LUnità pastorale 21 è arricchita dalla presenza sul territorio della Casa del Clero di corso Benedetto Croce che da oltre cinquantanni ospita sacerdoti anziani ed a riposo della diocesi. «Centinaia di sacerdoti hanno trascorso parte del loro ministero in questa casa racconta il direttore can. Marco Brunetti non si tratta di una residenza per preti in pensione, ma un luogo accogliente di fraternità e comunione dove le fatiche delletà anziana o della malattia diventano meno pesanti perché condivise con i confratelli; il ministero e gli impegni dei sacerdoti possono così proseguire in modo più sereno ed idoneo».
La Casa del Clero dal 1988 è gestita dalla Fraternità sacerdotale San Giuseppe Cafasso, costituita dal cardinal Ballestrero con il compito di assistere i sacerdoti anziani e ammalati della diocesi. I preti residenti nella casa negli anni sono aumentati così da rendere necessaria la sopraelevazione di un piano, il quarto, inaugurato il 2 settembre 2010 dal cardinal Severino Poletto, dove trovano ospitalità i sacerdoti disabili e non autosufficienti che necessitano di assistenza continua.
Attualmente gli ospiti della casa sono in totale 39, 11 al quarto piano e 28 negli altri piani; fra loro cè anche il decano del clero torinese con i suoi 101 anni compiuti, mons. Italo Ruffino. Prestano servizio ai sacerdoti e alla cura della casa quattro suore indiane dellAdorazione del SS. Sacramento che nel 2010 sostituirono le suore Pianzoline di Mortara, che per 49 anni hanno servito i sacerdoti che abitavano in questa dimora.
Lo scorso settembre lArcivescovo mons. Nosiglia ha inaugurato lultimo ampliamento della casa: un nuovo salone polivalente intitolato a san Giuseppe Cafasso.
«Il salone spiega don Brunetti risponde allesigenza di nuovi spazi comuni a servizio dei sacerdoti residenti, aumentati molto negli ultimi anni, e per favorire eventuali incontri di sacerdoti dellUnità pastorale 21, di quelle vicine o della diocesi stessa, favorendo in questo modo un maggior incontro fra il clero a riposo da impegni pastorali fissi o ammalato e il clero ancora in piena attività. Il salone permette inoltre conclude – la condivisione di alcuni momenti conviviali e di fraternità, di incontri formativi e spirituali».
Stefano DI LULLO
Testo tratto da «La Voce del Popolo» del 19 gennaio 2014