Simboli di sofferenza, ma anche di gloria, 80 giganteschi crocifissi in legno, argento e oro sono stati i protagonisti del XXIII Cammino delle Confraternite delle diocesi d’Italia, che domenica 14 giugno si è tenuto a Torino. Per tutti i 10 mila partecipanti il punto di ritrovo è stato in piazza Arbarello, dove la Messa presieduta da monsignor Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino e Custode pontificio del Telo, ha preceduto l’inizio della sfilata. Intanto – prima e dopo la processione – il passaggio davanti alla Sindone ha costituito il cuore dell’incontro.
Con le loro insegne, le divise turchesi, bianche, nere e rosse, i veli ricamati per le donne e i lunghi cappucci per gli uomini, le confraternite sono giunte da tutta Italia: Piemonte e Umbria, Sicilia e Lombardia, Abruzzo, Lazio, Sardegna, Marche, Toscana e Liguria. Soprattutto dalla Liguria, la terra di origine dei Crocifissi, i segni più vistosi di devozione. «Le nostre croci sono intagliate in legni d’ulivo e castagno – ha spiegato Marco, in arrivo da Sanpierdarena per fare il cristezente, come in dialetto ligure si definiscono i portatori di croci – Sulle braccia e sommità della croce incastriamo questi rami in foglie di argento e oro e gemme. Che risplendono nella luce e che dicono a noi e a tutti che questi crocifissi sono certo segni di penitenza e dolore, ma anche troni di Gesù, simboli del suo trionfo. Proprio come la Sindone diventano messaggi di conforto e di fiducia. Segni della grandezza di Dio».
«Voi siete i semi della speranza che Dio porta all’uomo – ha affermato mons. Nosiglia nella sua omelia – Campioni di devozione popolare e testimoni del Vangelo e della carità e della misericordia che tutti dobbiamo portare ai nostri fratelli. Manifestazione di quell’amore più grande che è motto e centro di quest’Ostensione». Le cento confraternite, che hanno preso parte al Cammino sin dal Medioevo, affiancano la Chiesa nei compiti di sostegno e assistenza ai bisognosi. «Instaurano relazioni autentiche, costruiscono ponti di solidarietà, di riconciliazione e di misericordia, a cui l’ormai prossimo Giubileo è dedicato».
«Di fronte alle difficoltà di ieri e di oggi, a conforto delle debolezze e fragilità umane, portiamo il nostro aiuto, con coerenza e impegno cristiano – ha precisato nel corso della cerimonia di apertura del Cammino mons. Mauro Parmeggiani, assistente ecclesiastico della Confederazione delle Confraternite delle Diocesi d’Italia – Stiamo lavorando sull’evangelicità e sulla missionarietà, secondo l’invito di Papa Francesco. Cerchiamo di dare così autentica interpretazione a questo amore più grande cui siamo chiamati».
I progetti della Confederazione sono articolati. Ci sono confraternite che curano gli oratori o collaborano con centri di adozioni a distanza, altre gestiscono mense per i poveri e banchi alimentari, aiutano anziani e malati, portano conforto alle persone sole, collaborano alla manutenzione di chiese antiche e cimiteri, si occupano dell’accompagnamento dei defunti nel corso delle cerimonie funebri. «Nei lunghi secoli della nostra esistenza abbiamo saputo evolverci, adeguare il nostro servizio alle esigenze della società in mutamento – ha osservato Francesco Antonetti, presidente della Confederazione delle Confraternite delle Diocesi d’Italia – E, quanto è più importante, aggreghiamo sempre più giovani, che rappresentano il nostro futuro, la certezza della nostra continuità».
«Pellegrinaggio dei popoli»: 500 migranti delle diocesi piemontesi in visita alla Sindone
«Come ha detto il Papa: all’interno della valigia dei migranti ci sono fiducia e speranza», questo ha affermato Sergio Durando, direttore Ufficio Pastorale Migranti di Torino e Migrantes regionale, in pellegrinaggio domenica 14 giugno insieme con 500 migranti provenienti dalle diocesi di Ivrea, Casale Monferrato, Pinerolo, Torino, Cuneo, Asti e Alessandria.
