I giovani dellUnità pastorale 16 si preparano ad accogliere lArcivescovo: in particolare i ragazzi di San Giulio dOrta (corso Cadore 3) e di Santa Croce (via Gattinara 12), due delle realtà più giovani e «vive» della zona, desiderano presentare a mons. Nosiglia le numerose attività punto di riferimento per la vita e laggregazione del quartiere. Se, come ha più volte sottolineato Francesco, la Chiesa deve essere «missionaria e di frontiera», i giovani delle due parrocchie credono davvero in una Chiesa che «non solo accoglie e riceve tenendo le porte aperte, ma che pensa e trova nuove strade, che è capace di uscire da se stessa e di andare verso chi non la frequenta».
A iniziare dalla Gioc (Gioventù operaia cristiana), presente a San Giulio da ormai 15 anni, che con 16 militanti segue i ragazzi nel periodo successivo al catechismo (nei così detti «gruppi base») e, dopo la quarta superiore, propone loro la scelta di entrare e impegnarsi nellassociazione. «Prima di tutto formandoci noi stessi facendo gruppo militanti e poi mettendoci a disposizione della comunità, proponiamo ai giovani un cammino educativo e di graduale scoperta del Vangelo che li porta ad essere protagonisti impegnati e testimoni della loro esperienza nel posto di lavoro, nel quartiere, a scuola e a vivere una fede incarnata nella vita spiega il responsabile della zona, Mario de Falco – Tramite laggregazione vogliamo poi arrivare a quei ragazzi che generalmente sono fuori dai circuiti parrocchiali, gli invisibili, che in pochi considerano e che in molti vedono come scomodi». «Siamo molto felici della visita del Vescovo continua e, venerdì 6 dicembre, prima di partire per Bergamo per il Congresso nazionale, saremo contenti di fargli visitare la nostra sede presso il centro Michele Rua».
Altra realtà giovanile centrale per la vita della parrocchia sono gli scout dell Agesci (Associazione guide e scout cattolici italiani), per lesattezza il gruppo Torino 30 nato nel 1999 dallunione del gruppo Torino 2 (parrocchia Maria Ausiliatrice) e Torino 20 (parrocchia Santa Giulia). «Attualmente siamo 125 persone spiega la capogruppo Marzia Righetti , e dal 2004 collaboriamo con le altre realtà parrocchiali per offrire una molteplice proposta pastorale che abbia al centro i ragazzi e la loro crescita come uomini, cittadini e credenti».
San Giulio dOrta vanta poi un oratorio molto attivo. Ogni sabato pomeriggio una ventina di animatori propongono a più di 60 ragazzini un momento di svago e di incontro. «Rinato ormai una decina di anni fa spiega la responsabile Roberta Nisama loratorio della nostra parrocchia è un importante centro di aggregazione, che lavora in rete con gli altri oratori dellUnità pastorale. Ad esempio, proprio in occasione della visita dellArcivescovo, sabato 6 dicembre ci ritroveremo a San Gaetano per fare festa tutti insieme».
Forte il legame con Santa Croce, che conta 25 animatori e circa 70 ragazzi. «È una realtà viva e stimolante spiega don Roberto Populin, alla guida della parrocchia da 4 anni e responsabile della Unità pastorale giovani -. Abbiamo anche 30 ragazzi delle elementari e delle medie che ogni domenica svolgono il servizio di chierichetti, oltre a formare la nostra squadra di calcio. Tra loratorio, il catechismo e le attività portate avanti con le altre parrocchie come i ritiri di avvento, di quaresima, le giornate di formazione, le settimane comunitarie posso dire che i giovani di Santa Croce, e più in generale dellUnità pastorale 16, sono un bel gruppo, propositivo e presente. Certo il cammino è ancora lungo e cè da lavorare sullaspetto spirituale, ma molto è già stato fatto».
Come sottolinea don Silvano Bosa parroco a San Giulio dal 2004 «è importante che i giovani abbiamo luoghi di riferimento in cui confrontarsi, maturare e identificarsi. In questo modo diventano in grado di superare i momenti difficili ed essere fedeli agli impegni presi. Centrale, soprattutto oggi, è la formazione personale che porta i nostri ragazzi a crescere e a darsi agli altri».
Irene FAMA
Testo tratto da «La Voce del Popolo» del 17 novembre 2013