Messa per la festa di S. Francesco d’Assisi presieduta da mons. Giraudo

Venerdì 4 ottobre 2024 alle 20.30 tutte le famiglie francescane riunite nella chiesa di Torino dedicata al Santo

A Torino non mancano certo luoghi importanti e persino magici. La chiesa di San Francesco, nell’omonima via, poco distante da piazza Castello, può a ragione annoverarsi tra questi. San Francesco d’Assisi, san Bonaventura da Bagnoregio, sant’Antonio di Padova, anche se solo affrescati lungo le pareti e la volta, ci ricordano che questo fu sicuramente una delle prime presenze di frati minori a Torino, e lo sarà fino alle soppressioni napoleoniche e alle leggi Siccardi del 1850.

Secondo una tradizione, la chiesa e il «luogo» dei frati fu fondata dallo stesso san Francesco, di passaggio a Torino nel 1214: «san Francesco venendo da Assisi […] per andare in Francia passò da Chieri […] indi andò a Torino dove cominciò da una picciola chiesuola, costrutta nei tempi andati da’ Signori della Rovere, […] che gli fu conceduta dal Comune della città, cresciuta poscia col tempo, e con la pietà dei cittadini in quel celebre convento, e sontuoso Tempio, dove in oggi pure li Padri di quell’Ordine, continuando a calcare le orme di quel Serafico Padre, rendono fama, e gloria insieme all’Augusta Città, che diede alla santa opera la prima mano» (Ferrero di Lauriano, Istoria della augusta città di Torino, nella stampa delli fratelli Zappata, Torino 1712, pp. 61-62 e 150).

Effettivamente san Francesco si recò verso la Spagna nel 1213 circa, come racconta anche Tommaso da Celano (Prima vita 56: Fonti Francescane n. 420), e come proverebbe la tradizione della reliquia della manica del suo saio, donata a Beatrice di Savoia e conservata allora nella chiesa francescana di Susa e ora nel convento dei cappuccini di Parigi. Comunque, anche se probabilmente non direttamente al Santo di Assisi, la nostra chiesa risale sicuramente al XIII secolo. La chiesa attuale si presenta in forme barocche, dopo che quella antica, già ricostruita a tre navate nel 1608, venne ristrutturata nell’assetto attuale da Bernardo Vittone nel 1761, con facciata di Mario Ludovico Quarini.

Ma non sono solo i francescani ad aver segnato la storia tutta torinese di questa chiesa, presso la quale anticamente si custodivano persino la cassa e l’archivio del Comune stesso. Dal 1580, e per ben sette anni, in attesa di una collocazione più idonea, il telo della Sindone, trasferito a Torino da Chambéry, trovò proprio a San Francesco una sistemazione provvisoria. In tempi a noi più vicini, nel 1808, convento e chiesa divennero sede del Convitto Ecclesiastico di San Francesco, avviato da don Luigi Guala per la formazione del clero torinese. E che clero! Dal 1833 al 1849 vi fu rettore san Giuseppe Cafasso. E qui visse i suoi primi anni sacerdotali san Giovanni Bosco, che vi celebrò la sua prima messa il 6 giugno 1841, all’altare dell’Angelo Custode, e lo stesso anno vi accolse, per l’esattezza in sacrestia, il giorno della solennità dell’Immacolata Concezione, il primo ragazzo del suo futuro oratorio, Bartolomeo Garelli.

Questa lunga e ricca storia spiega bene perché il 4 ottobre 2024 le famiglie francescane presenti nel territorio, frati, suore e laici, abbiano deciso anche quest’anno di celebrare tutti assieme la solennità di San Francesco, tornando nuovamente nella chiesa che testimonia non solo la prima antica presenza francescana in Torino, ma che appartiene a buon diritto alla storia civile e spirituale di tutta la città! Con il valore aggiunto che quest’anno i francescani fanno memoria comune degli 800 anni di un altro evento della vita di san Francesco: le stimmate (17 settembre 1224).

L’appuntamento, a cui tutti potevano liberamente partecipare, era venerdì 4 ottobre 2024, alle 20.30, per la solenne eucaristia presieduta da mons. Alessandro Giraudo, vescovo ausiliare della diocesi di Torino (TESTO DELL’OMELIA). La Messa è stata animata dai cori delle parrocchie francescane torinesi della Madonna della Guardia, San Bernardino e Madonna di Campagna.

FOTOGALLERY

fra Fabio SCARSATO su «La Voce E il Tempo» del 6 ottobre 2024

 

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