Buona Pasqua! La festa più importante dell’anno cristiano è per tutti un segno forte e una carica di fiducia. Ciò che appare una sconfitta definitiva, come è la morte, diventa la premessa della vita nuova e di una rinnovata speranza nel futuro. Una speranza che ci coinvolge non solo come singole persone ma anche, vorrei sottolinearlo, come comunità: se i cristiani sono capaci di vivere e testimoniare la loro fede concreta nel Signore risorto, la carica di novità che nasce dalla Pasqua diventa contagiosa per l’intera società. Il Vangelo infatti, come ci ricorda Papa Francesco, cambia e rinnova non solo la vita di chi lo accoglie ma anche della sua famiglia e della società in cui opera. Perché è fonte di giustizia, di solidarietà e di pace.
Il Vangelo della Pasqua, che è Cristo Signore morto e risorto, fa risorgere anche chi è sfiduciato e solo e rimette in piedi la stessa comunità, perché questa speranza è una risorsa concreta che ci aiuta a cambiare noi stessi e il mondo; una speranza che aiuta a superare l’emergenza e apre a un solido e condiviso futuro. L’impegno dei credenti, insieme con tutte le persone di buona volontà, deve orientarsi a realizzare questa novità, mediante la ricerca appassionata del bene comune, che non consiste solamente in un miglioramento, pure importante, delle condizioni materiali di vita, ma in un vero rinnovamento del vivere insieme sullo stesso territorio.
La città di Torino, come l’intera diocesi, sperimenta da tempo una grande tradizione di “servizio alla cittadinanza” del mondo cattolico mediante la capillare rete delle parrocchie, degli Istituti religiosi, delle scuole, degli ospedali, delle strutture sanitarie e culturali e nel campo della comunicazione. La collaborazione con tutte le componenti della società, dalle istituzioni alle altre realtà religiose e laiche, a quelle del mondo del lavoro, della formazione e del welfare caratterizza l’impegno ecclesiale e civile di queste importanti realtà.
Esso si esprime altresì con la presenza di numerose e meritevoli associazioni di volontariato che operano nei campi più vari della vita sociale e accolgono ogni giorno decine di migliaia di persone e famiglie. Per questo mi auguro che nella nostra Chiesa, come nella società, non vengano meno le vocazioni al volontariato gratuito di adulti e anziani, ma anche di giovani, per far fronte ai crescenti bisogni di chi soffre la solitudine o si sente oggetto di “scarto”. Questi servizi – se scelti con generosità e non solo per gratificazione personale – sono “utili” in se stessi, ma hanno anche il significato di testimoniare alle coscienze e all’opinione pubblica un preciso stile di solidarietà. E per i credenti rappresentano il modo più diretto di rendere visibile l’amore di Dio, attraverso le opere di misericordia, come ci viene ricordato nel Giudizio finale al capitolo 25 del Vangelo di Matteo.
C’è un ambito particolare di servizio al bene comune e ai poveri, che siamo chiamati ad esercitare in questo tempo: quello del diritto-dovere primario di contribuire a rinnovare alcune assemblee elettive per il governo delle nostre città e paesi. L’appuntamento con il voto è sempre un momento fondamentale della vita democratica, e costituisce anche la prima e più significativa esperienza di cittadinanza, che ci ricorda come il “pubblico” sia patrimonio, e problema, di ogni cittadino.
La Chiesa si sente in obbligo, di fronte al prossimo impegno elettorale, di ricordare a tutti l’importanza della partecipazione alla vita della città, perché questo è il primo passo di quella politica con cui si deve compiere il rinnovamento delle istituzioni e delle condizioni di vita. Ogni cristiano in quanto cittadino è chiamato a scegliere, liberamente e responsabilmente, le aggregazioni partitiche e le persone che meglio rappresentano l’insieme di interessi e valori su cui si fonda la nostra vita civile. Tra i riferimenti da tenere in conto non possono mancare quelli che riguardano alcuni valori che riteniamo – come cristiani e cittadini – fondamentali, come quelli della vita e della famiglia, del lavoro in tutti i suoi aspetti etici e sociali, della cultura ed educazione delle nuove generazioni, dell’ambiente, dei malati, immigrati e poveri…
Richiamo in proposito quanto Papa Francesco ha auspicato nel suo intervento al Convegno ecclesiale di Firenze: «La Chiesa sia fermento di dialogo, di incontro e di unità e il modo migliore per dialogare è quello di fare qualcosa insieme, di costruire insieme e di fare progetti… Cattolici insieme a tutti coloro che hanno buona volontà. Ma la Chiesa sappia anche dare una risposta chiara davanti alle minacce che emergono all’interno del dibattito pubblico: è questa una delle forme del contributo specifico dei credenti alla costruzione della società comune. I credenti sono cittadini».
In questi giorni che ci avvicinano alla Pasqua, l’augurio, per tutti, è che sappiamo raccogliere i segni della grande speranza che viene dal Risorto per credere nella forza della verità e del bene che alberga in ogni uomo e metterci con gioia al servizio dei fratelli e della comunità.
Vi benedico di cuore e auguro una Santa Pasqua di Risurrezione.
Arcivescovo di Torino