È dall’inizio degli anni ’70 che, attorno al cuore pulsante della Torino operaia, i giovani della Gioc (Gioventù Operaia Cristiana) animano le comunità di Mirafiori Nord. Nato grazie all’impegno di alcuni ragazzi delle comunità parrocchiali di Gesù Redentore, Pentecoste e Ascensione del Signore il gruppo della Gioc ha sviluppato, in linea con i principi del movimento, una proposta educativa e di animazione sociale rivolta in particolare ai giovani di ambiente popolare. Sono 45 attualmente i militanti, di età compresa tra i 19 e i 30 anni, che popolano la zona di Mirafiori e sono circa 24 i giovani appena maggiorenni che seguono un percorso di avvicinamento al movimento.
La Gioc a Mirafiori opera negli ambienti di vita dei ragazzi e attiva con loro percorsi di accompagnamento, al lavoro e non solo, seguendoli nelle scelte e nelle prese di coscienza e di responsabilità verso se stessi e verso gli altri. Forte è il legame con la parrocchia (o in questo caso con le tre parrocchie presenti sul territorio) e da sottolineare è il percorso di formazione successivo al catechismo, proposto dalla Gioc, che ad oggi conta 11 gruppi (i così detti «gruppi base»).
«Inoltre racconta uno dei due responsabili Gioc della zona di Mirafiori, Davide Marchiori questa zona, negli anni passati, era nota anche per il suo lavoro di aggregazione di giovani sul territorio, fuori dai percorsi tradizionali di evangelizzazione. Oggi si è messo un po’ da parte l’aspetto aggregativo per concentrarsi su quello educativo dei gruppi e sulla collaborazione con altre realtà della zona. Interessanti infatti le sinergie emerse con alcuni progetti sull’informazione e la prevenzione delle dipendenze realizzati in collaborazione con il Comune di Torino, la Circoscrizione 2 e l’Asl TO1. «Uno degli obiettivi che la Gioc si sta ponendo da alcuni anni a questa parte, e che il gruppo di Mirafiori ha come priorità continua – è quello di partecipare più attivamente alla vita della Circoscrizione, partecipando ai tavoli di lavoro delle commissioni e stimolando azioni attraverso le opportunità che questo tipo di interazione può offrire».
«Ora dice l’altro responsabile di zona Claudio Bortolussi attendiamo la Visita pastorale. Con l’arrivo del Vescovo sul territorio speriamo che possa rendersi conto di quanta vitalità e di quanta energia rinnovatrice sono portatori i giovani (come lui stesso ha dichiarato recentemente), che invece sono spesso sottovalutati o accusati di mancanza di valori. Siamo certi che i giovani possano e debbano essere la forza che rigenera la società, e che sia importante scommettere su di loro, dando responsabilità e importanza alle loro vite, ascoltandoli e aiutandoli ad agire nei loro ambienti di vita».
Irene FAMÀ
Testo tratto da «La Voce del Popolo» del 29 gennaio 2012