Mercoledi’ 30 novembre 2016

 

Due coppie di fratelli (Pietro e Andrea, Giacomo e Giovanni) sono posti all’inizio di tutto. Il Dio che si fa uomo sceglie e coinvolge altri uomini per cominciare la sua missione. E fa a loro la promessa più impegnativa: diventeranno «pescatori di uomini». Perché «conquistare gli uomini» è il centro stesso del mestiere di Dio, il senso della riconciliazione. Prima di iniziare la sua missione il Cristo viene «preparato» con il lungo periodo di digiuno, silenzio, preghiera che nella liturgia è la Quaresima; un tempo che si conclude con le Tentazioni. Cioè appunto con il «signore di questo mondo» che, per sedurre Gesù, viene a proporgli tutti i beni e i poteri della Terra.

 

Il confronto col potere è dunque anche il tema della Chiesa nella storia – essere nel mondo ma non del mondo… La tradizione ha assegnato a questi primi quattro discepoli le destinazioni classiche del potere, «fino ai confini della terra»: Pietro a Roma, Andrea nell’altra capitale dell’Impero, Bisanzio; Giacomo all’estremo Occidente – Compostella. E Giovanni in quell’Asia Minore, a Efeso, che era probabilmente la regione più ricca e vivace di quei tempi. I discepoli vengono scelti per essere «sale della terra», affrontare le situazioni più difficili e sfidanti.

 

Eppure sono soltanto dei pescatori, come è nella logica dell’Incarnazione, che sceglie il piccolo, l’insignificante, l’«ultimo». Perché non è con la «seduzione» del potere mondano che si compie il Regno di Dio… Ai primi discepoli, come poi a tutti, il Signore chiede di «venire dietro» a lui; e San Paolo (I lettura) spiega che è in questo credere, e con la testimonianza della fede, che si ottiene «la giustizia e la salvezza».

 

Marco Bonatti

marco.bonatti@sindone.org

condividi su