Mons. Nosiglia in Regione per ex Embraco: «Il Governo dica chiaramente che cosa intende fare»

Incontro con i lavoratori martedì 13 luglio 2021. Mercoledì 14 distribuzione di generi alimentari a gruppo di cassaintegrati

Di seguito (e in allegato) l’intervento dell’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, all’incontro in Regione di martedì 13 luglio 2021 per l’ex Embraco.

Mercoledì 14 luglio, a partire dalle 15, presso “Spazi connessi” in via Madonna della Salette 20 a Torino, l’Arcivescovo ha partecipato anche a una distribuzione straordinaria di generi alimentari a gruppo di cassaintegrati dell’azienda. I pacchi sono stati preparati dal Banco alimentare e dalla Caritas. La distribuzione straordinaria ha riguardato una sessantina di famiglie indirizzate da coloro che li stanno seguendo in questo momento di crisi (fotogallery).

Qui sotto un breve filmato delle distribuzioni di cibo solidale organizzate negli ultimi mesi da Caritas diocesana e Banco alimentare del Piemonte e Valle d’Aosta:

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INTERVENTO DELL’ARCIVESCOVO del 13 luglio 2021 (anche in allegato):

«Anzitutto ringrazio l’assessore regionale Elena Chiorino per aver promosso questo importante incontro con la partecipazione di diversi soggetti interessati e coinvolti nell’affrontare e risolvere il problema dell’ex Embraco. Sono lieto anche della partecipazione dei parlamentari eletti in Piemonte, sia in Europa che nelle Camere nazionali. È importante che la politica assuma fino in fondo la propria responsabilità, su un tema che attiene tanto la giustizia quanto il fondamentale principio costituzionale del lavoro.

Io chiedo a tutti noi qui presenti o partecipi, di insistere e pretendere che le istituzioni nazionali interessate superino quelle posizioni basate su promesse o proposte che in questi anni si sono succedute suscitando attese e delusioni continue che hanno logorato la vita e la speranza dei 400 lavoratori e delle loro famiglie. Dicano la verità su ciò che ritengano fare senza troppe parole altalenanti che risultano poi precarie e inconcludenti. È giunto il momento che il Governo affermi chiaramente che cosa intende fare per affrontare seriamente il problema. Gli operai hanno diritto di essere informati; e hanno diritto al rispetto della loro persona, delle loro famiglie e del loro lavoro. Nessuno può pensare di continuare a illuderli o a considerarli facilmente manovrabili per ragioni che riguardano più i vantaggi politici o economici di qualcuno interessato che la concreta soluzione della loro sorte. Sono persone che devono essere riconosciute nella loro dignità e competenza professionale.

Ad essi io dico con sincerità che per quanto io possa fare o dire al riguardo sarò sempre al loro fianco con tutto il mio cuore, con la mia solidarietà di Pastore e amico, ma anche con la volontà di tentare ogni strada possibile perché questa situazione drammatica non venga archiviata ma risolta positivamente. Vi assicuro, cari amici, che continuerò a “importunare”, se necessario, tutti i soggetti istituzionali coinvolti per far ascoltare la vostra voce, la vostra sofferenza e il vostro giusto diritto al lavoro, sperando che questo promuova un sussulto di coscienza e di responsabilità.

È segno di noncuranza e disimpegno il fatto che i lavoratori non siano stati ascoltati e che la nostra comune lettera inviata dalla Regione al ministro e al Presidente del Consiglio per avere un incontro specifico sulla situazione e le prospettive di soluzione del problema che si intendeva attivare, non abbia avuto nemmeno una risposta.

Le recenti decisioni del ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti non fanno altro che confermare quanto fin dall’inizio lui mi aveva detto riguardo alla possibilità di puntare sul progetto Italcomp che sembrava il più concreto e possibile da attivare mediante una società pubblica e privata insieme per promuovere la produzione dei compressori. Ora il modo con cui è stato liquidato tale progetto non è rispettoso né dei lavoratori, né della nostra Regione che proponeva vie concrete che non sono state però accolte e verificate insieme.

Siamo, mi pare, di nuovo al punto di partenza: bisogna trovare qualche imprenditore che possa essere interessato ad assumere e gestire la situazione della ex Embraco. Faccio perciò appello al mondo del credito, di cui è ricca la nostra regione, perché assuma le sue responsabilità nell’agevolare quelle imprese che fossero interessate al riguardo. È anche necessario che la nostra realtà industriale del territorio si metta in pista per contribuire alla ricerca di tali imprese, che la sottosegretaria Todde intende avviare.

Nell’immediato, bisogna insistere perché venga prorogata la cassa integrazione ai lavoratori; allungando così il tempo per promuovere le vie concrete di una auspicata soluzione.

Rimaniamo uniti e solidali, cari amici, e continuiamo a operare e sperare facendo ciascuno la propria parte nell’ambito specifico del nostro servizio per mantenere acceso il lume della speranza che mai deve venire meno».

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