Ostensione 2015: confronto annuale degli studiosi della Sindone

Le visite di sabato 2 e domenica 3 maggio. Lunedì 4 festa liturgica della Sindone. Attesa in visita anche una delegazione islamica

Circa 300 studiosi ed esperti provenienti da tutto il mondo si sono dati appuntamento sabato 2 maggio a Torino per l’incontro annuale del Centro Internazionale di Sindonologia con le realtà collegate e che collaborano con il Centro stesso. Obiettivo dell’incontro è stato fare il punto su alcuni temi della ricerca sindonica che necessitano di approfondimento. Gli interventi di importanti esponenti del mondo scientifico hanno riguardato il campo della ricerca storica, della formazione dell’immagine sindonica e della sua colorazione, indagini di medicina forense e l’analisi palinologica. Da segnalare la presenza dell’Arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia che ha lodato e incoraggiato l’impegno dei ricercatori.

Secondo Gian Maria Zaccone, direttore scientifico del Museo della Sindone e vicedirettore del Centro Internazionale di Sindonologia, troppo spesso l’indagine storica viene finalizzata alla dimostrazione o meno della possibilità che la Sindone sia appartenuta al corredo funerario di Gesù, dove invece deve essere privilegiata la ricerca diretta sull’oggetto. Fondamentale appare invece lo studio del ruolo che essa in quanto immagine ha ricoperto nella storia dell’uomo, quale strumento, per i credenti provvidenziale, di mediazione tra coloro che la contemplano e Colui al quale tale immagine innegabilmente rimanda, Gesù Cristo sofferente, morto e risorto.

Di grande interesse il contributo di Rainer Riesner, professore di “Nuovo Testamento” presso l’Istituto di Teologia Protestante della Facoltà di Scienze Umanistiche e Teologiche di Dortmund, secondo il quale potrebbe sussistere la possibilità di una presenza di componenti della famiglia di Gesù ad Edessa, città dell’attuale Turchia da molti ritenuta prima tappa del lungo percorso della Sindone lungo i secoli.

Flavia Manservigi, dell’Università di Bologna, ha proposto un’esauriente relazione sui flagelli, gli strumenti di tortura i cui numerosi segni sono ben visibili sull’immagine sindonica, segnalando in particolare il ritrovamento di alcuni oggetti catalogati presso i Musei Vaticani quali flagelli dei primi secoli. La relazione sottolinea, sulla base degli accurati studi compiuti sul pur scarso materiale esistente – a cui i sinora trascurati oggetti dei Musei Vaticani portano un rimarchevole contributo pur nella necessità di ulteriori approfondimenti – la possibile compatibilità dei segni presenti sul corpo dell’uomo della Sindone con gli strumenti utilizzati per questo tipo di pena nei primi secoli dell’era cristiana.

Tre interessanti interventi hanno riguardato il trattamento e le caratteristiche dell’immagine sindonica. In particolare Nello Balossino, del Dipartimento di Informatica dell’Università di Torino, nonché vicedirettore del Centro Internazionale di Sindonologia, ha ripercorso gli studi informatici sull’immagine sindonica con particolare attenzione al lavoro svolto dal professor Giovanni Tamburelli – di cui ricorre il 25 anniversario dalla scomparsa – sulla tridimensionalità.

Paola Iacomussi, dell’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica di Torino, ha proposto un’analisi delle caratteristiche colorimetriche della Sindone, sottolineando il fatto che essa è sostanzialmente monocromatica (con la ovvia eccezione delle parti del Telo bruciate e quelle in corrispondenza delle macchie ematiche). La differenza tra l’immagine sindonica e lo sfondo è principalmente dovuta a differenze in contrasto piuttosto che in tinta. I suoi studi sono stati fondamentali anche per la definizione delle caratteristiche dell’illuminazione del Telo durante le ultime ostensioni.

Proseguono gli studi dell’Enea di Frascati sulla colorazione simil-sindonica tramite radiazione UV con particolare riferimento alle implicazioni derivanti dall’applicazione di tale metodologia. Implicazioni relative alle modalità di conservazione e alla possibilità di testare su fili colorati artificialmente l’utilizzo di reagenti chimici e tecnologie fisiche. Dall’eventuale invasività dell’applicazione di tali tecniche sui questi campioni scaturirebbe l’utilizzabilità o meno delle stesse sulla Sindone. Recentemente tale approccio è stato sperimentato con successo dall’Enea per lo studio di una delle più importanti e suggestive copie del Telo torinese, la Sindone di Arquata del Tronto.

Nel campo dell’analisi anatomo-patologica, il medico forense Alfonso Sanchez Hermosilla, direttore dell’Edices (Equipe di investigazione del Centro Spagnolo di Sindonologia) ha presentato lo stato delle ricerche sulle concordanze tra l’immagine sindonica e quanto appare sul Sudario di Oviedo, il telo che la tradizione ritiene possa essere stato utilizzato per coprire il volto di Gesù morto e che ne avrebbe raccolto i fluidi corporei fuoriusciti, dopo la morte, da bocca e naso. Hermosilla ha sottolineato la piena compatibilità di alcune macchie ematiche (e di conseguenza delle ferite che le hanno generate) presenti sui due teli, nonché l’esistenza, a livello di microtracce, di granuli di polline similari a quelli riscontrati sulla Sindone. I due volti risponderebbero inoltre a medesime caratteristiche antropometriche. In sostanza è ragionevolmente possibile, secondo Hermosilla, che i due teli siano stati utilizzati per la medesima persona.

