Venerdì 12 aprile 2019 alle ore 19 l’arcivescovo mons. Cesare Nosiglia ha presieduto la veglia di preghiera in memoria dei martiri del nostro tempo promossa dalla Comunità di Sant’Egidio nella chiesa dei Santi Martiri in Via Garibaldi 25 a Torino.
Sono stati ricordati per nome i sacerdoti, i religiosi e le religiose, i laici, i cristiani di tutte le confessioni che hanno dato la loro vita per il Vangelo in anni recenti. Attraverso i loro nomi si è ripercorsa la geografia dei conflitti e delle violenze del mondo, aprendo così l’orizzonte della Quaresima ai dolori dell’umanità intera.
La preghiera ha voluto essere un’espressione della nostra gratitudine per quanti hanno “resistito fino al sangue”, conservandoci intatta la bellezza e la forza della vita cristiana in mezzo alle difficoltà della nostra storia. La presenza dei rappresentanti delle diverse Chiese cristiane di Torino e la meditazione della pastora dott. Maria Bonafede chiarisce l’unità a cui i martiri tendono in un mondo lacerato.
Nelle tenebre del dolore, della violenza, della guerra, non sono mancati e non mancano sinceri esempi di fede che illuminano il cammino dell’umanità verso Cristo, morto e risorto per noi. Questi nostri fratelli e queste nostre sorelle ci rimandano all’umile coraggio delle scelte e alla serietà della vita cristiana: con la loro vita e con la loro morte, ci indicano Cristo. Pur in condizioni di estrema debolezza e di grande rischio, hanno manifestato una grande forza, che può scaturire solo dalla fedeltà al Vangelo e da una vita spesa per il Signore e per gli altri.
«Oggi, nel secolo XXI, la nostra Chiesa è una Chiesa di martiri», ha detto papa Francesco. Sono tanti i Paesi del mondo in cui la testimonianza disarmata e non violenta dei cristiani costituisce uno scandalo dinanzi alla violenza, alla corruzione, al terrore. Ci sono luoghi dove si muore perché si va a Messa, dove chiese e scuole cristiane vengono bruciate, dove si è minacciati, intimiditi o uccisi perché si educano i giovani e si strappano alle bande criminali. Ci sono Paesi dove infastidisce chi getta ponti di pace e tesse con pazienza fili di dialogo e di fraternità.
Da più di trent’anni la Comunità di Sant’Egidio promuove questo intenso momento di preghiera in tanti luoghi del mondo e custodisce a Roma il luogo memoriale dei martiri cristiani del nostro tempo nella basilica di San Bartolomeo all’Isola Tiberina. Fu San Giovanni Paolo II ad affidare a Sant’Egidio la basilica e, a seguito del Giubileo del 2000, volle che fosse dedicata ai testimoni della fede del Novecento come un memoriale. Oggi, nelle sei cappelle della basilica sono custodite le preziose memorie dei testimoni della fede di tutto il mondo: oggetti e scritti, appartenuti a decine di uomini e donne, noti e meno noti, che non hanno temuto di perdere la loro vita per essere fino in fondo discepoli di Gesù e sopra l’altare centrale domina la splendida icona dei “Nuovi Martiri” e dei testimoni della fede del XX secolo, che illustra tante tragiche vicende di martirio del secolo scorso alla luce di una riflessione teologica incentrata sul libro dell’Apocalisse. Entrare in punta di piedi, noi, cristiani dell’ultima generazione, in mezzo a chi ci è stato compagno, fratello, amico e non si è sottratto alla violenza e alla morte per amore di Gesù, ci aiuta a scendere più profondamente verso la Pasqua che ci prepariamo a celebrare.
La Veglia di preghiera è stata accompagnata dall’offerta del digiuno della cena, il cui ricavato andrà ad aiutare l’invio dei generi di primo soccorso per le popolazioni del Mozambico devastato dal Ciclone Idai, particolarmente nella città e nella regione di Beira.