Nei giorni scorsi ai lavoratori dell’ex Embraco di Riva di Chieri è stata prospettata una nuova soluzione: accettare l’accordo proposto dalla curatela fallimentare di Ventures e Chieri Italia (Whirlpool) che offrono 7.000 euro lordi a lavoratore, rinunciando a ogni altra rivendicazione, o non firmare rischiando di perdere anche questa cifra. Un accordo vincolato dall’accettazione da parte del 90% dei 391 lavoratori. La risposta di ogni singolo operaio dovrà arrivare entro il 20 dicembre se si rifiuta, altrimenti vale il silenzio assenso.
Al riguardo, lunedì 29 novembre 2021 l’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, ha rilasciato la seguente dicharazione:
«Un indennizzo di 7 mila euro non rappresenta neppure un anno di lavoro. La proposta emersa in questi giorni per gli indennizzi ai lavoratori della ex Embraco mi pare, francamente, inaccettabile e vergognosa. Nella ripartizione del fondo (9 milioni di euro) vengono privilegiati imprenditori e fornitori, scegliendo esplicitamente di lasciare allo sbando i 400 lavoratori e le loro famiglie.
Se non tocca a me entrare nel merito delle procedure di concordato o di curatela fallimentare, ritengo però mio preciso dovere spendere una parola forte e chiara per dire che siamo di fronte a un cammino di ingiustizia. Prima che tale proposta vada avanti mi sembra necessario richiamare – ancora una volta – l’attenzione di tutti quegli attori sociali e istituzionali che hanno fino ad ora detto di volersi coinvolgere nel dramma dei lavoratori ex Embraco: Unione Industriale, Regione Piemonte, Ministeri economici e del lavoro. Ugualmente significativo è che il sindacato continui a compiere la sua opera di informazione capillare, nella prospettiva di tutelare il più possibile i lavoratori.
I tempi sono stretti. Qualunque sia l’esito del passaggio attuale c’è una cosa precisa che gli attori istituzionali possono e devono fare: avviare percorsi concreti di formazione e aggiornamento per i lavoratori, in modo da garantire a tutti l’opportunità di potersi ricollocare. Mi pare doveroso, da parte dei lavoratori, inserirsi con convinzione in tali percorsi. E se nessuno sarà in grado di rilevare in blocco attività e maestranze della ex Embraco, certo sarà possibile trovare soluzioni di ricollocazione differenziate in aziende diverse.
In questa fase, così delicata e dolorosa, l’Arcivescovo di Torino ha da spendere la sua parola e “metterci la faccia”, come ha fatto fino ad ora. E intende garantire la copertura delle spese legali e di quegli esperti che, nelle varie sedi, dovranno promuovere e tutelare gli interessi dei lavoratori*.
Mons. Cesare Nosiglia
Arcivescovo di Torino e Vescovo di Susa»
* PRECISAZIONE dell’1 dicembre 2021: l’Arcivescovo non intende in alcun modo sovrapporsi né sostituirsi alle competenze, alle attività e agli uffici del sindacato e degli altri enti impegnati nella tutela dei diritti dei lavoratori. Semplicemente, come è già accaduto molte altre volte in passato, mons. Nosiglia è disponibile a farsi garante nel contribuire a quelle spese che si rendessero necessarie per la tutela dei lavoratori e delle loro famiglie.