CEPIM – Down, risorsa per tutti

In via Canonica 4, nella Circoscrizione 2, esiste ed opera ormai da 36 anni una realtà associativa che si occupa di persone con sindrome di Down: il «Cepim-Torino – Centro Persone Down». Siamo genitori che si sono riuniti per sostenere le famiglie nel difficile compito educativo e migliorare la qualità della vita dei nostri figli. Negli anni abbiamo accompagnato centinaia di famiglie e di bambini con sindrome di Down agendo sempre in un’ottica di integrazione e di coinvolgimento attivo dei genitori nella costruzione del percorso educativo e di crescita personale. Operiamo su diversi fronti: sui soggetti con la sindrome per svilupparne il più possibile le capacità, sulle loro famiglie e sulla società per sensibilizzarla maggiormente e renderla più disponibile ad una vera integrazione.

Ci affiancano alcuni tecnici (psicologo, educatrice, insegnanti, psicomotricisti, logopedista, musicoterapista…) e tanti tanti volontari, quasi tutti giovani (quest’anno sono 123!), che per i nostri figli sono dei veri amici e dei grandi «maestri». Tutti insieme lavoriamo per far emergere le incredibili potenzialità affettive e cognitive delle persone con sindrome di Down e per aiutarle ad inserirsi nel mondo della scuola, dello sport e del lavoro, ad avere un loro posto nella società. Per raggiungere questi scopi offriamo sia interventi specialistici ad opera dei tecnici sia inserimenti in laboratori che curano gli aspetti logopedici, motori, didattici, psicologici, cognitivi, di autonomia, di manualità, di informatica, di teatro. Accogliamo ragazzi per il Servizio Civile Volontario e offriamo la possibilità di tirocinio a studenti di Scuole Professionali e dell’Università. Riteniamo inoltre essenziale il lavoro di rete e perciò collaboriamo con le strutture sociali, sanitarie e scolastiche, con gli Enti Locali e con le varie realtà che si occupano di disabilità.

Ma è importante anche dire che i genitori volontari che nel tempo si sono succeduti alla guida del Cepim hanno sempre creduto nella solidarietà tra genitori, nell’importanza della trasmissione delle esperienze e nella necessità di guardare alla disabilità come ad un’occasione di crescita e maturità sociale per la famiglia. Hanno cercato di far sentire la loro vicinanza ai nuovi arrivati, per i quali diventare un punto di riferimento e con i quali stringere relazioni di fiducia e di alleanza per affrontare, insieme, le sfide che ancora ci aspettano, perché il processo di crescita dei nostri figli, il nostro e della società in cui, da cittadini, operiamo, non è mai finito. Dobbiamo, infatti, porci sempre nuovi obiettivi e, al contesto, fare sempre nuove richieste. Perché le persone con sindrome di Down non finiscono di sorprenderci ed ogni giorno, con grande fatica, ma con grande entusiasmo e determinazione, riescono a raggiungere traguardi che ci stupiscono.

Mirella FLECCHIA

Presidente

Testo tratto da «La Voce del Popolo» del 19 aprile 2015

 

condividi su