Il buio non fa paura quando il cammino è illuminato dall’amore. La Notte bianca della fede, organizzata il 24 aprile a Torino da Turin for Young 2015 in collaborazione con l’Arcidiocesi di Milano, ha chiamato a raccolta a Torino oltre 6 mila giovani, di cui 3.200 dalla Lombardia. Ragazzi che hanno voluto con la propria presenza sfidare la notte e tenere in scacco le tenebre, grazie alle luci sprigionate dall’esempio di Don Bosco e dei santi sociali torinesi e soprattutto dalla Sindone, meta finale della camminata notturna.
Prendendo a prestito il motto dell’Ostensione – l’Amore più grande – il progetto di accoglienza della Pastorale giovanile diocesana e salesiana di Torino ha visto coinvolte varie diocesi d’Italia. Che hanno ricevuto la calda risposta di tutta la città: oratori, scuole, persino caserme hanno spalancato le porte per accogliere i ragazzi, impegnati in visite e incontri, passeranno tutto il week end.
Questa stessa marcia della fede non è che un prologo a un avvenimento di ben più ampie dimensioni: l’happening degli oratori e dei giovani, in programma dal 19 al 22 giugno in occasione della visita di Papa Francesco. «Direi che questa è una prova generale – sorride don Luca Ramello, direttore della pastorale giovanile della Diocesi di Torino – Per il momento ci limitiamo all’Italia. Per giugno attendiamo invece ragazzi da tutta Europa. Ragazzi che coinvolgeremo in concerti, veglie di preghiera, messe, incontri di catechesi e naturalmente feste. Questo pellegrinaggio dura un anno, per il Bicentenario della nascita di don Bosco, due mesi, per l’Ostensione della Sindone, e tre giorni per la visita del Papa».
In gruppi di 50, 60, 70 persone, i giovani affluiscono intanto al punto di incontro, l’area Vitali nel parco Dora, accanto alla chiesa del Santo Volto. Per loro il programma è tracciato: dapprima un festival di musica, danza e canti, quindi tutti in marcia verso la basilica di Maria Ausiliatrice, davanti alla statua di San Giovanni Bosco, infine la separazione del corteo in tre gruppi ristretti, diretti l’uno alla Consolata, uno al Cottolengo e l’ultimo all’Arsenale della Pace.
L’entusiasmo è palpabile: panini, sorrisi, strette di mano e abbracci. A coppie e in gruppo i giovani si lasciano travolgere dai ritmi musicali e la sera, che stinge nella notte, si riscalda.
L’arcivescovo, mons Cesare Nosiglia, custode pontificio del Telo, intende condividere la gioia dei ragazzi, spronandoli alla fede e alla fiducia. «La notte per i giovani ha spesso un fascino passeggero – riflette – È l’emblema delle movide e di falsi miti. Noi offriamo un’alternativa. Per noi la notte prelude al giorno. Ne sono segni di speranza le luci con cui intendiamo illuminarla».
«Sì carissimi – Nosiglia si rivolge alla fitta platea di Parco Dora (testo integrale a questo link)- non lasciamoci irretire da esperienze e proposte di amori passeggeri, parziali e alla lunga privi di quella felicità che cerchiamo nell’esperienza dell’amore. Amare una persona significa non poter fare a meno di lei, desiderarla e investire su di lei la propria vita e il proprio futuro. Niente è più possessivo e coinvolgente dell’amore. Così è anche nei confronti di Gesù. Ritorna allora la domanda che lui stesso ha rivolto ai suoi amici: “Chi sono io per voi?” (cfr Mc.8,29). È facile infatti costruirsi il proprio Gesù secondo i gusti del momento, quasi fosse un idolo da trasportare qua e là, adatto per tutte le stagioni. Ma l’Amore più grande va oltre la comunità di amici e discepoli con cui camminiamo insieme e allarga l’orizzonte della missione verso tutti senza preclusioni ma con spirito di accoglienza, rispetto e cura. L’amore “buca”. Entra nella vita e ne permea li cuore. Così ha fatto Gesù, portando a tutti, anche a coloro che erano considerati lontani da Dio ed emarginati dalla comunità, la sua parola ed il suo amore.
Così ha fatto don Bosco che a ogni giovane che andava a cercare nelle carceri o per le strade diceva: ti amo perché sei giovane. Non perché sei buono, bravo, intelligente: mi basta che tu sia giovane per darti il mio cuore».
I tempi non sono facili: violenze, morti, povertà morali e sociali attraversano il nostro quotidiano. «Spesso la notte viene associata al male – don Samuele Marelli, responsabile della Pastorale giovanile dell’Arcidiocesi di Milano, prosegue il discorso aperto da mons Nosiglia – Ma è di notte che le madri vegliano sui propri piccoli, che gli infermieri assistono i deboli e i malati, che monaci e suore pregano per il bene del mondo. Come insegnano i vangeli la notte ha portato alla fuga dall’Egitto e alla Risurrezione di Gesù».
Don Samuele ammonisce i ragazzi: “«Questa è una notte da non sprecare. Vorrei che da questa marcia voi riusciste a portare a casa una grande domanda a cui dare risposta e una piccola scelta di vita per voi. Sarà questo un pezzo dell’Amore più grande che segnerà la vostra vita».
Sul sito ufficiale dell’Ostensione la photogallery della notte bianca della fede. Anche sul portale dei settimanali diocesani anche sul portale dei settimanali diocesani.