La comunità di San Gillio, dedicata a Sant’Egidio, ha una storia recente (10 anni) molto interessante dal punto di vista pastorale. È nuova anche l’esperienza di accorpamento di parrocchie vicine sulla carta geografica, ma diverse per mentalità e composizione umana. San Gillio e Pianezza sono affidate a Don Beppe Bagna, ma il parroco residente è un’équipe di Sacerdoti disponibili a rotazione per garantire i servizi necessari. A don Beppe sono affidate «tutte le gioie ed i dolori» che una simile trasformazione comporta. Va da sè che il ruolo dei Laici è indispensabile e fondamentale per portare avanti il «nuovo»: ufficio parrocchiale, catechesi, oratorio, liturgia manutenzione ordinaria, ecc.
In questi dieci anni, si è lavorato per adeguare ambienti e strutture pastorali, trasformando l’esistente secondo le nuove regole Asl e di sicurezza. Anche la mentalità va evolvendosi, ma è più lenta. Sorgono responsabilità laicali che fan ben sperare: gruppo famiglia, liturgia, amministrazione, oratorio, Caritas; si cerca la collaborazione con le varie associazioni già presenti sul territorio; intanto la sperimentazione di questi dieci anni può essere esemplare per capire dove e come sta andando il cammino della diocesi nei confronti di questa esigenza di trovare un orientamento per il territorio e la presenza del presbitero nella comunità parrocchiale. Per gli aspetti buoni e positivi, diciamo grazie a quanti ci hanno dato una mano, per le difficoltà e per il negativo, la misericordia di cui parla sovente il Papa Francesco… ci viene in aiuto.
Testo tratto da «La Voce del Popolo» del 9 novembre 2014