Alla palinologia è stato dedicato l’intervento di Marzia Boi, dell’Università delle Baleari, che, ribadendo la possibilità ed importanza della ricerca palinologica applicata alla Sindone, ha tuttavia messo in luce gli errori, le imprecisioni e le lacune riscontrati nei precedenti studi palinologici sulla Sindone a partire da quelli compiuti degli anni ’70 dal criminologo svizzero Max Frei, proponendo una serie di premesse utili alla realizzazione di eventuali nuovi studi futuri in questo campo. Attualmente studi palinologici si stanno eseguendo, da Marzia Boi e dall’Edices, con buoni risultati sul sudario di Oviedo.

Ponte del primo maggio: garantita la sicurezza dei pellegrini in un clima di serenità

«In questi giorni di massima affluenza è stata garantita la sicurezza adeguata», ha dichiarato il prefetto di Torino Paola Basilone, in visita privata domenica 3 maggio all’Ostensione del sacro Lino. «La Sindone trasmette pace e conciliazione tra i popoli e le religioni, non solo per il mondo cristiano, quindi per sua natura dovrebbe rappresentare un’occasione di dialogo. Insieme a tutte le autorità abbiamo ritenuto doveroso garantire un sistema adeguato e calibrato all’Ostensione, che in questi giorni ha funzionato in maniera eccellente».

Sempre in mattinata è arrivato Mohammed Taher Rabbani, ambasciatore iraniano presso la Santa Sede, accompagnato dal suo predecessore e teologo Ali Akbar Naseri.

«Desideravo vedere la Sindone da quando avevo cinque anni e oggi ci sono riuscito». Sono le parole pronunciate dall’artista Richard Deacon, scultore di origini gallesi, classe 1949 e vincitore del Turner Prize. «Pur non essendo un cattolico praticante, la ritengo un’immagine di una potenza incredibile e già nei miei diari di bambino la disegnavo immaginandola. Oggi mi sento privilegiato per averla vista dal vero, così nitida, da vicino in tutta la sua potenza comunicativa».

«È la prima volta che vedo la Sindone ed è anche la mia prima visita a Torino», ha rivelato appena uscita dal Duomo, l’ambasciatrice dell’Ucraina presso la Santa Sede Tetiana Izhevska. «Di fronte al Telo ho pensato al mio Paese e ho pregato perché la luce della pace illumini la mia terra, bisognosa oggi più che mai della voce divina».

I ragazzi delle Polisportive Giovanili Salesiane in visita alla Sindone

In occasione dei campionati europei salesiani, in corso a Torino in questi giorni, una delegazione polacca, guidata dal vescovo mons. Marian Florczyk, referente della diocesi polacca per lo sport, si è recata in visita in Duomo, insieme a Gianni Gallo, presidente delle Polisportive giovanili salesiane. A fare gli onori di casa, don Fabrizio Fassino, direttore dell’Ufficio per la pastorale dello sport della diocesi di Torino, che ha donato loro il libretto dal titolo «Lo sport dono di Dio – Percorsi di riflessione dai discorsi sullo sport di San Giovanni Paolo II», realizzato con la collaborazione di mons. Nosiglia, e ha ricordato l’importanza dello sport come opportunità di inclusione sociale per tutti.

«Quasi tutti i circa 1.500 partecipanti ai campionati Pgs, tra i quali i 200 arrivati dalla Polonia, giunti in città per i campionati sono venuti al percorso della Sindone, a simboleggiare il forte legame tra fede e sport – dichiara mons. Marian Florczyk – Il corpo è protagonista nelle attività sportive e oggi abbiamo visto l’immagine di un corpo pieno di sofferenze, che ci costringe a riflettere sulla vita umana e sul suo destino, forti del segno dell’amore più grande che Dio ci ha dato in Gesù Cristo. Il prossimo anno ci prepariamo ad accogliere la Giornata mondiale della gioventù e l’esperienza di oggi ci aiuta a preparare i cuori all’accoglienza».

Programma di lunedì 4 maggio, festa liturgica della Sindone

In occasione della festa liturgica della Sindone, lunedì 4 maggio l’Arcivescovo Cesare Nosiglia, Custode pontificio del Telo, alle 21, in Cattedrale, celebrerà la Messa, che sarà aperta a tutti i fedeli con ingresso dalla porta centrale (il testo dell’omelia nella sez. Documenti del sito).

Lunedì 4 alle 14 una delegazione proveniente da Londra dell’Associazione Ahmadiyya, organizzazione religiosa interna all’islam, si recherà in visita alla Sindone. Il gruppo sarà accolto e accompagnato nel percorso da mons. Giuseppe Ghiberti, presidente onorario della Commissione diocesana per la Sindone. Il movimento, fondato da Hadhrat Mirza Ghulam Ahmad (1835-1908) nel 1889 in India, nel villaggio di Qadian (Punjab), ha l’obiettivo di far rinascere i valori morali e spirituali dell’Islam a livello globale. Oggi è presente in 196 Paesi e ha sede centrale a Londra, nel borgo di Merton, dove si trova la più grande moschea d’Europa.

(Per ulteriori informazioni e approfondimenti cliccare sullo speciale “Ostensione 2015″)
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