Più le tenebre si fanno oscure e più lalba si avvicina. Tra i tanti messaggi che il Natale ci offre, questo è certamente quello che in questo nostro tempo ci stimola ad alzare lo sguardo verso la luce che il Figlio di Dio è venuto a portare sulla terra. La Parola di Dio della Messa della notte di Natale lo annuncia con gioia attraverso le parole profetiche di Isaia: «Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce, su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse» (Is 9,1). Così anche il Vangelo di Luca, che racconta la nascita del Salvatore, ricorda che un angelo del Signore si presentò ai pastori e li avvolse di luce, e mentre essi erano pieni di spavento, disse loro: Non temete, ecco vi annuncio una grande gioia: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore che è il Cristo Signore» (Lc 2,10-11).
Tenebre e luce, timore e gioia si intrecciano nel Natale perché sono le esperienze di cui vive il nostro cuore di fronte al crescendo di difficoltà e fatiche che si abbattono su molte famiglie e persone in condizioni precarie e senza speranza certa di un futuro di ripresa, per una vita serena e giusta. Eppure, la Festa del Natale, con la sua carica di fede e di amore che porta con sé, è lì a dirci di guardare avanti senza paura perché non siamo soli. Dio si ricorda di noi ogni giorno, ma come una madre, un padre, un amico si fanno più vicini e condividono le sofferenze e difficoltà di coloro che amano, così Dio, che conosce le pene anche più profonde del cuore di ogni uomo, ci assicura la sua Provvidenza di Padre e amico. Cristo è il dono più grande che Egli continua a fare allumanità intera e ad ogni persona, perché in Lui abbiamo la certezza che lamore di Dio può vincere ogni avversità, se la nostra fede lo accoglie con la stessa gioia di Maria sua madre, di Giuseppe e dei pastori. Egli è venuto a salvarci dal peccato, da ogni tristezza e miseria morale, fisica e sociale che ci abbatte, e accompagna le nostre giornate tenebrose mostrandoci le vie che conducono verso la luce, verso la fine del tunnel di buio in cui stiamo avanzando a tentoni.
«Gloria a Dio e pace in terra agli uomini che Egli ama» (Lc 2,14): la lode degli angeli riassume i sentimenti che siamo chiamati a suscitare dentro il cuore e a portare con la nostra testimonianza in famiglia, presso chi è solo, malato e povero, nella vita sociale. La pace non è solo assenza di guerra, ma è condivisione di valori umani, spirituali ed etici, condivisi in relazioni ricche di comunione e di prossimità con coloro che vivono con noi o incontriamo sul nostro quotidiano cammino. La fede in Cristo, luce che illumina ogni uomo che viene in questo mondo, e lamore che da ciò scaturisce per una comunità più giusta e solidale, innesta processi anche economici e sociali capaci di orientare pure ogni auspicabile ripresa nel nostro Paese.
Il compito dei credenti, dunque, e degli uomini e donne di buona volontà è quello di lottare insieme perché il bene comune vinca le accattivanti suggestioni del male, che cercano di prevalere con il miraggio falso e deviante del proprio tornaconto personale o a vantaggio della casta a cui si appartiene. La nascita del Figlio di Dio, dono assolutamente gratuito, è per liberarci da tutto ciò che ci rende egoisti e ostili agli altri e per aprire invece cuore e volontà a costruire insieme nella fraternità del dono di sé una famiglia, una comunità e un mondo più a misura di Dio e per questo più a misura di ogni uomo che lo abita.
Vi affido, carissimi, questi pensieri come sincero augurio da chi, chiamato ad essere vostro vescovo, intende assicurarvi in questa Festa di famiglia la sua vicinanza e preghiera di padre e amico di tutti e di ciascuno, ma soprattutto di chi nel buio della sofferenza o delle difficoltà attende un segno concreto di speranza, di affetto e di sostegno. Auguri e Buon Natale.
Mons. Cesare Nosiglia, Arcivescovo
(Torino, dallArcivescovado, dicembre 2012)