Scuola, vita per le Valli

VALLIGIANI, INSEGNANTI, GENITORI E DIRIGENTI INSIEME CONTRI I TAGLI ALL’ISTRUZIONE NEI PICCOLI CENTRI
Scuola, vita per le Valli
Cantoira: il ministro ha sottolineato che il «nostro» modello è esportabile in altre zone montane
 
Un invito a guardare verso l’alto, a salire nei piccoli comuni montani, arrampicarsi nei borghi dove la scuola è la prima maestra e tiene in vita la comunità. L’invito non accolto dall’ ex ministro Gelmini è stato raccolto, invece solo mesi più tardi, dal nuovo ministro del Governo tecnico: sabato 21 aprile Francesco Profumo ha visitato la scuola di Cantoira, incontrando poi i cittadini, le autorità del territorio e i dirigenti scolastici. Ai cantoiresi Profumo ha spiegato di voler affrontare il problema scuola su vasta scala, attraverso «una conferenza generale sullo stato della scuola italiana» previsto per l’autunno. Un’analisi approfondita che riguarderà anche le scuole di montagna. Cauto l’ottimismo di dirigenti e genitori. Che qui hanno imparato da tempo a essere combattivi per difendere il futuro dei loro figli.
 
Più volte dall’avvio dell’applicazione della legge Gelmini delegazioni di genitori, insegnanti, e amministratori hanno chiesto di essere ricevuti a Palazzo Lascaris per far sì che la Regione prendesse a cuore la situazione del «Murialdo», il comprensivo, con presidenza e segreteria a Ceres, che include due scuole dell’infanzia, 7 primarie e due secondarie di primo grado. Il territorio su cui gravita comprende la Val d’Ala, la Val Grande e la Valle di Viù e raccoglie gli allievi provenienti da 12 Comuni, a loro volta scorporati in un numero considerevole di frazioni. La distanza da Torino va da un minimo di 39 chilometri di Traves fino ai 65 di Usseglio, dai 600 fino ai 1500 metri di quota.
 
Riunite in un Comitato Genitori Democratici, le famiglie hanno redatto un dossier, presentato al ministro Profumo. Il format, che si basa su un metodo di lavoro che ha coinvolto insegnanti, genitori, amministratori locali, personale Ata, diventerà un modello per la difesa della qualità della scuola pubblica in territorio di montagna. Un modello esportabile a realtà omogenee, perché i territori di montagna, fatte salve le specificità, si assomigliano tutti. Lo sostiene la presidente del Comitato Marisa Bianco: «Ci siamo resi conto che i tagli proposti stavano destabilizzando il lavoro della scuola e che bisognava fare un’analisi oggettiva della situazione come punto di partenza per ragionare con le istituzioni se si dovrà ancora tornare a discutere su ulteriori razionalizzazioni. Abbiamo fatto – spiega – un’analisi fisica e morfologica del territorio. L’analisi storica dall’inizio del secolo ci ha rivelato una presenza della scuola in tutte le borgate, una scolarità molta alta, e la tradizione di una grossa attenzione delle famiglie verso l’istruzione. Oggi i dati dell’Invalsi hanno fornito risultati molto buoni anche a livello didattico: i nostri ragazzi hanno fatto registrare dati di rendimento pari o superiori alla media regionale e nazionale. La pluriclasse che tanto preoccupa in città dà lo stesso rendimento dell’uniclasse: gli alunni imparano il mutuo aiuto e a lavorare in autonomia».
 
Tagli ulteriori il comprensivo che riunisce le tre Valli di Lanzo non li reggerebbe più. Il tempo prolungato, anche se «stiracchiato», i genitori sono riusciti a mantenerlo. Il tempo lungo nelle Valli è un elemento «storico»: presente dall’anno ‘86-87, era uno di quelli intoccabili, anche secondo la legge Gelmini del 2008. «Eppure abbiamo dovuto difenderlo – prosegue la Bianco – Abbiamo dovuto alzare la voce per mantenere quello che avevamo e ci spettava per legge: abbiamo sempre puntato sulle deroghe per le scuole di montagne e perché i nostri erano, appunto, tempi «storici». Anche la diminuzione del personale Ata è un problema.
 
Oggi siamo «al pelo» grazie alla turnazione dei bidelli che spesso sforano di mezz’ora rispetto all’orario sindacale. L’equilibrio è precario e l’ideale sarebbe avere tre Ata in più». Il passo successivo per i genitori redattori del dossier «Scuole di montagna, specchio di una comunità» sarà quello di dialogare con altri istituti comprensivi di montagna d’Italia.
Tiziana MACARIO
Testo tratto da »La Voce del Popolo» del 6 maggio 2012
 
 
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