Commento domenica 16 marzo 2014

Domenica 16 marzo 2014
(commento a cura dell’Ufficio per la pastorale sociale e del lavoro)
 
Ecologia. C’è anche quella umana
“Dell’amore del Signore è piena la terra” (Salmo 32)
In questa riflessione ci guida il luminoso magistero di Papa Francesco, che ha esortato più volte, fin dall’inizio del suo pontificato, a “coltivare e custodire il creato”. E’ un’indicazione di Dio data non solo all’inizio della storia, ma a ciascuno di noi; è parte del suo progetto; vuol dire far crescere il mondo con responsabilità, trasformarlo perché sia un giardino, un luogo abitabile per tutti. Il “coltivare e custodire” non comprende solo il rapporto tra noi e l’ambiente, tra l’uomo e il creato, riguarda anche i rapporti umani. E’ necessario parlare di ecologia umana, strettamente legata all’ecologia ambientale. Noi stiamo vivendo un momento di crisi; lo vediamo nell’ambiente, ma soprattutto lo vediamo nell’uomo.
 
Come la famiglia può diventare una scuola per la custodia del creato e la pratica di questo valore? Tre possono essere gli elementi ispiratori.
Gratuità. La famiglia è maestra della gratuità del dono, che per prima riceve da Dio. Il dono è il suo compito e la sua missione nel mondo. È il suo volto e la sua identità. Solo così le relazioni si fanno autentiche e si innesta un legame di libertà con le persone e le cose. È una prospettiva che fa cambiare lo sguardo sulle cose. Tutto diventa intessuto di stupore. Da qui sgorga la gratitudine a Dio, che esprimiamo nella preghiera a tavola prima dei pasti, nella gioia della condivisione fraterna, nella cura per la casa, la parsimonia nell’uso dell’acqua, la lotta contro lo spreco, l’impegno a favore del territorio.
 
Reciprocità. La famiglia ha una importanza decisiva nella costruzione di relazioni buone con le persone, perché in essa si impara il rispetto della diversità. È in famiglia che la diversità, invece che fonte di invidia e di gelosia, può essere vista fin da piccoli come ricchezza. Già nella differenza sessuale della coppia sponsale che genera la famiglia c’è lo spazio per costruire la comunione nella reciprocità.
 
Riparazione del male. In famiglia si impara anche a riparare il male compiuto da noi stessi e dagli altri, attraverso il perdono, la conversione, il dono di sé. Si apprende l’amore per la verità, il rispetto della legge naturale, la custodia dell’ecologia sociale e umana insieme a quella ambientale. Si impara a condividere l’impegno a “riparare le ferite” che il nostro egoismo dominatore ha inferto alla natura e alla convivenza fraterna. Da qui, dunque, può venire un serio e tenace impegno a riparare i danni provocati dalle catastrofi naturali e a compiere scelte di pace e di rifiuto della violenza e delle sue logiche. È un impegno da condurre avanti insieme, come comunità, famiglia di famiglie. Perché i problemi di una famiglia siano condivisi dalle altre famiglie, attenti a ogni fratello in difficoltà e ogni territorio violato.
 
(testo tratto dal Sussidio per la Quaresima 2014 a cura degli Uffici diocesani)

condividi su