Proprio per l’eccezionalità rappresentata dall’Ostensione della Sindone, la seconda edizione della manifestazione annuale «Pellegrinaggio dei popoli» delle diocesi piemontesi, durata tutta la giornata di domenica 14 e terminata con la Messa celebrata da mons. Francesco Ravinale, vescovo di Asti, si è svolta quest’anno a Torino, a differenza di quella del 2014 al santuario della Madonna Nera di Oropa. «Le oltre 190 nazionalità costituite da africani, un gruppo di rifugiati e alcuni immigrati provenienti dagli sbarchi al Sud della nostra Penisola rappresentano una vera ricchezza di popoli sia musulmani sia cristiani», ha spiegato Sergio Durando.
Nei giorni scorsi l’arcivescovo di Torino mons. Cesare Nosiglia ha dichiarato: «La pur necessaria accoglienza non basta: essa risponde certo all’emergenza, ma occorre avere una progettualità più ampia e un tempo prolungato di accompagnamento formativo e specifico per trovare soluzioni che diano a queste persone una prospettiva per il loro futuro – e ha aggiunto – In questo senso l’Europa diventa decisiva: molti infatti, lo sappiamo, passano dall’Italia per andare all’estero, dove c’è più possibilità di lavoro e di sistemazione che nel nostro Paese».
Il gruppo di giovani accolti da Turin for Young
Nel week-end del 13 e 14 giugno sono passati davanti alla Sindone 450 giovani accolti presso il «Villaggio Sindone» in viale Thovez 45 e negli oratori torinesi attraverso il progetto della Pastorale giovanile diocesana e salesiana Turin for Young. I gruppi più numerosi sono arrivati da Vicenza, Jesi, Milano, Varazze e Montepulciano.
Le visite di lunedì 15 giugno
Alle 11 l’ambasciatore del Brasile presso la Santa Sede Denis Fontes De Souza Pinto.
Alle 15.15 il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini.
Alle 16 mons. Giacomo Lanzetti, Vescovo di Alba, accompagnato dall’Arcivescovo di Torino mons. Cesare Nosiglia e dal Vescovo ausiliare mons. Guido Fiandino.
Messa davanti alla Sindone per i focolarini
Lunedì 15 giugno alle 21,30 Messa davanti alla Sindone per il movimento dei Focolari del Piemonte e Valle d’Aosta. Presiede don Sergio Fedrigo, parroco di Trofarello; concelebrano 7 sacerdoti e 3 diaconi di fronte a 300 fedeli. Ispirato alla spiritualità di Chiara Lubich, il movimento dei focolari pone al centro della sua missione il comando dell’unità, formulato da Gesù nel cap. 17 del Vangelo di Giovanni: «Che tutti siano uno». I consacrati focolarini vivono in comunità ristrette, mentre moltissimi altri laici vivono la spiritualità focolarina nella vita quotidiana.
Sinfonia eucaristica: voci per un canto universale
Lunedì 15 giugno, ore 21, Basilica di Maria Ausiliatrice: il coro dell’Associazione Cantabile onlus, gli Allievi della scuola Magnificat di Gerusalemme e l’orchestra internazionale per la pace Pequenas Huellas presentano la «Sinfonia eucaristica», voci per un canto universale per solisti, flauto, coro e orchestra d’archi. Musiche di padre Armando Pierucci; direzione di Giorgio Guiot. La «Sinfonia eucaristica» è una composizione sinfonico-corale costituita da 12 melodie sacre; un “cantico” che riunisce diverse liturgie dei primi secoli del cristianesimo. «Quest’opera – spiega il compositore Pierucci – nasce dall’amore delle comunità cristiane occidentali per quelle orientali: nonostante secoli di persecuzione, esse hanno trasmesso le parole e le melodie dei primi secoli cristiani, ereditate dalle civiltà che le hanno portate in Terra Santa».
Eventi Culturali
-Chiude le repliche lunedì 15 giugno all’ospedale Fatebenefratelli di San Maurizio Canavese il “concerto reading” SinGdone proposto nei luoghi della sofferenza da Lorenzo Cuffini con l’Ufficio per la pastorale della cultura della diocesi di Torino.
-Lunedì 15 giugno, alle 20.30, chiesa Madonna del Carmine (via del Carmine 3, Torino): seconda replica del concerto «Misa Criolla» di Ariel Ramirez.