Il numero di giugno 2024 di «Donne, Chiesa, Mondo», il mensile femminile de «L’Osservatore Romano» curato da Rita Pinci, racconta esperienze di sorellanza intesa come forza trasformativa capace di trascendere barriere culturali, religiose e geografiche.
La prima esperienza di cui si parla è quella di «Sorelle diocesi», l’iniziativa partita da Napoli che coinvolge già sette diocesi italiane con l’obiettivo di far conoscere e condividere il patrimonio di contributi religiosi, culturali e sociali delle donne.
Focus quindi su due ordini di religiose, le Certosine e le Paoline, che incarnano lo spirito di sorellanza da prospettive diverse, ma sempre sostenendo comunità e promuovendo il bene comune.
Le Certosine – di cui scrive Maria Giuseppina Buonanno, giornalista di «Oggi» – ordine monastico fondato da san Bruno di Colonia nel secolo XI, rappresentano una delle forme più rigorose di vita contemplativa. Lontane dalla società, ma non sono isolate dal mondo, vivono in silenzio e raccoglimento, pregando per l’umanità e cercando di avvicinarsi sempre più a Dio. Un modello di vita austero e dedicato che dà forma a una sorellanza spirituale. Seppur in numeri minimi, le Certosine sono in crescita: hanno cinque monasteri e in tutto il mondo sono oggi appena 63, ma vent’anni fa erano 49.
Le Paoline, fondate dal beato Giacomo Alberione all’inizio del XX secolo, fanno invece della comunicazione il loro carisma principale. Note per il loro dinamismo, vedono nei media un mezzo per promuovere la fede e i valori cristiani e dimostrano come la sorellanza possa anche esprimersi nell’azione e nel contatto diretto con la società utilizzando strumenti moderni per diffondere un messaggio eterno. Come spiega Vittoria Prisciandaro, giornalista di «Jesus», hanno rinnovato il logo e, pur mantenendo il loro punto di forza nella rete delle librerie, raccolgono ora la sfida del digitale sviluppando il settore web e multimediale.
Scienza, cuore e missione cristiana mettono insieme i Medici con l’Africa – Cuamm che, come racconta in un ampio reportage la giornalista Diamante d’Alessio, in Mozambico sostengono l’associazione di donne sieropositive Kuplumussana, esempio di come la sorellanza possa tradursi in azioni concrete di solidarietà e assistenza.
Si parla in questo numero anche di medicina narrativa, strumento potente per costruire legami e promuovere la comprensione, con la testimonianza di Alessandra Comazzi, giornalista de «La Stampa». Raccontare le storie di malattia e guarigione non solo umanizza il rapporto medico-paziente, ma costruisce una rete di supporto che va oltre la cura fisica.
Infine Laura Eduati, scrittrice e giornalista (scrive per «La Stampa»), racconta la vicenda umana e spirituale di Maria Gaetana Agnesi, dama del Settecento milanese, una delle più brillanti matematiche di tutti i tempi che voleva farsi monaca ma il padre glielo impedì, e che alla fine non accettò la prima cattedra di Matematica offerta a una donna per dedicarsi ai poveri e agli esclusi. Mentre Gudrun Sailer, giornalista di «Vatican news», descrive l’esperienza in Austria della giovane teologa Sabine Meraner, 31 anni, che dirige una parrocchia. Con tanto di stipendio, ferie e, quando sarà, pensione.
Tutti gli articoli si possono leggere gratuitamente sul sito: https://www.osservatoreromano.va/it/donne-chiesa-mondo.html