A partire da gennaio 2018 la Diocesi di Torino attiverà un servizio telefonico di ascolto e consulenza per le parrocchie che si trovano ad affrontare l’assistenza di anziani cronici non autosufficienti, o che hanno ricevuto la segnalazione di famiglie che chiedono aiuto perché faticano a reggere la cronicità di un congiunto. Telefonando allo 011.5156360 (Pastorale Salute dalle 9 alle 13, dal lunedì al venerdì, email salute@diocesi.torino.it) o allo 011.2472029 (Centro Ascolto Le due Tuniche dalle 9.30 alle 12.30 dal lunedì, o scrivere una mail a duetuniche@diocesi.torino.it –duetuniche@yahoo.it indicando nome, cognome e recapito telefonico) i Moderatori delle Unità pastorali e i Parroci potranno ricevere informazioni sui diritti e sulle normative, oltre che suggerimenti sugli interventi praticabili e sugli strumenti offerti dalla Diocesi, dal privato sociale, dalla pubblica assistenza.
«Esiste oggi una grande solitudine delle famiglie segnate dalla malattia cronica di un congiunto, ed un esiste un grande bisogno di informazione – osserva don Paolo Fini, direttore dell’Ufficio diocesano Salute – Centinaia di parrocchie della nostra diocesi, una grande esperienza caritativa, entrano ogni giorno in contatto con queste famiglie e sviluppano reti di prossimità ad indicare che cresce una sensibilità e un desiderio di rendere il territorio abitato e abitabile; la comunità cristiana si riprende il diritto-dovere di ‘esserci con’. Ci è sembrato utile attivare un punto di riferimento al quale possano rivolgersi con facilità gli operatori pastorali, per capire come organizzarsi, quali servizi i malati hanno diritto di rivendicare e soprattutto quali servizi esistono realmente e come usufruirne in modo funzionale».
Le liste d’attesa dei torinesi non autosufficienti che aspettano di ottenere un posto nelle residenze sanitarie ed assistenziali sono drammaticamente lunghe, migliaia di nomi uno in fila all’altro, anziani e anziane che aspettano, spesso disperano di poter trovare un giorno o l’altro sistemazione. Dietro a ogni malato c’è una famiglia che si misura con la fatica dell’assistenza, talvolta pesantissima, spesso vissuta in solitudine. Una piaga sociale.
«La Chiesa di Torino è all’opera per approfondire l’attenzione verso le famiglie gravate dalla fatica della malattia cronica – spiega Pier Luigi Dovis, direttore della Caritas diocesana – Attraverso il lavoro comune dell’Area del Sociale e con il concorso di altri ambiti pastorali ci stiamo oggi meglio attrezzando per affrontare temi come il disagio psichico, la disabilità, le dipendenze, ma anche per sostenere quanti vivono la non autosufficienza nei modi più adeguati alla situazione del tempo presente. Soprattutto offrendo alle parrocchie elementi di consulenza che aiutino, nel concreto a farsi carico delle persone, a utilizzare al meglio tutti gli strumenti a disposizione».
Al di là della strutturazione dei servizi e della collaborazione con le istituzioni pubbliche, «la Chiesa – sottolinea Dovis – sa di dover intensificare il suo ruolo di accompagnamento educativo verso le comunità cristiane: la compassione e la prossimità sono i doni propri da offrire per la costruzione della città dell’uomo e per la dignità delle persone non più autosufficienti».
Il nuovo servizio diocesano di consulenza telefonica è una espressione di questa attenzione, da sempre radicata nella Chiesa locale attraverso l’opera delle parrocchie e degli istituti religiosi (l’esempio del Cottolengo). Un’altra espressione, sempre di questi giorni, è il centro medico – infermieristico che l’associazione Misericordes con la Pastorale della Salute aprirà entro Natale nel quartiere Lingotto, nei pressi della parrocchia del Patrocinio di San Giuseppe, per offrire assistenza sociosanitaria agli anziani soli, che vengono dimessi dagli ospedali e tornano a casa, non necessitano più di un intervento ospedaliero ma devono vivere nella loro comunità con molti aspetti di fragilità relazionale, economica, di conoscenza, che richiedono aiuti semplici per muoversi, contattare i medici di base, e in alcuni casi far fronte a condizioni di povertà che abbisognano di ascolto, accompagnamento, sostegno, una ineludibile dimensione di relazione e una rete di sostegno tempestiva.
La rete imbastita dalla Pastorale della Salute coinvolge le unità pastorali, il volontariato territoriale e ospedaliero, la Asl territoriale in collaborazione con le Molinette – Città della Salute. Insieme pubblico e privato sociale: «un modello che cercheremo di replicare in altre zone della città – conclude don Fini – proprio a servizio degli anziani che soffrono la solitudine, vivono il dramma della perdita di autosufficienza. Esperienze nuove che si aggiungono a quelle del Sermig, Camminare Insieme, Balsamo di Filomena, Cottolengo, uniti ai tanti gruppi per anziani e all’attività preziosi che rappresentano ‘dal dire al fare’, un mondo silenzioso non arrogante in continua attenzione al prossimo e a creare le condizioni perché la comunità senta presenze e responsabilità e il Signore sia annunciato e testimoniato».
Alberto RICCADONNA
(testo tratto da «La Voce E il Tempo» del 10 dicembre 2017)