Seminaristi, sette giorni con i giovani di Chieri

«Settimana vocazionale» dal 30 gennaio al 5 febbraio

Cosa spinge oggi un giovane a scegliere per la propria vita il Seminario e iniziare il percorso che un giorno – se vorrà – lo porterà a diventare prete? Cosa significa sentirsi chiamati da Dio e come si fa a capire che rispondere a quella chiamata è davvero ciò che si desidera per la propria vita? E che senso ha, in un periodo in cui anche la Chiesa sembra essere percorsa da incertezze e difficoltà, scegliere di entrarne a farne parte definitivamente come sacerdote? E ancora, come si fa a 18, 20 anni decidere di essere «sacerdote per sempre», rinunciando a fidanzata, moglie, figli, carriera? Entrare in Seminario non può essere una scelta di comodo, una «fuga» da un mondo dove nulla è più garantito? Queste e tante altre sono le domande che i giovani chieresi porranno ai 30 seminaristi (27 diocesani e tre africani) del Seminario Maggiore e 4 del Propedeutico che per una settimana saranno a Chieri per incontrare i coetanei e condividere la loro esperienza.

 
Seminario in trasferta
 
La città scelta è stata Chieri per via dell’alto numero di studenti, oltre 2 mila, che frequentano le scuole superiori e che i seminaristi incontreranno lungo la « settimana vocazionale»: dal 30 gennaio al 5 febbraio, due comunità parrocchiali ospiteranno i seminaristi offrendo vitto e alloggio (il Duomo accoglierà 22 giovani, 12 andranno a San Giorgio). Durante la giornata un fitto calendario di appuntamenti, oltre che con i giovani delle scuole superiori, con le comunità parrocchiali, e poi spettacoli incontri di preghiera e una serata con mons. Nosiglia.
 
«La settimana vocazionale chierese, prima iniziativa del genere a cui speriamo ne seguiranno altre in diocesi – spiega don Ennio Bossù, rettore del Seminario Maggiore – è nata dall’idea di accogliere l’invito dell’Arcivescovo, lanciato nella sua Lettera pastorale, a parlare ai giovani di vocazione, di dare un senso alla propria vita, di cercare risposte alla chiamata di ciascuno. Così abbiamo pensato di far incontrare i giovani seminaristi che stanno cercando di dare una risposta alla chiamata di Dio nella loro vita con altri giovani coetanei che forse sono alla ricerca di senso e di certezze».
 
Don Bossù sottolinea come sia utile anche ai seminaristi «tuffarsi» (o «rituffarsi») per una settimana nella vita «normale» della maggior parte delle ragazze e dei ragazzi, per non perdere il contatto con la realtà. «C’è poi anche l’intenzione di far conoscere ai giovani la realtà del Seminario – prosegue il rettore – come una comunità di persone ‘normali’, non avulsa dal mondo ma che si sta preparando ad andare nel mondo rispondendo ad una chiamata particolare».
Obiettivo della settimana non è certo quello di «andare a caccia di futuri preti – scherza don Bossù – anche perché i seminaristi nella scuole incontreranno centinaia di ragazze – ma piuttosto come, scrive l’Arcivescovo, desideriamo che i seminaristi parlino ai loro coetanei sulla ‘scoperta della vita come vocazione all’amore che trova la sua piena felicità nel dono di sé, per gestire con gioia, serenità e forza interiore il proprio futuro e scegliere quella via che lo Spirito rivela nell’animo come la più bella e buona, anche se impegnativa, perché assicura la vera realizzazione di sé e fa esistere pienamente al cospetto di Dio’» (Sulla tua Parola getterò le reti, n. 13a).
 
I seminaristi incontreranno nelle mattinate chieresi, durante le ore di religione, i giovani degli Istituti superiori «Monti» (Liceo classico, scientifico, linguistico), «Vittone» (Istituto tecnico delle costruzioni, tecnico amministrativo, tecnico turistico, aziendale professionale, agrario), «Pascal» (liceo parificato scientifico e linguistico) oltre che il Centro di formazione professionale Ciofs gestito dalle Suore di Maria Ausiliatrice.
 
