Venerdì 4ª settimana di Quaresima (Sap 2,1a. 12-22; Sal 33; Gv 7,12. 25-30)
«Tendiamo insidie al giusto, che per noi è dincomodo e si oppone alle nostre azioni» (Sap 2,12)
Chi è, oggi, il giusto? Una persona inarrivabile, speciale? Penso sia colui/colei, cristiano e non, che vive coerentemente con quanto crede, con i suoi ideali facendo entrare questa sua fede in tutte le pieghe della vita, nelle piccole come nelle grandi cose. Questo modo di vivere, inevitabilmente, lo espone ad un ondata di violenza poiché la sua parola, il suo comportamento, la sola sua presenza, la sua diversità è una critica al modo di vivere dei più. È meglio, allora, toglierlo di mezzo.
Sappiamo che il cristiano, che sceglie di camminare dietro a Cristo, che vuole essere fedele al Vangelo, deve, prima o poi, fare i conti con questa ostilità. D’altronde Gesù non ce lo ha mai nascosto: «Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me» (Gv 15,18), «Del resto, tutti quelli che vogliono vivere pienamente in Gesù Cristo saranno perseguitati» (2Tm 3,12)
Tutto ciò mi provoca, mi spinge ad un esame di coscienza. Come vivo i miei impegni battesimali? Cè coerenza tra ciò che prego e ciò che vivo o sono anchio tra coloro che si conformano alla mentalità generale, allo stile di vita di tutti? Nel mio quotidiano vivo da persona giusta?
Sì, non è facile essere coerenti, essere di Cristo e vivere secondo la Sua logica ma non è impossibile. Tante persone, ogni giorno, ce lo testimoniano dicendoci che vivere da persone giuste non è un utopia o, nel migliore dei casi, una possibilità riservata a pochi: è semplicemente la conseguenza del nostro essere battezzati e quindi di Cristo.