Con il documento Verso ottobre 2024 inviato nel dicembre scorso a tutti i vescovi del mondo, la Segreteria Generale del Sinodo chiedeva alle Chiese locali e ai raggruppamenti di Chiese di approfondire alcuni aspetti della Relazione di Sintesi fondamentali per il tema del Sinodo, a partire da una domanda guida dell’intero processo sinodale: «COME essere Chiesa sinodale in missione?». In questi mesi, le singole Chiese locali hanno svolto il loro lavoro inviando, attraverso le Conferenze Episcopali, le Chiese Cattoliche Orientali e le Riunioni Internazionali di Conferenze Episcopali, il loro contributo.
Grech: Chiesa sinodale realtà viva
“Sono particolarmente colpito nel vedere il coinvolgimento di tutta la comunità ecclesiale in questo lungo processo di discernimento”, afferma il cardinale Mario Grech, segretario generale della Segreteria Generale del Sinodo. “Oltre alle riflessioni scaturite dal lavoro sulla Relazione di Sintesi della Prima Sessione, il materiale ricevuto spesso aggiunge anche vere proprie testimonianze su come le Chiese particolari non solo comprendono la sinodalità, ma la stanno già mettendo in pratica. La Chiesa sinodale non è un sogno da realizzare, ma già una realtà viva che genera creatività e nuovi modelli relazionali all’interno della stessa comunità locale o tra diverse Chiese o raggruppamenti di Chiesa”.
I contributi di Usg e Uisg e dei parroci
La Segreteria Generale del Sinodo ha ricevuto anche i contributi dell’USG (Unione Superiore Generali)-UISG (Unione Internazionale delle Superiore Generali) e un congruo numero di osservazioni, provenienti da realtà internazionali, facoltà universitarie, associazioni di fedeli o di singole comunità e persone. Un’altra significativa fonte di riflessione sarà costituita dai rapporti presentati dai parroci nella tre-giorni di lavoro del recente incontro Parroci per il Sinodo.
Da martedì 4 giugno 2024, il gruppo di teologi, esperti in varie discipline (dogmatica, ecclesiologia, teologia pastorale, diritto canonico, ecc.) tra cui l’arcivescovo di Torino mons. Roberto Repole, hanno analizzato tutto questo materiale. “Non stiamo lasciando nulla al caso. Ogni documento va letto con attenzione con lo scopo di proporre alla fine del processo un testo che rispecchi il lavoro, le domande e le intuizioni pervenuteci dalla base”, afferma il cardinale Grech.
Prima analisi
Dal canto suo, padre Giacomo Costa, segretario Speciale della XVI Assemblea precisa: “Non si tratta ancora di scrivere l’Instrumentum laboris per la seconda sessione del Sinodo sulla Sinodalità, ma piuttosto di realizzare una prima analisi dei rapporti e delle buone pratiche messe in atto dalle comunità locali, e un discernimento in comune sulle questioni e le riflessioni teologiche, al fine di preparare la strada per la stesura vera e propria dell’Instrumentum laboris”.
I lavori di questa equipe internazionale, che si sono svolti a porte chiuse, sono iniziati con una mezza giornata di ritiro spirituale e sono proseguiti fino al 13 giugno. Le giornate sono state scandite da diversi momenti di lavoro (individuale, in sessione plenaria e in gruppo). La celebrazione quotidiana dell’eucarestia e momenti per la preghiera personale hanno assicurato che i lavori si svolgessero nel clima richiesto per il discernimento.
Le prossime tappe
Il processo di elaborazione dell’Instrumentum laboris continuerà con altre tappe: una volta identificata la struttura del futuro documento grazie all’articolazione del materiale ricevuto da parte dei teologi, il Consiglio Ordinario realizzerà un primo discernimento di quanto elaborato. Seguiranno le tappe della stesura del documento vero e proprio e un sistema di verifica ad ampio raggio fino all’approvazione da parte del Consiglio Ordinario del documento da sottoporre al Santo Padre per l’approvazione definitiva. La pubblicazione del testo è prevista entro la prima decade del mese di luglio. Informazioni al riguardo saranno fornite a tempo debito.
Fonte: Vatican News, 5 giugno 2024