Mons. Nosiglia: sintesi del messaggio di ringraziamento a fine anno

Comunicato stampa del 31/12/2010

ARCIDIOCESI DI TORINO
UFFICIO COMUNICAZIONI SOCIALI
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SINTESI DEL MESSAGGIO DI RINGRAZIAMENTO A FINE ANNO
(Santuario della Consolata, 31 dicembre 2010)
 
Nella notte di Capodanno l’Arcivescovo di Torino mons. Cesare Nosiglia ha partecipato al Te Deum nel santuario della Consolata. All’interno della celebrazione ha formulato un messaggio di ringraziamento, affrontando alcuni aspetti cruciali della vita ecclesiale, sociale ed economica della Diocesi.
Innanzi tutto, ha ringraziato il Signore per il suo primo mese di ministero a Torino, “carico di emozioni e di avvenimenti (…) L’accoglienza che ho avuto da parte dei sacerdoti, religiosi, religiose e fedeli mi ha confortato e dato forza per affrontare serenamente il mio servizio”. Ha ricordato, poi, alcuni recenti eventi, come l’ostensione della Sindone, la visita di papa Benedetto XVI e l’ordinazione di cinque diaconi permanenti, anche se “resta decisivo per la nostra Chiesa il problema delle vocazioni al sacerdozio”.
 
Tra le realtà che gli stanno a cuore, ha citato per prima la famiglia, “oggetto di una sfida culturale e sociale che ne mina alle fondamenta la stessa realtà istituzionale, oltre che umana e religiosa (…) Non possiamo rassegnarci o peggio, come a volte si usa dire per giustificare provvedimenti anche civili che penalizzerebbero ancora di più l’istituto familiare, prendere atto della situazione e accettarla passivamente. Occorre un sussulto d’impegno educativo (…) Anche le istituzioni e la società civile sono chiamate a sostenere le famiglie, aiutandole a mantenere la stabilità e l’unità e aprendo crediti e risorse adeguate per la maternità e ogni problema connesso alla vita coniugale e parentale”.
 
Per mons. Nosiglia, il lavoro è un’altra emergenza con la quale “bisognerà ancora per un certo tempo fare i conti. Il raggiungimento dell’accordo su Mirafiori è un fatto positivo, che è stato salutato in questi giorni di Natale come segno di speranza. Però, esso avrà sempre bisogno dell’apporto responsabile e riconosciuto di tutte le componenti del mondo del lavoro coinvolte. Soltanto così potrà produrre i suoi concreti effetti per assicurare il futuro dell’azienda e per promuovere giustizia e solidarietà dentro un impegnativo percorso di dialogo che dovrà certamente continuare”.
 
L’Arcivescovo ha parlato, poi, dei giovani. Su di loro “si rovesciano oggi tanti messaggi contradditori, che li disorientano (…) hanno bisogno di esempi positivi da parte di noi adulti; necessitano di luoghi d’incontro non soltanto evasivi e disimpegnati, ma sereni e costruttivi, di proposte valide sotto il profilo umano, culturale e comunitario; vanno aiutati a trovare uno sbocco meno incerto nel lavoro e più stabile, ricco di prospettive per il loro domani”.
 
Infine, “i poveri e le nuove, crescenti situazioni di povertà e di emarginazione sociale”. Accanto ai tanti “segnali positivi che vanno incoraggiati, sostenuti e qualificati”, per l’Arcivescovo va potenziato “un più efficace coordinamento per non disperdere le forze in campo ed orientare meglio le risorse verso le concrete necessità”. Occorre, inoltre, che “ciascuno si senta custode e responsabile, nel proprio ambiente di vita e di lavoro, verso quel ‘prossimo’ della porta accanto o che incontra lungo la strada, in mezzo alla gente anonima dei luoghi e ambienti cittadini”. Anche per i senza dimora o i nomadi, “occorre pensare a percorsi nuovi”.
 
Mons. Nosiglia ha concluso l’omelia dicendosi certo “che la città che ha visto i suoi Santi compiere veri miracoli di amore verso forme di povertà estreme e considerate ingestibili, ottenendone risultati sorprendenti, saprà anche oggi trovare le vie e la capacità di rispondere alle nuove povertà dei nostri tempi con la stessa fede in Dio e la stessa forza morale”.
 
 
Il testo integrale del messaggio è on line sul sito diocesano.

Il Direttore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali
Don Livio DEMARIE
+39 377 1168020
 
 
 
 
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