È sede abituale di preghiera per una cinquantina di persone ed è aperta tutti i giovedì e venerdì mattina, oltre che ogni secondo sabato del mese per visite guidate. Eppure la chiesa dell’Immacolata Concezione, meglio nota come Cappella dell’Arcivescovado, all’angolo tra via Arsenale e via Lascaris a Torino, è spesso indicata come «chiusa al pubblico» sui siti informativi del Comune così come su quello di PiemonteSacro. Un vero peccato, perché i 35 volontari della Sindone, coordinati da Giuseppe Sandiano, svolgono un servizio prezioso e qualificato, tenendo aperta la chiesa con regolarità e adoperandosi in ogni modo per far conoscere a cittadini e turisti questa perla del Barocco torinese, tradizionalmente attribuita per motivi stilistici al padre teatino Guarino Guarini.
Il complesso fu realizzato a partire dalla seconda metà del Seicento dai Padri Missionari, giunti a Torino su invito di Carlo Emanuele Filiberto di Simiana, marchese di Pianezza. I lavori durarono circa trentanni e la consacrazione avvenne nel 1697 alla presenza del nunzio Alessandro Sforza; la facciata fu completata solo nel 1730, in occasione della beatificazione di San Vincenzo de’ Paoli. Per volontà del re, nel 1776 i padri Missionari vennero spostati nel convento dei Santi Martiri e la loro Casa della Missione fu trasformata in Arcivescovado. Nella prima metà dell’Ottocento la chiesa divenne oratorio per le ordinazioni e le funzioni particolari dell’Arcivescovo: qui furono ordinati sacerdoti san Giuseppe Cafasso, il “prete dei condannati a morte”; san Giovanni Bosco, che dedicò tutta la sua vita ai giovani e ai figli dei ceti meno abbienti; e il beato Federico di Albert, fondatore dell’Istituto delle suore Vincenzine, oggi note come Albertine.
L’edificio presenta su via Arsenale un prospetto sinuoso, risultato dell’intersezione di due cerchi, uno dei quali (quello convesso) prosegue all’interno. La planimetria è determinata da due circonferenze di uguale diametro collocate alle estremità dell’asse longitudinale e separate da un rettangolo, che a sua volta si dilata trasversalmente in due cappelle. Gli interni sono impreziositi dagli affreschi di Giovanni Battista Crosato e da un altare dello scalpellino Casella.
Già restaurata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Torino nel 1988, quando accolse la visita di papa Giovanni Paoli II, la Cappella rimase chiusa per diversi lustri. Nel 2002 una violenta folata di vento scoperchiò i pluviali e fece cadere parte del cornicione, evidenziando il degrado prodotto nel tempo da infiltrazioni e muffe. Seguì un secondo restauro finanziato dalla Compagnia di San Paolo. La chiesa fu riaperta nel 2006 alla presenza del card. Severino Poletto, che ne sottolineò l’importanza in quanto edificio di culto «dedicato al mistero dellImmacolata Concezione da oltre duecento anni, ben prima che papa Pio IX ne proclamasse il dogma di fede l’8 dicembre 1854». In quell’occasione il presidente della Compagnia di San Paolo, Franzo Grande Stevens suggerì che la chiesa restasse aperta al pubblico almeno una volta alla settimana e che una volta al mese si organizzassero visite guidate.
L’invito fu raccolto dai volontari della Sindone della parrocchia Gesù Nazareno, che da allora consentono a migliaia di cittadini e turisti di visitarla ogni anno, fino a farla diventare luogo di preghiera abituale per decine di fedeli. La cappella dell’Arcivescovado è aperta tutti i giovedì e venerdì feriali, dalle 8.30 alle 12.30, a partire dal 20 settembre 2012. Le visite guidate si svolgono ogni secondo sabato del mese, a cura dell’Associazione “Guarino Guarini”, dalle 9.30 alle 11.30, con inizio l’8 settembre. Per informazioni: sandiano_p@libero.it.
Lara REALE
Testo tratto da «La Voce del Popolo» del 9 settembre 2012