C’è una parte dell’Italia, quella debole, fatta di persone fragili, che non si può permettere un nuovo lockdown. Per chi vive in condizioni di disagio i servizi di assistenza del terzo settore e del volontariato non possono chiudere: è necessario che rimangano in funzione, nella sicurezza degli operatori e dei beneficiari. Nasce da questa consapevolezza un vademecum realizzato dal Politecnico di Torino e dalla Società san Vincenzo De Paoli con Caritas e Cottolengo, per indicare agli operatori del terzo settore gli accorgimenti necessari a operare in sicurezza.
Al centro dell’attenzione ci sono mense, dormitori, empori solidali, centri d’ascolto e tutte quelle realtà che si prendono cura ogni giorno di chi vive in condizioni di disagio: l’obiettivo è che il loro servizio quotidiano possa proseguire anche nelle condizioni critiche della pandemia in corso.
«Non si tratta solo del dovere morale di non lasciare senza aiuti le fasce più deboli di popolazione – sottolinea Alessandro Ginotta, addetto stampa del Coordinamento Interregionale Piemonte e Valle D’Aosta Società San Vincenzo De Paoli – C’è anche una considerazione molto concreta: cosa farebbero le persone in difficoltà se fossero lasciate sole? Andrebbero in giro a cercare aiuto, per le strade, bussando in tutte le parrocchie, anche dove mancano servizi in sicurezza: il rischio è anche in termini di espansione del contagio».
Di fronte all’emergenza il Politecnico ha offerto supporto tecnico qualificato per costruire linee guida che consentano di mantenere i servizi in sicurezza, grazie all’interessamento del rettore Guido Saracco e all’iniziativa del coordinatore interregionale della San Vincenzo Marco Guercio. «Un team di ingegneri del Poli – prosegue Ginotta – ha condotto uno studio sul campo, esaminando le modalità di lavoro del volontariato». Per ogni tipo di servizio è stato individuato un caso concreto: i tecnici hanno osservato i movimenti di chi entra e chi esce, l’organizzazione degli spazi, le esigenze specifiche di quel servizio.
Dall’azione combinata tra il team di esperti e i responsabili dei vari servizi è nato il documento «Prevenzione e mitigazione del rischio di trasmissione del contagio da SARS-COV-2 durante i servizi alla persona nell’ambito delle attività di volontariato e impresa sociale» [disponibile a QUESTO LINK] presentato lo scorso 26 ottobre. La revisione del documento è stata affidata a tre esperti: Massimo De Albertis (Comune di Torino, settore Politiche Sociali), Fabrizio Ghisio, segretario Generale Confcooperative, e Guido Giustetto, presidente dell’Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Torino.
Il documento prende in esame dettagliatamente le situazioni e le procedure per operare in sicurezza sanitaria, con indicazioni specifiche per dormitori, mense, centri di ascolto, visite domiciliari, empori solidali, corredati da poster per sintetizzare le indicazioni. «L’obiettivo è che questo documento possa essere utile in molti luoghi, potenzialmente in tutta Italia – conclude Ginotta – Le linee guida possono valere per qualsiasi mensa o dormitorio. Noi e il Politecnico siamo comunque disponibili per confrontarci con situazioni specifiche per cui potrebbero essere necessari adattamenti».
Per informazioni è possibile contattare direttamente Ginotta via email, a.ginotta@gmail.com.
(Simone GARBERO da «La Voce E il Tempo» dell’8 novembre 2020)
In allegato una lettera di chiarimenti del direttore della Caritas diocesana e alcuni moduli utili, messi a disposizione e inviati per email il 5 novembre 2020 ai servizi di carità della diocesi per dare qualche indicazione, non impositiva. In sostanza si fa riferimento a quanto già in atto da marzo scorso.
NOTA: questi documenti devono essere scaricati e salvati sul proprio PC, perché possano essere compilati e stampati