa camper». La riflessione si concentra sulle istanze emerse dalle sintesi diocesane e proseguirà nell’assemblea «quando i Vescovi», riporta un comunicato Cei, «cercheranno di focalizzare le priorità su cui continuare il secondo anno del Cammino sinodale». Come è già successo in altre occasioni in passato, all’assemblea Cei «saranno presenti due referenti per regione, che porteranno il loro contributo. Le proposte che emergeranno saranno restituite ai territori per un ulteriore discernimento su base regionale e, recepite le integrazioni, verranno consegnate alle Chiese locali» in occasione del Congresso Eucaristico nazionale (Matera, 22-25 settembre).
Il «Cammino sinodale» continuerà nell’anno pastorale da settembre 2022 all’estate-autunno 2023 con la fase narrativa in cui ci sarà ancora spazio per l’ascolto e per il racconto della vita delle persone, delle comunità e dei territori. Conclusa la «fase narrativa», si aprirà la cosiddetta «fase sapienziale» nel 2023- 24 nella quale comunità e pastori ai impegneranno in una lettura spirituale delle narrazioni emerse nel biennio precedente, cercando di discernere «ciò che lo Spirito dice alle Chiese». Nel 2025 ci sarà la «fase profetica» che culminerà in un evento assembleare nazionale da definire: quindi per ora non si parla di «Sinodo per l’Italia» in senso classico, che non si è mai svolto.
Ma in questo «convenire» la Cei prevede che verranno assunte alcune scelte evangeliche, che le Chiese in Italia saranno chiamate a riconsegnare al popolo di Dio, incarnandole nella vita delle comunità nella seconda parte del decennio (2025-30).
«Nonostante la pandemia – dice Castellucci – abbia rallentato il percorso avviato nell’autunno 2021, abbiamo ‘scaldato i motori’ e le diocesi hanno vissuto il percorso con crescente entusiasmo; ne fanno fede i circa 50 mila incontri confluiti nelle 200 sintesi diocesane». Ma guai a far impennare l’auto (o la moto): «È presto per dire quali saranno le traiettorie sulle quali si concentrerà il secondo anno del ‘Cammino italiano’. Alcune convergenze si delineano. Fra tutte una: il magistero di Papa Francesco, con le sue sottolineature della gioia, dell’ascolto, della leggerezza, delle periferie e della bellezza, risuona in tutti i contributi, sotto forma di esperienze narrate, proposte e critiche».
Nei decenni passati non si parlava di «Cammino sinodale » ma non si possono dimenticare i 5 grandi convegni nazionali, realizzati a scadenza decennale, dalla Chiesa italiana dopo i Concilio Vaticano II (1962-65): «Evangelizzazione e promozione umana» (Roma, 1976); «Riconciliazione e comunità degli uomini» (Loreto, 1985); «Il Vangelo della carità per una nuova società in Italia» (Palermo, 1995); «Testimoni di Gesù Cristo speranza del mondo » (Verona, 2005); «In Gesù il nuovo umanesimo» (Firenze, 2015).
Pier Giuseppe ACCORNERO su «La Voce E il Tempo» del 19 maggio 2022