È una storia lunga e appassionante quella che continua a caratterizzare l’Oratorio San Luigi che si appresta a ricevere la visita di monsignor Nosiglia, all’interno di un programma fitto di appuntamenti che toccheranno, tra maggio e giugno, tutte le dimensioni dell’Unità Pastorale 4. Era l’8 dicembre del 1847 quando, su richiesta dei ragazzi stessi, don Bosco decise di fondare l’Oratorio di San Luigi, il secondo dopo quello di Valdocco. Molti ragazzi infatti che si recavano da don Bosco per chiedere aiuto risiedevano nella cosiddetta zona di Porta Nuova e così, in breve tempo, venne aperta questa nuova importante realtà che porta il nome di San Luigi Gonzaga, visto come modello educativo per i giovani, e ricorda allo stesso tempo la figura dell’Arcivescovo di allora, Luigi Fransoni che aveva voluto concedere fiducia al Santo in quella particolare missione.
Ad oggi è l’oratorio salesiano più piccolo di quelli dell’Ispettoria Salesiana, ma è quello che ha un maggior raggio d’azione con una équipe educativa composta dai salesiani stessi e da diverse figure professionali, quali educatori, psicologi e assistenti sociali. Tra le numerose attività che vengono portate avanti da anni con grande impegno ed entusiasmo, emerge quella del doposcuola, nato in concomitanza con l’oratorio stesso, con una sua impostazione più completa a partire dal 2006, anno di ristrutturazione del complesso medesimo. «Il nostro doposcuola è seguito da educatori professionali, volontari adulti, tirocinanti della Facoltà di Scienze dell’Educazione, giovani allievi di scuole salesiane e non solo – racconta il direttore don Mauro Mergola – L’intensità dell’accompagnamento alle nostre attività pomeridiane dipende dal tipo di progetto educativo individuale che si elabora con la famiglia, la scuola e i servizi sociali eventuali. Il fine è quello di creare tra adulto e minore una relazione educativa, l’obiettivo è aiutare il ragazzo ad acquisire autostima e un buon metodo di lavoro».
Con alcuni studenti della scuola media l’accoglienza in oratorio comincia alle 13.30 con l’offerta del pranzo tramite un servizio chiamato «Saint Lunch» cui fa seguito un momento di svago e poi si procede con lo svolgimento dei compiti assegnati. Un’altra modalità di accoglienza prevede che gli educatori e i volontari vadano a prendere i bambini (circa una cinquantina) presso le scuole della zona con il servizio «Pedibus», in maniera tale che i genitori che lavorano possano venire a prendere i figli più tardi in tutta serenità. Dal 1847 ad oggi, cambiando la società, sono cambiate anche le persone che frequentano l’oratorio in particolare se si considera la nazionalità e l’appartenenza religiosa, mentre le problematiche riscontrate sono sempre le stesse: famiglie con difficoltà occupazionali, con problemi di disagio, devianza, sfruttamento. «Come allora – prosegue don Mergola – anche oggi a problematiche particolari cerchiamo risposte adeguate collaborando con le istituzioni civili, sociali e religiose del territorio e come allora, anche oggi cerchiamo di aiutare le persone a non considerare solo l’oratorio per i servizi che offre, ma a fermarsi, per essere coinvolte nel progetto di vita che propone, valido sia per gli italiani che per gli immigrati, cristiani e non».
Ad oggi, alcune difficoltà riscontrate riguardano il coinvolgimento dei genitori nell’accompagnamento scolastico dei figli dovuto alle differenze linguistiche e di mentalità. I ragazzi a volte appaiono spaesati e particolarmente bisognosi di affetto e di attenzioni e anche su questi aspetti gli educatori dell’oratorio operano in sinergia con tutti gli attori del territorio.
Recentemente ad esempio è stato firmato un accordo di rete con l’Istituto comprensivo A. Manzoni, dal quale provengono molti ragazzi, per stabilire delle procedure didattiche e progettuali per integrare al meglio le risorse a disposizione. Un’altra attività importante è rappresentata dalle proposte estive che coinvolgeranno ragazzi dai 3 ai 18 anni con Estate bimbi presso la scuola materna Rosmini, l’Estate ragazzi vera e propria dell’oratorio, l’Estate adolescenti e l’Estate giovani al Valentino. «Vorremmo vedere i ragazzi, come dice don Bosco, ‘felici adesso e per l’eternità’ – conclude don Mergola – capaci di dare valore alla loro vita sentendo, attraverso il coinvolgimento di adulti veri, la presenza di Dio che li segue e li ama. Vorremmo contribuire a far crescere dei giovani cristiani appassionati della propria fede e in grado di compiere scelte significative per la loro esistenza».
Testo tratto da «La Voce del Popolo» del 17 maggio 2015