«La presenza dei seminaristi durante le ore di religione rientra nell’ambito degli inviti di presenze-testimonianze esterne previste dal programma ministeriali – specifica il rettore. Nel novembre scorso ho incontrato a Chieri i professori di religione coinvolti nella settimana per mettere a punto un programma di massima. A dicembre i docenti sono poi venuti a cena in Seminario e hanno presentato ai seminaristi i «loro ragazzi».
 
Anche i dirigenti scolastici hanno accolto volentieri l’iniziativa che vuole anche essere una risposta all’emergenza educativa su cui insistono i Vescovi italiani: c’è bisogno infatti di testimonianze forti, di esempi di persone significative per risvegliare nei giovani la passione per la vita. «Per questo abbiamo intitolato la settimana con una frase di Giovanni Paolo II ‘Prendi in mano la tua vita, fanne un capolavoro’ – prosegue don Bossù – L’Arcivescovo infatti ha insistito che i seminaristi portino agli studenti la loro testimonianza di persone che hanno scoperto la loro vocazione al sacerdozio, e intavolino poi con loro un dialogo fraterno».
 
Durante gli incontri nelle scuole i seminaristi inviteranno gli alunni agli appuntamenti della settimana chierese distribuendo a tutti un volantino con tutti gli appuntamenti, un recapito telefonico e un contatto Facebook.
 
L’incontro con la città
 
Ma la settimana, se ha il suo momento centrale nelle scuole anche per «agganciare» quei ragazzi e quelle ragazze che non frequentano oratori e parrocchie, è ricca di tanti altri appuntamenti. Ad esempio, mentre alcuni seminaristi si alterneranno a gruppi di due o tre nelle scuole, gli altri rimarranno nelle parrocchie impegnati nell’adorazione eucaristica per sostenere con la preghiera, gli altri che «lavorano». E poi, in collaborazione con i parroci e i giovani delle comunità parrocchiali chieresi, nei pomeriggi e nelle serate i seminaristi si suddivideranno in tre grandi gruppi: il primo nella parrocchia del Duomo con don Dario Monticone, il secondo in quella di Santa Maria Maddalena guidata da don Stefano Votta e il terzo a San Giacomo con don Severino Brugnolo.
 
Nel pomeriggio i seminaristi visiteranno i malati dalle 15 alle 16.30 e dalle 17 alle 18 si incontreranno con i ragazzi della catechesi o con i gruppi della terza età. Tutti parteciperanno alle Messe con Vespri nella parrocchia dove sono ospitatati.
 
Lunedì 30 è in programma la cena e l’incontro dei seminaristi con i sacerdoti e diaconi di Chieri e dell’Unità pastorale, mentre nelle serate di martedì-mercoledì è ni programma l’accoglienza con i giovani e le famiglie delle parrocchie cittadine e dei dintorni. C’è poi la veglia di preghiera guidata dai seminaristi, in Duomo (giovedì 2 alle 21) e l’incontro dell’Arcivescovo con i giovani nel Teatro del Duomo (venerdì 3 alle 21) in cui si potrà dialogare con mons. Nosiglia. In quest’occasione l’Arcivescovo lascerà un messaggio ai giovani chieresi; infine sabato 4, un musical sulla figura di don Bosco, a pochi giorni dalla festa liturgica del santo dei giovani.
 
«La settimana – conclude don Bossù – inizia simbolicamente per i seminaristi lunedì 30 gennaio in Duomo alle 18.30, nella Cappella della Madonna delle Grazie, dove affideremo alla Patrona di Chieri tutta la settimana mentre sabato 4 e domenica 5 febbraio ci congederemo dai chieresi con la testimonianze dei seminaristi durante tutte le Messe parrocchiali. La nostra speranza è quella di lasciare un segno nel cuore delle ragazze e dei ragazzi chieresi che ringraziamo fin da ora per l’accoglienza».
Marina LOMUNNO
Testo tratto da «La Voce del Popolo» del 29 gennaio 2012
 
condividi su