In merito allarticolo de «La Stampa» apparso il 26 maggio 2012 («Niente cibo a rom e clandestini», pag. 59) tutti i parroci dellUnità Pastorale 56 di Moncalieri, i responsabili dellAssociazione Banco Alimentare Piemonte, la Curia Metropolitana di Torino e, in particolare, la Caritas diocesana e il Vicario Generale, mons. Valter Danna, hanno concordato e sottoscritto la seguente dichiarazione.
Il cosiddetto «decalogo per gli aiuti ai poveri» abbondantemente citato nellarticolo de «La Stampa» consiste, in realtà, in appunti sparsi destinati ad una successiva elaborazione. E in questo senso non rispecchia né le direttive del Banco Alimentare, né i criteri e le prospettive delle strutture caritative delle parrocchie di Moncalieri.
Nessuno, a Moncalieri come nellintera arcidiocesi di Torino, intende escludere dalla consegna di cibo qualsiasi categoria di poveri e bisognosi; e i dati sensibili delle persone sono utilizzati nei limiti stabiliti dalla legge sulla privacy. Ci si è preoccupati invece di fare in modo che, nei limiti del possibile, alcuni non possano approfittare di più pacchi alimentari facendo il giro di diversi centri caritativi e riducendo così la possibilità di aiutare il maggior numero di bisognosi. È unattenzione, questultima, che Caritas, in accordo con le varie associazioni, suggerisce già da tempo nel territorio diocesano.
La pubblicazione di questo tipo di informazioni su un quotidiano si rivela invece come un atto di irresponsabilità di qualcuno che ha così voluto provocare un gravissimo danno di immagine e di sostanza sia al clero moncalierese nel suo insieme, sia allAssociazione Banco Alimentare, il cui presidente esprime tutto il proprio rammarico a fronte di una realtà storicamente ben diversa, e del fatto accertato di non aver dettato alcun «decalogo». Un danno che ha colpito anche la buona fama del parroco di S. Giovanna Antida Thouret, don Gianfranco Carlucci, che risulta essere totalmente estraneo e alla composizione di quel testo e alla sua approvazione – come invece in qualche modo viene insinuato nel testo e nella titolazione dellarticolo de «La Stampa» («Il decalogo per gli aiuti ai poveri scritto da un parroco
»).
Il «decalogo» non è stato frutto di dettatura, bensì di appunti presi con assoluta buona fede a fronte di un suggerimento richiesto ai volontari del Banco su come individuare al meglio chi fosse veramente bisognoso. Chi li ha redatti ha sintetizzato in un frettoloso «no ai nomadi» il suggerimento dato dal Banco di evitare abusi e di proporre a coloro che risiedono in campi nomadi lontani a rivolgersi alla parrocchia o struttura caritativa della propria zona.
Il presidente del Banco Alimentare e i parroci della Unità Pastorale 56 mantengono il proprio impegno in una collaborazione ancora più stretta e sinergica in favore dei poveri e si sentono ancora più solidali nelloffrire sollievo alle necessità materiali di tanti fratelli e sorelle.
Torino, 30 maggio 2012
Mons. Valter Danna, Vicario Generale dellArcidiocesi di Torino,
Il Clero dellUnità Pastorale 56 (Moncalieri)
Roberto Cena, Presidente Associazione Banco Alimentare Piemonte
In allegato il comunicato diffus nei giorni scorsi con le dichiarazioni di mons. Valter Danna.