Lunedì 4ª settimana di Quaresima (Is 6517-21; Sal 29; Gv 4, 43-54)
«Va’, tuo figlio vive» (Gv 4, 51)
Cana di Galilea è il luogo mitico dei miracoli di Gesù: prima la trasformazione dellacqua in vino, ora la guarigione del figlio del funzionario del re. Forse, proprio perché luogo dei miracoli, si ritiene non sia esistito geograficamente, e di fatto nessuno sa dove si trovasse.
Come Emmaus è il luogo dellincontro con Gesù risorto che non esiste su nessuna carta geografica. Forse perché i miracoli avvengono in ogni luogo senza che neppure ce ne accorgiamo e Gesù risorto possiamo incontrarlo soprattutto nella nostra coscienza. Basta cercarlo e volerlo vedere.
Il funzionario cerca il miracolo ma non si fida ciecamente: è un atteggiamento umano più che comprensibile, perché la posta in gioco è troppo alta per permettersi delle leggerezze: si tratta della vita di suo figlio. Esattamente come Marta, nel momento prima della risurrezione di Lazzaro, esprime qualche dubbio sullatteggiamento di Gesù (Gv 11,39).
Ed ecco che vita e fede si incontrano, vita espressa dalla malattia del figlio e fede che trova forma nella richiesta di guarigione. Ma, come la vita non è mai quella che ci attendiamo, così la fede non può essere perfetta come daltronde è incompleto luomo che la esprime.
Ma se luomo incompleto si mette in cammino, va a Cana, riconosce il suo bisogno di Dio, ecco che allora limperfezione diventa perfetta in Cristo, il quale può ricapitolare in sé tutte le cose (Ef 1,10).
Il vero miracolo non è la guarigione del figlio, ma la povera fede del padre che supplica Dio perché il miracolo avvenga.