«Apriremo due porte Sante:
Domenica 13 dicembre, nel pomeriggio alle ore 15,30 si aprirà a Torino in Cattedrale la Porta Santa del Giubileo, attraverso la quale, durante l’anno, passeranno tanti pellegrini ogni sabato pomeriggio (ragazzi e giovani cresimandi) e ogni domenica pomeriggio (le Unità pastorali, suddivise per distretto). Passata la Porta Santa si celebrerà in Cattedrale una Liturgia della Parola sulla misericordia e si avrà la possibilità di accedere al sacramento della Riconciliazione. Saranno anche promossi pellegrinaggi per disabili e malati, come per la Sindone. D’intesa con la Sovrintendenza si provvederà ad attrezzare la Cattedrale con un adeguato scivolo per permettere a tutti di passare la Porta Santa.
Ricordo che il passaggio della Porta Santa offre al pellegrino la speciale grazia dell’Indulgenza plenaria, alla condizione che il singolo fedele celebri il sacramento della Penitenza e dell’Eucaristia, reciti la professione di fede (il Credo), dica una preghiera secondo le intenzioni del Papa. Il Papa invita poi in modo speciale a riflettere sulle e compiere le opere di misericordia verso il prossimo. Tali opere sono corporali e spirituali. Le prime: dare da mangiare a chi ha fame; da bere a chi ha sete; vestire chi è nudo; accogliere gli stranieri e i senza tetto; visitare i malati; visitare i carcerati; seppellire i morti. Le seconde: consigliare i dubbiosi; insegnare agli ignoranti; ammonire i peccatori; consolare gli afflitti; perdonare le offese; sopportare pazientemente le persone moleste; pregare Dio per i vivi e per i morti.
L’indulgenza plenaria è applicabile come suffragio anche per i propri defunti.
Domenica 20 dicembre alle ore 12,30 si aprirà una seconda Porta Santa. Sarà quella in-terna della chiesa del Cottolengo, alla Piccola casa della Divina Provvidenza, dove ogni giorno più di 500 persone vanno alla mensa, centinaia al Centro di ascolto, molti disabili trovano acco-glienza nei vari gruppi diurni di ospitalità, oltre a tutti gli anziani che dimorano nelle diverse case di accoglienza. In esso ha sede anche il grande Ospedale e diverse realtà rivolte a minori e famiglie. Questa iniziativa al Cottolengo vuole sottolineare che una Porta Santa da passare per avere la salvezza, per il cristiano ma anche per ogni uomo e donna di buona volontà, è quella dei poveri: essi ci introducono alla vera vita in Gesù Cristo, ci fanno da guida verso il nostro Signore e ci comunicano il suo amore più grande.
Dopo quest’apertura seguirà alle 13 un momento conviviale con la partecipazione dei po-veri e delle personalità del nostro territorio in ambito istituzionale, economico e finanziario, cul-turale, sociale e del volontariato. Vogliamo che si attivi una conoscenza diretta e un incontro fraterno con i poveri, nell’ascoltarli e dialogare con loro allo stesso tavolo, per scoprire quanto grande sia la loro umanità e i valori di cui sono ricchi e possono offrire a tutti. Anche questo fa parte delle opere di misericordia che il Giubileo ci invita a compiere*.
Infine, il 9 aprile 2016 la Diocesi ha promosso un pellegrinaggio a Roma per ringraziare Pa-pa Francesco della sua visita a Torino e celebrare l’Anno Santo in San Pietro, sulle tombe dei martiri. L’udienza col Papa è fissata per le ore 11. Seguirà il passaggio della Porta Santa della basilica vaticana, nella quale alle ore 15 celebreremo la Santa Messa. L’Opera diocesana pellegrinaggi ha promosso diversi itinerari per favorire quanti intendono partecipare. Le parrocchie possono essere il punto di riferimento più immediato per prenotarsi.
Un invito rivolto a tutti
I segni di prossimità che la nostra Chiesa diocesana sta ampliando e rafforzando richiedono, anzitutto e soprattutto, una presenza forte e convinta di volontari che sappiano mettere a disposizione tempo, competenze e passione. Il Centro diocesano Caritas “Le due Tuniche” è ogni giorno stracolmo di persone, che a volte formano file lunghe, essendo aumentate di molto. Ne apriremo dunque un secondo entro breve tempo.
Abbiamo perciò bisogno per questo – e per tante altre realtà caritative e di solidarietà – di persone disponibili a mettersi in gioco nel servizio volontario. Per tale ragione chiedo a quanti possono, anche se con sacrificio, offrire un po’ di tempo e una normale attenzione all’ascolto dell’altro, di farsi avanti, contattando la Caritas diocesana. Un bel modo per farsi dono agli altri e per riuscire a migliorare la concreta vicinanza ai fratelli più fragili. Ma anche un dono per se stessi, perché più si dà e più si riceve.
Con vivo augurio per l’Avvento vi benedico».