L’avvio della «fase 2» rispetto alle misure di prevenzione dalla pandemia del Covid-19 apre una grande quantità di interrogativi e di preoccupazioni, tra cui le attività degli Oratori e di tutte le altre proposte pastorali estive con le giovani generazioni. Su tale questione – molto complessa -sono in corso, da settimane, serrate riunioni e confronti a più livelli, istituzionali ed ecclesiali, nazionali, regionali e diocesani.
Mercoledì 6 maggio 2020 l’Arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia e mons. Guido Gallese, Delegato per la Pastorale Giovanile di Piemonte e Valle D’Aosta si sono confrontati con il Presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio. Primo frutto di tale interlocuzione, che è stata molto proficua e concreta, è l’avvio di un progetto comune, chiamato «T.O.P. – Tavolo Oratori Piemonte», per studiare e valutare le condizioni di praticabilità delle attività degli Oratori estivi, in vista delle scelte – politiche e pastorali – che Regione e Diocesi piemontesi vorranno assumere su questo tema.
Il Consiglio Episcopale, il Consiglio Presbiterale, la Consulta Diocesana di Pastorale Giovanile stanno già lavorando su queste problematiche. Martedì 12 maggio 2020, alle ore 10, si è svolta un’assemblea aperta a tutto il clero, in videochiamata, per raccogliere domande, osservazioni, suggerimenti in vista del “tavolo di lavoro” con la Regione.
IN ALLEGATO A FONDO PAGINA UN AMPIO RESOCONTO della riunione pubblicato sul settimanale diocesano “La Voce E il Tempo”. E’ anche possibile riascoltare l’incontro al seguente link di YouTube: Clero diocesano e Arcivescovo: confronto su problematiche e possibilità di realizzare centri estivi- 12 maggio 2020.
Qui seguito si tenta di condividere una sintesi delle riflessioni già maturate, per preparare i prossimi momenti di confronto.
♦ Le questioni di fondo
È evidente a tutti che la priorità non è la riapertura degli Oratori ma la cura pastorale dei bambini, dei ragazzi, degli adolescenti e dei giovani, in un’estate che si preannuncia delicata e difficile.
Ci accompagna l’incertezza tanto in questa fase progettuale quanto nella futura fase esecutiva, in relazione all’evoluzione dei contagi.
È inoltre necessario tenere conto della complessità dei fattori in gioco, istituzionali, sociali ed ecclesiali.
Non si può perciò replicare la formula ordinaria dell’Oratorio estivo, ma se ne deve immaginare un’edizione specifica, appropriata rispetto alla “fase 2” della pandemia che stiamo attraversando.
Per queste ragioni sarebbe opportuno maturare degli orientamenti condivisi – regionali e diocesani -, pur nel riconoscimento della legittima differenziazione pastorale.
♦ Le condizioni di praticabilità
In secondo luogo bisogna affrontare le condizioni di praticabilità, che influiscono direttamente ogni scelta ogni ipotesi di progettualità.
- Norme di sicurezza
Prevenzione del contagio: consapevoli che proporre e condurre attività idealmente “Covid-free” è un obbligo morale prima che legale, è urgente mettere a fuoco, con le autorità competenti, tutte le misure di prevenzione dal contagi. Si prefigurano varie opzioni per le proposte educative della prossima estate, che potrebbero modulare attività in presenza in piccoli gruppi negli spazi degli Oratori come in spazi terzi (scuole, parchi, condomini…), nell’alternanza su turni giornalieri o su fasce orarie e attività su piattaforme online, da remoto, a casa.
Resta decisamente incerta (è improbabile) la complessa questione della somministrazione dei pasti.
Modalità da remoto: anche per questa modalità complementare online occorre prestare attenzione alle norme legate al rispetto della privacy e alle implicazioni pedagogiche, per ripensare in condizioni inedite ogni proposta educativa, tenendo conto delle conseguenze psicologiche e sociali del lockdown di questi mesi.
Per tutte queste norme e procedure occorrerà predisporre una normativa agile, chiara , evitando il peso della burocratizzazione.
