Nel pensiero di S. Giuseppe Cottolengo la dignità della persona consiste nel provvedere ai bisogni primari, cercando di arginare lo svantaggio sociale. ll Cottolengo durante tutta la sua vita si è sempre preoccupato delle persone che bussavano alla porta della sua Opera attivandosi senza sosta per aiutarli a ritrovare la dignità, offrendo loro cibo, vestiti, assistenza, accoglienza, ricovero.
La campagna sulla dignità parte dai bisogni umani (che possono essere suggeriti o esplicitati) per poi far anche emergere il percorso che porta ciascun individuo alla realizzazione della propria vita attraverso il lavoro, il riconoscimento di se stessi e delle proprie capacità. Sfamare solo le persone, vestirle, dar loro una casa, non può bastare: si tratta di un piccolo passo all’interno di un percorso più ampio di restituzione della dignità che pone al centro l’individuo e i suoi bisogni fisici ma anche emotivi. Per questo San Giuseppe Cottolengo si è sempre premurato all’interno del suo Istituto di insegnare ai suoi ospiti un mestiere, consapevole del fatto che: «Anche i piccoli hanno la loro dignità e il lavoro è dignità».
Una persona abbandonata che ha perso il lavoro, la famiglia, gli amici, ha la necessità e il diritto di costruirsi un futuro. La campagna «Essere Umani» mira a sensibilizzare le persone sul tema della dignità e della perdita delle certezze. Persone che sono al margine della società e si sono trovate senza nulla se non la speranza, in fondo ai loro occhi azzurri, poiché qualcuno li ha ascoltati, accolti, dato il necessario e restituito la dignità.
Questa speranza è fatta di numeri che tutti i giorni il Cottolengo realizza con la sua opera: 130.000 pasti all’anno, 455.000 prestazioni sanitarie, 5.000 bambini aiutati in tutto il mondo, 5.000 disabili e anziani assistiti, 3.000 persone accolte nelle strutture residenziali. Queste persone sono avvolte dal calore di un amore che non è solo umano, ma che trova le sue radici nel Vangelo di Mt. 25 dove ogni cosa che sarà fatta al più piccolo dei fratelli nel bisogno sarà fatta al Signore.
Alla luce di tutto questo ogni giorno religiosi e laici si prodigano ad alleviare queste sofferenze per dare serenità e gioia a tutte quelle persone che hanno perso il sorriso. Attraverso questa campagna il Cottolengo vuole essere un portavoce per tutti coloro che quotidianamente passano inosservati, vivono nell’ombra, ma meritano di ricevere la luce della speranza.
Cos’è un essere umano senza dignità? Questa la domanda che colpisce al cuore e arriva diretta dall’Opera del Cottolengo. Con grande coraggio ed estrema umanità ecco apparire, in giro per la città di Torino, una gallery di volti che emergono dall’oscurità che fino a oggi li ha tenuti prigionieri. Sono esseri umani come noi. La luce che si accende nei loro sguardi è quella della speranza, della fiducia in un’umanità ancora possibile. È l’azzurro dei loro occhi che risveglia le nostre coscienze e parla di un’umanità ancora possibile, quella che si respira nella Piccola Casa della Divina Provvidenza e che ha testimoniato con il suo grande esempio il Cottolengo.
Al via il primo flyth di una campagna pensata in multisoggetto e che prevede tre step nel corso del 2016, per una comunicazione che intende rinnovare e rafforzare il messaggio originale del Cottolengo avvicinandolo al grande pubblico. Essere umani: una chiamata all’azione per essere migliori, sempre più umani.
Noodles Comunicazione, diretta da Marco Prunotto, firma la nuova campagna sociale della Piccola Casa scegliendo scatti fotografici intensi e d’impatto che trasformano la città in uno spazio espositivo a cielo aperto.
Per ulteriori info: donazioni@cottolengo.org