«Vi chiedo una preghiera particolare per me e per tutti i cardinali, perché questo evento, che è un evento pienamente umano, sia un evento pienamente spirituale, cioè un evento in cui lo Spirito può soffiare con il suo alito, con la sua forza, con l’impeto della direzione che Lui solo sa mostrare». Con questo appello, al termine della Veglia di suffragio per papa Francesco il 23 aprile 2025 nella Cattedrale di Torino, il card. Roberto Repole, arcivescovo di Torino e vescovo di Susa, ha condiviso con i fedeli la notizia della propria imminente partenza per Roma «per celebrare i funerali del papa Francesco e poi per le riunioni dei cardinali e per il Conclave».
(QUI LE VARIAZIONI DEGLI IMPEGNI IN DIOCESI DEL CARD. REPOLE)
FUNERALI
Si terrà 𝘀𝗮𝗯𝗮𝘁𝗼 𝟮𝟲 𝗮𝗽𝗿𝗶𝗹𝗲 2025, alle ore 10, primo giorno dei Novendiali*, sul sagrato della Basilica di San Pietro, la Messa esequiale di Papa Francesco, secondo quanto previsto nell’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis. La liturgia esequiale sarà presieduta dal cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio Cardinalizio. Al termine della celebrazione eucaristica avranno luogo l’Ultima commendatio e la Valedictio. Di seguito il feretro sarà portato nella Basilica di San Pietro e da lì nella Basilica di Santa Maria Maggiore per la tumulazione.
Per quanti, da Torino e Susa, desiderassero partecipare alle esequie a Roma, l’Opera Diocesana Pellegrinaggi ha predisposto un pacchetto di viaggio, i cui dettagli sono disponibili nell’allegato a fondo pagina.
La Basilica Vaticana resterà aperta ai fedeli che vogliono visitare la salma del Pontefice nei seguenti orari: mercoledì 23 aprile dalle ore 11 alle 24; giovedì 24 aprile dalle ore 7 alle 24; venerdì 25 aprile dalle ore 7 alle 19.
(*i Novendiali sono le Messe in suffragio del Papa defunto celebrate per nove giorni consecutivi a partire dalla Messa esequiale)
CONCLAVE
Dal giorno delle esequie, sabato 26 aprile, si svolgeranno le celebrazioni particolari (Novendiali) nella basilica di San Pietro, e i cardinali si ritroveranno nelle Congregazioni generali che precedono l’inizio del Conclave e quell’«extra omnes» (fuori tutti) che sarà pronunciato all’interno della Cappella Sistina.
Secondo le norme della Universi Dominici Gregis, il Conclave – dal latino “cum clave” cioè chiuso “a chiave” – inizia il percorso tra il quindicesimo e il ventesimo giorno dalla morte del Papa: in questo caso sarà quindi tra il 5 e il 10 maggio.
Gli aventi diritto al voto sono 135 sul totale di 252. Gli elettori effettivi sono i porporati con meno di 80 anni.
I cardinali elettori durante il periodo di voto in Conclave trovano sistemazione presso Santa Marta, dove è fatto divieto di utilizzare qualsiasi dispositivo o mettersi in contatto con l’esterno. Per tutti è prevista una stretta vita comunitaria all’interno di un salone con un unico piatto a pranzo e a cena: norme simili e cambiate leggermente nel tempo rispetto a quelle dei primissimi conclavi.
Ogni cardinale indossa la veste rossa, il rocchetto (che è la sopraveste bianca), la mozzetta (la mantellina corta che copre le spalle), e la berretta (cappello di forma cubica con tre alette rigide e fiocco sulla parte superiore).
Una volta chiusi all’interno della Cappella Sistina, inizia la votazione: il nome del prescelto viene indicato su una scheda sotto la frase «Eligo in Summum Pontificem»: ogni singolo cardinale elettore, con la scheda piegata e ben visibile, la adagia su un piatto in argento poggiato sopra l’urna, facendolo scivolare all’interno.
Conclusa la sessione di voto, i primi due scrutatori aprono e leggono in silenzio il nome scritto sulla scheda, mentre il terzo pronuncia il nome: a quel punto, alla fine, le schede vengono forate, legate insieme, e quindi bruciate all’interno della stufa. Se nessuno raggiungerà i due terzi di voti, verrà aggiunta alle schede da bruciare una miscela di perclorato di potassio, antracene e zolfo, che colorerà il fumo di nero: nulla di materiale può rimanere sull’elezione del nuovo Santo Padre.
Ogni giorno ci sono due fumate: una alla fine della mattina intorno alle 12 e l’altra alle 19.
Se invece l’elezione sarà giunta a termine, il decano si rivolgerà al candidato eletto per chiedergli se accetta o meno l’incarico e quale sarà il nome scelto. Solo a quel punto verranno bruciate le schede aggiungendo a carte e combustibile una miscela clorato di potassio, lattosio e colofonia che annuncerà, con il colore bianco e dal comignolo della cappella Sistina, l’elezione del nuovo Papa.
Dopo la 33esima o 34esima votazione si passa direttamente, e obbligatoriamente, al ballottaggio fra i due cardinali che avranno ricevuto il maggior numero di voti nell’ultimo scrutinio. Anche in questo caso, però, sarà sempre necessaria una maggioranza dei due terzi. I due Cardinali rimasti in lizza, inoltre, non potranno partecipare attivamente al voto. Se per un candidato i voti raggiungono i due terzi dei votanti, l’elezione del Pontefice è canonicamente valida.
Il Conclave finisce ufficialmente con l’arrivo del nuovo vescovo di Roma e capo della Chiesa Cattolica nella Cappella Sistina, con indosso i paramenti bianchi. Sarà il cardinale protodiacono a dare l’annuncio dell’elezione dalla loggia centrale della basilica di San Pietro, con la frase «Nuntio vobis gaudium magnum», ossia «Vi annuncio una grande gioia».
Giovanni Paolo II ha introdotto poi una nuova tradizione, che prevede qualche parola ai fedeli pronunciata dal nuovo Papa subito dopo la sua apparizione davanti ai fedeli e ai giornalisti provenienti da tutto il mondo che, davanti al colonnato di San Pietro, hanno atteso magari per giorni questo momento. Papa Francesco verrà ricordato anche per l’esordio con il suo «Fratelli e sorelle, buonasera».