Rivoli: una città, tante facce

Le dieci parrocchie con sette sacerdoti e molte presenze religiose sono al centro della crisi economica che anche qui sta diventando emergenza sociale

Una sola città, ma con tante «facce» diverse. Dal Castello ai confini con Collegno Rivoli è segnata da storie differenti che, tutte insieme, vanno a comporre l’identità della quarta città della provincia di Torino per numero di abitanti. Un’identità oggi messa a dura prova dalla crisi economica che anche qui si fa sentire con virulenza, riportando allo scoperto «ferite» sociali forse non abbastanza curate negli anni passati. Le difficoltà di oggi contribuiscono a ridurre un poco le distanze fra i vari quartieri: nella collina sotto il Castello come nella pianura lungo corso Francia il disagio è forte, e crescente. Si ritrovano in condizione di chiedere aiuto non solo le tradizionale fasce deboli ma anche le famiglie italiane del ceto medio. Negli ultimi tempi il coordinamento caritativo dell’Unità pastorale arriva a distribuire oltre 400 «sacchetti alimenti» ad altrettanti nuclei familiari. E però l’emergenza tocca anche i pagamenti delle utenze, i mutui per la casa, gli studi dei figli.
 
Per Rivoli è una situazione nuova. Il centro storico è ricco di abitazioni di pregio, e il costo della vita è più alto che nel resto della città; ma prima della crisi anche le zone di pianura ospitavano famiglie «solide», senza troppi problemi di lavoro e di reddito, grazie alle notevoli opportunità occupazionali e produttive della città e della zona Ovest. Ora che lo scenario è ribaltato ci si rende meglio conto dei limiti di certe scelte amministrative più orientate al consumo culturale e di tempo libero che al consolidamento delle sicurezze sociali.
 
Le parrocchie sono al centro della crisi perché, come sempre, è alle porte delle chiese che si rivolge il bisogno. I rapporti con i servizi sociali sono di lunga data, e le comunità cristiane intervengono ovunque possibile sia per l’accoglienza che per le emergenze. Ma la famosa «rete» dei servizi non sempre è solida e sostenuta come sarebbe necessario.
 
A fianco dell’emergenza economica, tuttavia, la Chiesa a Rivoli ha scelto anche la via dell’«investimento sul futuro», con i giovani. La presenza dei Salesiani, con il Centro di Cascine Vica, è da 50 anni il riferimento «naturale» della pastorale giovanile e delle opportunità di incontro. Nuovo impulso viene dal rilancio del cineforum, esperienza già consolidata e che rappresenta un momento importante di aggregazione e confronto per l’intero territorio.
 
Intorno ai giovani e al servizio della carità ha preso anche concretezza il lavoro dell’Unità pastorale, che vede riunite esperienze molto diverse tra di loro. Il centro storico di Rivoli è infatti affidato da 5 anni ai 4 sacerdoti «fidei donum» provenienti dalla diocesi di Brescia, mentre nelle altre parrocchie della città sono presenti i Salesiani (3) e i sacerdoti diocesani (7). È un’esperienza unica in diocesi; ed è un cammino che sta maturando senza fretta: sacerdoti e diaconi si ritrovano regolarmente per la programmazione e per momenti di preghiera, anche se risultano poi più evidenti i collegamenti tra i sacerdoti fidei donum che hanno la cura del centro storico e che vivono insieme alla Collegiata Nuova, mentre i Salesiani fanno riferimento alle proprie comunità.
 
L’Unità pastorale ha costituito l’équipe che si confronta sull’insieme della programmazione pastorale. Continuano invece con una autonomia specifica i percorsi delle parrocchie delle varie zone cittadine (centro storico, pianura, ospedale…): proprio perché sono notevoli le differenze delle singole comunità, nella storia come nella composizione sociale e culturale.
 
Le divisioni, tuttavia, sono spesso più apparenti che sostanziali. Al di là dell’emergenza economica, sono molti i settori in cui tutte le parrocchie lavorano insieme e si fanno sentire con una voce sola. A Rivoli sono presenti due significative esperienze di formazione di ispirazione cristiana, l’Istituto dei Giuseppini del Murialdo (elementari, medie, liceo) e il «Salotto e Fiorito», con importanti esperienze di formazione professionale e avviamento al lavoro. Le parrocchie, ovviamente, coltivano contatti anche con gli istituti statali della città.
 
Analogamente ci si muove per la pastorale sociale e sanitaria, garantendo la cappellania dell’Ospedale rivolese, grazie anche al servizio dei diaconi. Importanti, poi, sono le presenze di vita consacrata nei due monasteri di clausura delle carmelitane scalze di Cascine Vica e delle Canonichiesse agostiniane nel centro storico; ci sono poi le suore Missionarie dell’Immacolata Regina della Pace a Tetti Neirotti.
 
In una città di grande storia e tradizione la crisi sta rivelando un elemento significativo: l’importanza di una presenza non solo caritativa ma anche culturale, capace di dialogare con le istituzioni e con le altre presenza del territorio. È la sfida delle parrocchie di Rivoli.
Marco BONATTI
Testo tratto da «La Voce del Popolo» del 16 settembre 2012

 

 
condividi su