Non solo fuga di cervelli che vanno a lavorare in centri di ricerca americani, inglesi o tedeschi, ma anche operai e tecnici, che, soprattutto al Sud ma anche al Nord, non trovano più lavoro e ripercorrono i passi dei loro padri e nonni, contando sul supporto di parenti, amici e conoscenti che si sono stabiliti definitivamente allestero.
È la fotografia dei nuovi emigranti che ha scattato il rapporto «Italiani nel mondo 2013È, curato dalla Fondazione Migrantes della Conferenza Epicopale Italiana. Lo studio è stato presentato il 29 novembre a Palazzo Cisterna, sede della Provincia di Torino, alla presenza di monsignor Cesare Nosiglia.
«Da molte regioni italiane, Piemonte compreso, si torna a partire per i viaggi della speranza che, sempre più, sono il frutto della ricerca di nuove prospettive da parte dei giovani», ha sottolineato l’Arcivescovo.
In allegato la sua dichiarazione ai microfoni di Primaradio e quella del direttore dell’Ufficio Pastorale Migranti Sergio Durando.