Casa, lavoro e prossimita’!

Una rete complessa per fronteggiare necessità in continua crescita: è l’impegno della Chiesa chierese sul fronte caritativo. La novità più recente è il centro d’ascolto «L’incontro», nato nel 2013 per volontà e col finanziamento dell’Unità pastorale 59: ha sede in via Nel 9 (tel. 366- 4295600, email centroascoltoincontro@ gmail.com). «Non eroghiamo fondi direttamente – premette il coordinatore Duccio Varetto – Mettiamo le persone in contatto col Consorzio socioassistenziale, oppure con i gruppi Caritas ecclesiali. L’obiettivo è usare al meglio le risorse disponibili, evitando sovrapposizioni ».

In città operano infatti il gruppo di Volontariato Vincenziano del Duomo, le conferenze di San Vincenzo di San Carlo e San Luigi, il Centro aiuto alla vita, il Comitato Medjugorje, il Centro Frassati, il Centro italiano raccolta. A seconda dei rispettivi carismi distribuiscono offerte (mai denaro diretto: si pagano bollette o affitti, ecc.), alimenti ricevuti dal Banco alimentare o da altre fonti, indumenti o altro materiale usato, ecc. «A causa della crisi economica le richieste sono in continuo aumento – prosegue Varetto – Nel 2014 il nostro Centro ha seguito 280 famiglie, pari a circa 900 persone». Anche la Caritas diocesana ha contribuito, affidando al Centro 10 mila euro ricavati dall’8 per mille. «Ma abbiamo avuto aiuti anche da altre fonti: per esempio l’associazione ‘Amici della biblioteca’ ci ha consegnato 850 euro da spendere in libri scolastici».

Ora c’è un progetto che sta prendendo corpo sul fronte dell’emergenza- casa: «I padri Vincenziani mettono a disposizione una parte del loro convento della Pace: si potranno ricavare quattro mini-alloggi». Per ristrutturare l’edificio e arredarlo occorreranno circa 500 mila euro: «Abbiamo ottenuto due finanziamenti dalla Compagnia di San Paolo: uno, da 100 mila euro, per i lavori edili e gli arredi, e l’altro di 20 mila per un progetto di ‘accompagnamento’ dei futuri abitanti». L’intenzione è infatti di aiutare anche sul piano formativo, orientare al lavoro, abituare alla gestione delle risorse. Se non sorgeranno intoppi, gli alloggi dovranno essere disponibili all’i nizio dell’autunno. Varetto ricorda anche le «adozioni di prossimità»: «Un gruppo di persone, un singolo o una famiglia si impegnano a sostenere una situazione di emergenza o a seguire nel tempo una persona in situazione di fragilità».

Le possibilità pratiche sono molte: «Qualche esempio: seguire dal punto di vista scolastico bambini che sono spesso a casa da soli; garantire un minimo di spesa settimanale ad anziani soli; cucinare il cibo qualche volta durante la settimana a persone che non sono in grado di farlo». E poi le due richieste fondamentali: «Casa e lavoro. Chi ha un alloggio sfitto si metta in contatto con noi, e offra la disponibilità ad affittarlo a un prezzo accessibile: noi garantiremo il pagamento mensile o, in caso contrario, un tempestivo trasloco della famiglia verso un›altra sistemazione. E poi lavoro, di ogni genere». In chiusura, c’è ancora spazio per un’ultima annotazione: «Una frase di Pierluigi Dovis, direttore di Caritas Torino, che ci interroga tutti. Lui afferma: se i cristiani fossero cristiani, non ci sarebbe bisogno della Caritas».

Enrico BASSIGNANA

Testo tratto da «La Voce del Popolo» del 15 febbraio 2015

 

condividi su