L’Unità pastorale costituita dalle parrocchie di Pianezza, S. Gillio, La Cassa e Givoletto non è geograficamente molto estesa con vantaggi e svantaggi. I vantaggi sono le brevi distanze; la possibilità di creare relazioni significative senza perdersi nel grande gruppo; un equilibrio sostanziale tra le diverse parrocchie: Pianezza che è la più grande in diverse occasioni diventa di sostegno e punto di forza per diverse attività pastorali. Un grande servizio per le Confessioni e le celebrazioni è offerto dal Santuario di S.Pancrazio che fa parte della nostra unità. Gli svantaggi sono qualche volta la mancanza di confronto significativo tra sacerdoti: siamo solo in quattro in questa unità, di cui due parroci. Il poco confronto tra i laici e anche la notevole diversità tra le piccole parrocchie, che hanno dinamiche diverse, rispetto alla parrocchia più grande. Per dare più respiro a questa piccola unità ci si è collegati a quella di Venaria sia per gli incontri tra sacerdoti, sia per organizzare attività pastorali indirizzate alle diverse fasce di età. Le comunità parrocchiali sono in questo territorio un sicuro riferimento per famiglie e giovani. In tutte le parrocchie esiste un notevole sforzo pastorale indirizzato al mondo giovanile ed in particolare al post cresima.
Tutte le parrocchie hanno il loro gruppo giovanile, senza nascondere fatiche e sconfitte che si colgono in questo campo. Le giovani famiglie incontrano nelle nostre comunità una porta aperta quando chiedono il battesimo dei loro neonati, anzi sono invitati ad andare oltre al semplice sacramento per mettersi, in occasione della nascita di un figlio, in discussione e in movimento rispetto alla loro fede e alla loro vita cristiana. Anche la nostra unità si trova a proporre la vita cristiana in un contesto che cristiano non è più con tutte le conseguenze del caso. Con modalità diverse nelle singole parrocchie stiamo proponendo dei cammini «catecumenali» di fede, di preparazione ai sacramenti. La celebrazione del sacramento non è più il punto di arrivo di un percorso, ma diventa occasione per riprendere in mano la propria vita cristiana. La sfida che ci attende nei prossimi anni sarà quella di ripensare la vita delle nostre comunità in funzione di un contesto sociale postcristiano. Oggi scegliere di vivere da credenti vuol dire andare contro corrente e percepire di essere una minoranza, ma con ricchezze e possibilità grandi. La prima in ordine di importanza: poter incontrare Gesù Cristo che ti aiuta a vivere la vita di tutti i giorni, vita che in alcuni momenti e soprattutto per alcuni sembra essere impegnativa.
don Beppe BAGNA
Testo tratto da «La Voce del Popolo» del 9 novembre 2014