Figure educative: è necessario un attento e ponderato discernimento sulleforze educative da mettere in campo e la loro effettiva disponibilità da parte delle Diocesi e delle singole comunità. Per le condizioni sopra evidenziate, si renderanno indispensabili notevoli presenze di giovani e adulti quali responsabili della sicurezza e della conduzione dei piccoli gruppi: quali fasce di età di volontari potranno essere coinvolte questa estate? Sarà possibile ipotizzare una figura professionale ad hoc per riconoscere ruoli ben specifici e limitati ai giovani maggiorenni? Sarà possibile un confronto con gli ordini professionali degli assistenti sociali, degli psicologi e degli educatori professionali, perché riconoscano dei crediti formativi per un possibile tirocinio?
Risorse economiche: saranno notevoli le risorse economiche da mettere in campo, per le sanificazioni giornaliere e per gli eventuali ricorsi a figure professionali, per l’approvvigionamento di materiali per la prevenzione (mascherine, guanti, gel antisettico…), la costituzione di equipe specifiche per l’aiuto in loco a sacerdoti anziani o in difficoltà rispetto a tali valutazioni e tutte le attività di segreteria, da ripensare nelle attuali condizioni di prevenzione. Un altro ambito di investimento riguarda le modalità educative complementari da remoto, quali piattaforme, webinar, web-TV, web-radio, ecc…
♦ Scelte operative immediate
Dopo l’incontro con il Presidente Cirio, Mons. Nosiglia e Mons. Gallese si confronteranno con le Diocesi piemontesi, che hanno espresso sincera disponibilità ma anche estrema e marcata prudenza.
In proposito emergono tre nodi da sciogliere attraverso scelte operative ben precise.
a. Titolarità: nelle condizioni sociali e pastorali così particolari che stiamo vivendo, una parte delle Diocesi del Piemonte ipotizzano una formula diversa circa la “titolarità” delle attività educative, che non dovrebbe essere in capo agli Oratori ma alle Istituzioni, che ne avrebbero l’onere della responsabilità come del reperimento delle risorse. Gli Oratori sarebbero perciò coinvolti in sinergia con altre realtà, offrendo i propri contributi, ma lasciando alle Istituzioni conduzione e responsabilità del progetto. Altre Diocesi invece esprimono l’opportunità di restare in ogni caso titolari delle azioni educative, per garantirne la dimensione propriamente pastorale e non soltanto assistenziale della prima formula. È ogni caso evidente la necessità di alleanze tra i vari soggetti da coinvolgere, quali le comunità e le traiti ecclesiali, le famiglie (soprattutto quelle più in difficoltà), le cooperative, chi regolamenta, (i tecnici della Regione), chi pensa alle regole attuali della socialità in presenza (il Politecnico di Torino), chi ha la competenza medico/sanitaria, (medici e ricercatori), chi esercita le professioni sanitarie e quelle in ambito sociale, chi si occupa di sicurezza e servizi alla comunità, (Croce rossa, Protezione Civile, Vigili del Fuoco, …).
b. Tavoli e commissioni di lavoro: la complessità anche solo evocata da queste poche note, rende edotti della necessità di attivare specifici “tavoli di lavoro” tra istituzioni e realtà ecclesiali, per i quali vi siano chiarezza di mandato (chi partecipa, a quale titolo e per quale rappresentanza) e chiarezza di competenze (per ogni questione, condizione o criticità elencate). Il Progetto «T.O.P.» avrà il ruolo di coordinamento centrale rispetto alla conduzione di altri “tavoli di lavoro” diocesani e circa l’operatività di specifiche commissioni (regionali e diocesane), per non disperdere le forze e garantire un’adeguata qualità delle proposte.
c. Comunicazione: le recenti vicissitudini circa la riapertura delle messe ai fedeli come del susseguirsi dei decreti e dei comunicati delle autorità (quindi tanto sul versante ecclesiale come civile), ci avvertono di una particolare attenzione nel curare la comunicazione di riflessioni e di scelte tanto sensibili, per l’impatto diretto sulla vita delle comunità, dei preti ma anche sull’opinione pubblica.
Gli aggiornamenti ufficiali rispetto al Tavolo di lavoro regionale sugli Oratori avverrà attraverso i canali ufficiali della Conferenza Episcopale e della Regione Piemonte. L’avanzamento della riflessione diocesana sarà di volta in volta sintetizzata e diffusa attraverso i canali di comunicazione diocesani.
L’equipe di Pastorale Giovanile continua ad essere a disposizione per chiarimenti, raccolta di osservazioni e supporto pastorale, nel limite delle condizioni oggi in vigore rispetto alla “fase 2” del contagio.
don Luca Ramello, direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale giovanile