Il cammino è iniziato a Borgaro 22 anni fa con lallora parroco don Michele Sanino e oggi continua: ha coinvolto le alte comunità dellUnità pastorale 26 e prosegue nellobiettivo di rendere le comunità sempre più luoghi accoglienti, dove tutti si possono sentire attivi e responsabili e dove lannuncio del Vangelo è parte integrante del quotidiano.
Nip
Si tratta del progetto «Nip» (Nuova immagine di parrocchia) che le tre comunità di Borgaro, Caselle e Mappano stanno portando avanti con entusiasmo, consapevoli di vivere unesperienza unica nella diocesi, ma soprattutto un esperienza che tra le fatiche e le bellezze dellevangelizzazione porta a responsabilizzare ciascuno, ad ogni età.
«Il Nip spiega don Osvaldo Maddaleno, parroco di Borgaro – è un progetto che nasce dal Movimento per un Mondo Migliore, un gruppo che si ispira al carisma del gesuita padre Riccardo Lombardi e che ha dato vita a Rocca di Papa (Roma) ad un Centro che promuove e diffonde questo tipo di progetto».
«Allora – spiegano i laici che sin dallinizio furono coinvolti dal progetto con don Sanino ci rendevamo contro che nel nostro paese si stava vivendo una sorta di staticità, si celebravano i sacramenti ma da un lato si sentiva il rischio dellabitudine e dallaltro nasceva il desiderio di recepire il rinnovamento del Concilio, di cambiare, di vivere un maggiore coinvolgimento allinterno della comunità. Così con un piccolo gruppo partimmo per Rocca di Papa per capire meglio questo progetto di cui avevamo sentito parlare e dopo tre viaggi alla fine abbiamo avviato la proposta».
«Quando sono arrivato a Borgaro racconta il parroco don Osvaldo ho trovato il progetto e ho scelto di continuare sulla strada che era stata avviata e anche questo è un elemento positivo. I parroci cambiano, la comunità resta ed è bello che possa continuare il cammino intrapreso, così si riesce a dare continuità alle azioni e inoltre si evidenzia come è la comunità ad essere protagonista e non solo il parroco».
Compartecipazione e continuità che non significano né annullamento del ruolo del sacerdote né assenza di verifiche o di revisioni che sono sempre previste nel progredire del progetto.
I «Messaggeri»
«Il principio prosegue don Maddaleno – è che non si può vivere la dimensione di famiglia con 12 mila persone, bisogna operare con gruppi più piccoli, con comunità più piccole che hanno dei responsabili».
Così la parrocchia di Borgaro prima, quella di Mappano poi (dal 91) e da ultimo anche quella di Caselle (da 8 anni) hanno suddiviso il proprio territorio in zone e per ciascuna zona hanno individuato 2 o tre responsabili. Fondamentale per lannuncio, il coinvolgimento e la comunicazione è la «Lettera alle famiglie» che mensilmente una rete di «Messaggeri» consegna capillarmente in tutte le case nelle diverse zone. 320 sono i «Messaggeri» di Borgaro, 250 quelli di Caselle e 120 quelli di Mappano.
«Oggi – spiega don Claudio Giai Gischia, parroco di Caselle – il compito dei messaggeri è più difficile che in passato, perché cè maggiore difficoltà ad aprire le porte delle case. Ma è importante soprattutto come segno di accoglienza e come opportunità di incontro verso chi si trasferisce sul nostro territorio. Arriva una nuova famiglia ed ecco che i messaggeri vanno ad incontrarla, a darle il benvenuto con la Lettera».
La Lettera «che precisano non è una lettera del parroco ma un messaggio della comunità a ogni suo componente» viene consegnata non come un volantino qualunque, ma nemmeno con stile proselitistico. «È un occasione per conoscersi proseguono nel rispetto delle persone. Un momento di incontro in cui si possono fare quattro parole per far sì che il territorio non sia abitato da sconosciuti, ma da gente che si mette in relazione, non da una massa, ma da un popolo che può, se lo desidera, vivere attivamente unesperienza di comunità».
Le comunità
Ed ecco che la parola «comunità» è una parola chiave del progetto perché la prima tappa (che non ha una scansione temporale definita, ma che dipende dalla sensibilità della gente, dai problemi e dalle risorse del territorio) ha lobiettivo di portare le persone a conoscersi per arrivare alla «settimana di fraternità». Una settimana in cui per cinque sere consecutive piccoli gruppi nelle case provano a confrontarsi sulla Parola e al termine decidono se trasformarsi in piccole comunità che periodicamente proseguiranno nel confronto.
Caratteristica di questa fase di sensibilizzazione alla fraternità, oltre alla consegna della Lettera nella quale viene sempre anche proposto un gesto concreto e visibile che le singole famiglie possono compiere, anche lorganizzazione di momenti di festa come segni tangibili sul territorio di questa volontà di fraternità e conoscenza.
«Proponiamo tanti momenti aggregativi prosegue don Maddaleno – la Festa delle Regioni, la festa dei Patroni, ma anche gesti pubblici che mostrano lattenzione e lappartenenza al territorio, il nostro concepire la comunità cristiana non come gente ascritta nei perimetri della chiesa, ma gente che vive e anima il territorio». Gesti come dipingere la cancellata dei giardini pubblici, come si è fatto a Borgaro, «o appendere alle finestre delle case delle lenzuola con disegnato il presepe – come a Mappano – racconta il parroco don Antonio Appendino», o ancora come a Caselle appendere dei fiocchi azzurri alle porte la mattina di Natale.
Levangelizzazione
Dal tema della fraternità che porta alle piccole comunità si passa poi alla tappa dellevangelizzazione, dove con gli stessi modi seguiti per la prima fase si affronta più esplicitamente il tema della fede e si conclude con un sinodo che poi apre alla terza fase del progetto quella della comunione ecclesiale.
«Borgaro – spiega il parroco ha già fatto un sinodo nel 2006, Mappano ci sta arrivando, mentre Caselle è ancora nella fase della fraternità, lultima tappa si concluderà con il congresso eucaristico parrocchiale».
Tante tappe di un progetto che prosegue, ma non si esclude dallappartenenza diocesana. Anzi, proprio in preparazione alla visita ad esempio a Mappano il «gesto» del mese sarà lincontro con il Vescovo, appuntamento che per tutti i «Messaggeri» dellUnità e i membri delle comunità sarà il 3 aprile alle 17.45 nella parrocchia di Borgaro.
Federica BELLO
Testo tratto da «La Voce del Popolo» del 23 marzo 2014